La “polemichetta politica”, come la definisce il consigliere di Rete Civica Alberto Bertin, apre i lavori del Consiglio regionale e li occupa per quasi due ore. Il valzer di dichiarazioni parte dalla Presidente del Consiglio regionale Emily Rini, che torna a ribadire “l’indebita ingerenza” e il “quadro inquietante che mina la fiducia fra le persone” sulla vicenda dello scambio di e-mail, pubblicato nei giorni scorsi, fra la Presidente della I Commissione Patrizia Morelli e Elio Riccarand di Rete Civica.
Si scatena l’opposizione. “Per queste e-mail di una gravità inaudita ve ne dovreste andare a casa” invoca le urne Nicoletta Spelgatti della Lega Vda. Sulla stessa lunghezza Elso Gerandin di Mouv’: “La riforma della legge elettorale non una priorità, se vogliamo fare un favore ai cittadini andiamo a votare”. Lo scambio di e-mail viene definito da Daria Pulz “un atto di violenza da parte di qualcuno che non si è neppure candidato ed è stato eletto”. La consigliera regionale di Adu Vda, assieme a Paolo Sammaritani della Lega Vda, riporta la questione sulla violazione della privacy: “Chi ha dato alla stampa queste e-mail? O il destinatario o il mittente”; “Solo dalla maggioranza poteva arrivare questa documentazione, altrimenti sembra che ci siano manovre per fare saltare questa maggioranza e metterne un’altra, supposta”.
Dai banchi della maggioranza arriva la difesa di Chiara Minelli di Rete Civica: “Qualsiasi cittadino ha il diritto di esprimersi su un tema come questo, se questo non avviene in ambito pubblico ma privato”. La consigliera di Rete Civica parla poi di “strumentalizzazione architettata ad arte.”
A chiudere, forse, la questione è una dei suoi protagonisti, la presidente della I Commissione Patrizia Morelli. Leggendo in aula per intero la risposta data a Elio Riccarand, la consigliera di AC sottolinea come le e-mail “non abbiamo inficiato” i lavori della I Commissione”
“Il tono veemente di Riccarand mi ha un po’ infastidita e avrei potuto rispondere con la stessa veemenza, ma non sentendomi minacciata ho preferito rispondere con tutta calma e anche con un pizzico di ironia”. Poi la Presidente della I Commissione annuncia, ricordando come “la riservatezza è un diritto costituzionale penalmente perseguibile”, di voler denunciare.