Saint-Pierre, il bilancio di un anno e mezzo di commissariamento

Nella giornata di ieri, a Saint Pierre si è svolta la seconda edizione della “Giornata Libera” in cui, sono state tirate le somme di ciò che è successo in quest'ultimo anno e delle ragioni che lo hanno portato ad essere commissariato.
Il commissario Zarcone (al centro) ad un incontro di Libera.
Politica

È passato più di un anno da quando il comune di Saint-Pierre è stato sciolto per infiltrazione mafiosa. Per questo nella giornata di ieri, l’associazione Libera Valle d’Aosta, ha organizzato la seconda edizione della “Giornata Libera”, dedicata ai temi dello scioglimento del comune e del monitoraggio civico.
La manifestazione è iniziata alle 10:30 con una “passeggiata monitorante”, partita dal parcheggio del Municipio. Leonardo Ferrante, referente del Gruppo Abele, ha guidato i partecipanti attraverso il borgo di Saint-Pierre con l’intento di osservare la dimensione pubblica dei luoghi attraverso il monitoraggio civico. Ma una passeggiata di monitoraggio, come spiega Ferrante: “È anche un modo per fare comunità, di ricostruire questa comunità alla luce degli eventi che l’hanno riguardata nell’ultimo anno”.

Per concludere, alle 18 presso il salone polivalente di Rue Corrado Gex 3 si è tenuta la conferenza dal titolo “Bene Comune: Prospettive post-scioglimento e comunità monitoranti”, a cura del dott. Leonardo Ferrante e del dott. Giuseppe Zarcone, componente della Commissione per la straordinaria amministrazione del Comune di Saint-Pierre. Lì sono state tirate le somme dell’ultimo anno di commissariamento, partendo dall’analisi dei problemi che hanno reso necessaria l’attuazione di tale misura e esponendo le relative soluzioni.

La gestione degli appalti

Prima tra tutti la questione riguardante l’appalto concernente il Taxibus. Un appalto delicato” spiega il Dott. Giuseppe Zarcone: ”tanto che alla fine abbiamo valutato di rinunciare a gestire servizio per mezzo di appalto, abbiamo detto, usiamo una parte di contributi che lo Stato dà alle amministrazioni sciolte per infiltrazioni mafiose per comprare un mezzo che poi rimane di proprietà del comune, con cui poi gestire il servizio. Non abbiamo più fatto per il prossimo anno l’appalto, ma avremo un mezzo del comune. Questo ci sembra non solo importante dal punto di vista funzionale ma anche dal punto di vista prettamente simbolico.” Infatti l’appalto del Taxibus non è stato l’unico toccato da tali misure e come riporta il Dott. Zarcone: ”Ci siamo impegnati per attuare il principio di rotazione delle ditte che lavorano o hanno lavorato per il comune, perché ci sembra un elemento importantissimo per garantire più trasparenza e più concorrenzialità. Molto spesso le ditte che gestiscono questi servizi sono eccellenti ma è comunque opportuno che si ruoti per evitare sedimentazioni, cristallizzazioni, consolidamenti di posizione e per favorire il più possibile la concorrenza perché la concorrenza porta trasparenza che a sua volta porta ad una maggiore impermeabilità rispetto a movimenti illeciti.

Riorganizzazione dell’apparato burocratico

Neanche l’apparato burocratico è stato esente dalle riorganizzazioni, come spiega il componente della commissione straordinaria del Comune di Saint-Pierre. “Per quanto riguarda la riorganizzazione dell’apparato burocratico del comune non siamo più in convenzione con Sarre, abbiamo cambiato segretario comunale, non abbiamo più la vicesegretaria che c’era prima, abbiamo preso un funzionario sovraordinario, cioè un segretario da un altro comune che ci sta aiutando a rimettere a posto tutta l’attività dell’ufficio ragioneria che era in una situazione veramente critica. Abbiamo inoltre chiesto alla Regione di bandire nuovi concorsi, sia per l’area tecnica sia per l’area economico finanziaria. È un tema su cui abbiamo messo mano in maniera incisiva ed è anche uno dei motivi per cui la proroga ci è stata concessa. Tra le varie motivazioni abbiamo anche messo in evidenza che stavamo portando avanti una riorganizzazione dell’apparato burocratico che ci sembrava funzionale all’insediamento della futura amministrazione, perché vorremmo lasciare al comune un apparato che funzioni. Vorrei precisare che le persone che lavorano all’interno del comune sono tutte persone positive, chi più e chi meno danno una grossa mano, però è chiaro che vanno organizzate in modo adeguato e non lasciare che ci siano quelle due tre persone che portano avanti tutto mentre gli altri si accodano. Bisogna cercare di creare un’organizzazione più funzionale possibile. Torno a riflettere sul fatto che la commissione di indagine il cui lavoro ha portato allo scioglimento del comune aveva tra le altre cose evidenziato che forse c’era qualcosa che stava sfuggendo al controllo del comune proprio per una questione di organizzazione.”

La risposta alle critiche

La manifestazione della mattinata poi, non è stata esente da critiche, riportate da alcuni media, e a questo riguardo il dott. Zarcone ha voluto specificare: “Mi spiace non avere modo di instaurare il dibattito con queste persone che però spero abbiano la bontà nei prossimi giorni di cercarmi in modo tale da poterci confrontare a quattrocchi e dirci ciò che ci dobbiamo dire. Loro faranno le loro osservazioni e noi e i colleghi avremo modo di replicare con la massima serenità.” Anche il dottor Ferrante ha voluto chiarire la posizione di Libera: Avremmo avuto voglia di avere con noi i referenti del mondo della politica perché il nostro era un percorso prima di tutto di riflessività, di attenzione. Avremmo voluto parlarci, guardarci in faccia per capire come stare più attenti e fare in modo che le condizioni e la disattenzione sociale che hanno portato allo scioglimento non vadano a riverificarsi. Essere monitoranti vuol dire questo: domandarsi come accadono le cose, non darle per scontate, non con una logica accusatoria, ma volendo capire cosa sta succedendo, presupponendo dialogo e confronto, non il posizionamento. I processi di gestione sono processi umani, conoscibili e monitorabili, non con una logica accusatoria ma con l’approccio di chi fa domande per ottenere una risposta.”

La presenza di Libera sul territorio

In seguito il Dottor Ferrante, ha voluto spiegare quanto fatto invece da Libera nell’ultimo anno. “Un anno che nonostante la pandemia non è stato un anno di nulla. Proprio in quest’ultimo anno, come Libera, abbiamo mantenuto fede all’impegno preso, quello di avviare un lavoro di discussione e riflessione attorno al tema del monitoraggio pubblico e attorno al tema di come poter generare un’attività monitorante in una situazione di commissariamento. Un anno che ha aperto questo processo a tutta la Valle d’Aosta, anche nella consapevolezza che il bene comune sta a cuore a tutti a livello regionale. Lo abbiamo fatto anche collaborando con una realtà della Campania, la società civile del comune di Eboli dove è avvenuto uno scioglimento, non per infiltrazione mafiosa ma per arresto del sindaco. È stato bello e interessante questo confronto tra Nord e Sud Italia, tra due realtà civili che vogliono capire che è successo per prendersi cura delle cose. Ci siamo chiesti perché siamo arrivati ad uno scioglimento, perché è stata nascosta la polvere sotto il tappeto?”

Cosa significa cittadinanza attiva

Ma anche la cittadinanza deve fare la sua parte, ragione per cui, secondo il Dott. Ferrante: “Va incoraggiata anche una consapevolezza della società civile. Perché spesso purtroppo a scioglimento segue scioglimento. Questo dipende dalla capacità del commissario, ma anche dalla capacità dei cittadini di vigilare affinché non si torni in quelle condizioni. Il compito del cittadino non è solamente capire come votare bene, termine che fa un po’ paura, ma anche in forme del tutto apartitiche, come quella di Libera, di costruire cittadini attenti, che sappiano monitorare la politica, compartecipando alla cura del bene comune.Una comunità monitorante non è un puntare il dito contro la politica, non si preoccupi la politica, noi non ci vogliamo candidare. È chiedere ai candidati, dialogando senza nasconderci, come vogliano prendersi cura del bene comune. Questa è la costruzione della democrazia. Dove c’è una cittadinanza attiva e monitorante le opportunità diventano più complicate, se c’è un tessuto civico che si fa le giuste domande.”

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