Pd-Centoz ai ferri corti. Il partito vuole un cambio di maggioranza in Comune, il Sindaco si rifiuta
Che il Partito Democratico, non solo a livello locale, sia attraversato da anime diverse e visioni tra loro contrastanti non è certo un segreto. La questione rischia però di diventare un “caso” in questo momento politico transitorio nel quale il Pd, tornato all'opposizione in Consiglio regionale dopo il ribaltone di marzo, governa invece la città di Aosta – dallo scranno del Sindaco – assieme ad alcuni “ribaltonisti”, come lo stelluto Marzi, in giunta.
Il tutto in un anno di transizione che sta già “imbandendo” la tavola per l'abbuffata elettorale del 2018, con le politiche a febbraio e le regionali a maggio.
La situazione è nota: l'Epav di Baccega e Lanièce vuole la testa di Marzi, che deve pagare pegno per il ribaltone. Nel frattempo, nel Direttivo Pd di ieri si vota un documento che si proietta già verso le prossime elezioni: “Da diverso tempo – ha spiegato la Segretaria dem Irene Deval – si era al lavoro sulle alleanze, il Pd ha prodotto un documento che ha votato in direzione e che ribadisce il mandato con cui sono stata eletta. Si tratta di iniziare un tavolo di lavoro per preparare dei documenti programmatici per i prossimi appuntamenti elettorali”. Che, tradotto dal politichese, è la risposta all'asse ufficializzato da poco tra Uvp, Alpe, Pnv e Stella: ovvero il blocco contrapposto formato da Union Valdôtaine, Epav e Pd stesso.
Qui lo scoglio, il Sindaco di Aosta Fulvio Centoz vota contro il documento: “Sono d'accordo all'alleanza per affrontare le prossime elezioni – ha spiegato – ma ho chiesto tre volte di stralciare la posizione del Comune di Aosta. Il mio unico interesse è quello di garantire ai cittadini aostani la stabilità del governo, e credo che un rimpasto ora porterebbe solo a destabilizzare la situazione in attesa delle elezioni”.
Il documento Pd non parla esplicitamente di Marzi, ma Centoz subodora l'inghippo: “Le deleghe sono una decisione mia, prendo atto di quanto deciso dal Direttivo ma io vado avanti, non ho intenzione di ritirare le deleghe ad un assessore. È un gesto da fare se l'assessore è incompetente o lavora male, o commette atti gravi, non per una ripicca politica. Io non difendo Marzi, a me interessa solo la stabilità del Comune. Se sono solo nel partito ne prendo atto”.
Di rimbalzo Deval cerca di gettare acqua sul fuoco: “Non è un documento contro il Sindaco ma è un documento di indirizzo politico. Esiste il ruolo del partito e quello degli eletti, il partito deve fare sintesi di tutte le esigenze, comprese quelle che arrivano dal Comune di Aosta. La direzione si è pronunciata, nessuno ha il potere di andare a toccare le competenze del sindaco, compresa quella di dare e togliere le deleghe. Sarà a lui vagliare quali sono le possibilità di movimento”.
Acqua sul fuoco che potrebbe non bastare, dal momento che la temperatura – sia nel Pd che con gli alleati – si sta surriscaldando in fretta e, mentre la battaglia per le elezioni del 2018 deve ancora cominciare, il ring è invece già stato deciso. Ed è in piazza Chanoux.