Scuola, Certan risponde al Comune di Aosta: “Non abbiamo pensato a nessun nuovo edificio”

L'Assessora all'Istruzione replica all'odg votato ieri in Consiglio comunale che chiedeva risposte, prima dell'eventuale costruzione di un nuovo plesso, sull'ex "Scuola polmone" di Tsambarlet: "Anche fossimo nelle condizioni di decidere non potremmo avere la struttura pronta per settembre".
Chantal Certan
Politica

Il Comune di Aosta “batte il colpo”, e l’Assessore regionale all’Istruzione Chantal Certan risponde.

Dopo le polemiche di ieri, con il Consiglio comunale unito nel chiedere alla Regione di risolvere il nodo dell’ex Scuola polmone – poi trasformatasi in Nuovo Polo scolastico fino al “congelamento” del progetto, nel 2018 – prima di pensare a nuovi edifici scolastici nel Capoluogo, Certan, “tirata per la giacchetta” reagisce.

Anzitutto con un punto fermo: “Non abbiamo pensato a nessun nuovo edificio – spiega l’Assessora –, ma solamente all’emergenza Covid e agli indirizzi che vengono dati per risolvere i problemi di assembramenti e di promiscuità belle scuole. Non stiamo creando proprio nessun nuovo plesso scolastico, ma cerchiamo di dare una soluzione all’emergenza e per riprendere la didattica in presenza per settembre”.

Ma non solo: “Anche fossimo nelle condizioni di decidere per un plesso a Tsambarlet da oggi a 1° di settembre o di ottobre – prosegue Certan –, non potremmo avere la struttura pronta, ed il Sindaco lo sa perché ha partecipato a tutte le riunioni sull’edilizia scolastica”.

Lì, ed è il problema sollevato da Fulvio Centoz, c’è il maneggio di Aosta, chiuso in virtù dell’accordo di programma sul Nuovo Polo scolastico, destinato a spostarsi in zona VdA Structure e attualmente chiuso in attesa di scoprire il suo destino.

Certan spiega: “Capisco bene che il Sindaco abbia a cuore il maneggio, che è importantissimo e che sia uno degli aspetti che lui prenda in considerazione. Però dico anche, ordinando le priorità, che dobbiamo capire che la scuola di Tsambarlet non sarebbe finita comunque per settembre 2020 e che dobbiamo dare delle risposte alle scuole che devono rispettare le misure contro il virus”.

Non un nuovo plesso, e non nell’area ex Testa Fochi

L’ordine del giorno votato in Consiglio comunale ricordava che, “nell’ambito della Commissione di Valutazione” cui aveva preso parte anche il Comune, una delle aree coerenti con “la destinazione d’uso urbanistica” era anche la proposta di una “scuola polmone” nell’area della ex Testa Fochi.

Anche qui Certan sgombera il campo: “Si continua ad insistere su quell’area, ma l’Amministratore unico della Società Siv ha spiegato che la consegna dei lavori della Nuova Università è prevista per settembre 2021, e che quindi il cantiere non è finito e che oltretutto deve esserci il passaggio di proprietà dal Demanio alla Regione, non ancora avvenuto. Le aree indicate non sono di proprietà e a disposizione della Regione. Abbiamo cercato di accelerare, abbiamo fatto un collaudo che però non è ancora perfezionato da quello tecnico. Poi ci vorrebbero 90 giorni dal collaudo, tre mesi, quindi anche se finissimo a breve i tempi non ci sono. Le decisioni vanno prese adesso, per quello ho chiesto ai sindaci di fare una ricognizione con i dirigenti scolastici”.

E una scuola prefabbricata?

Anche qui Certan spiega, calcando sul fatto che nessuna nuova scuola al momento è da dare per certa: “Abbiamo svolto delle indagini rispetto ai siti per inserire dei moduli prefabbricati per ospitare il Liceo Bérard, ma non c’è ancora nessuna decisione. Abbiamo chiesto proposte tecniche fattibili ancora da verificare”.

L’ex Maria Adelaide

Altro punto che sta a cuore al Consiglio del Capoluogo – dibattuto spesse volte in aula – è il destino dell’edificio in via Torino, che ospitava le furonoMagistrali”.

Riaprire l’ex sede dell’Istituzione Regina Maria Adelaide è una delle ipotesi sul tavolo, visto che il disegno di legge della Giunta – il “Terzo pacchetto di misure anticrisi” attualmente all’esame delle Commissioni – prevede il finanziamento di un progetto di fattibilità tecnica ed economica per valutare gli interventi necessari alla sua destinazione a sede scolastica provvisoria o definitiva.

Certan aggiunge: “Gli Uffici hanno pensato ad una ricognizione con anche uno studio di fattibilità per capire se vi è una possibilità per l’edificio o se sia da escludere. Serve una verifica, dopo 3 anni di chiusura, per capire anche la possibilità di usarlo in emergenza, e per dirci se sia in condizioni tali da essere ristrutturato o buttato giù. Su questo, però, non entro nel merito perché sarà la prossima Giunta regionale ad occuparsene”.

Il “nodo” politico e le proposte

Anche quando il gioco si sposta in politica c’è di che dibattere. E infatti, ad alcune considerazioni emerse ieri in Consiglio comunale l’Assessora risponde: “Se i rappresentanti di Rete civica, che hanno votato nel Consiglio di Aosta l’ordine del giorno su Tsambarlet, ed i rappresentati di Centoz in Consiglio regionale presenteranno un emendamento che permetta all’assemblea e alla Giunta regionale, che è in ordinaria amministrazione, di prendere una decisione proprio su Tsambarlet, avranno il mio voto favorevole. Non è sufficiente scrivere o dire cose per cercare di rilanciare la pallina o la decisione nel campo degli altri per levarsi le responsabilità e non dare risposte ai cittadini”.

A scuola con la mascherina?

A margine, Certan tocca un argomento assai dibattuto in questi – e verosimilmente nei prossimi – giorni: l’utilizzo dei dpi, e in particolare delle mascherine, alla riapertura dell’anno scolastico.

La questione è in itinere, e l’Assessora spiega: “Abbiamo presentato le nostre proposte alla Conferenza delle Regioni e delle Province, poi sottoposte al Ministro, come linee guida per la riapertura. Abbiamo inviato la seconda versione del nostro protocollo, proposte che la delegazione degli Assessori all’Istruzione ha ritenuto interessanti. Fra queste c’è l’uso delle mascherine: con l’obbligo di indossarle per tutti gli allievi dai 6 a 19 anni fino a raggiungimento del proprio banco, e non quando sono seduti. Quindi solamente per gli spostamenti”.

Sulle aule, invece, Certan commenta: “L’obiettivo delle regioni è quello di eliminare la Didattica a distanza per le scuole primarie e le secondarie di 1° e 2° grado, con il rientro a settembre. Con la distanza interpersonale di un metro servono aggiustamenti per le aule un po’ strette e per quando il numero di alunni è superiore a 20. Pensiamo però che la media di quasi tutte aule in Valle è di 45 mq”.

Qualcosa si muove anche sulla riapertura in sé, con il Consiglio scolastico che ha dato parere favorevole alla data del 14 settembre: “La prossima settimana valuteremo”, dice l’Assessora.

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