Sulla proroga gratuita dei dehors Aosta prende tempo, le coperture non bastano

Con la fine dello stato di emergenza, lo scorso 31 marzo, è venuta meno anche l'esenzione sul canone dell'occupazione di suolo pubblico. Diversi Consigli comunali nel resto d'Italia hanno posto rimedio, andando in ordine sparso. Aosta aspetta un segno dal Governo centrale, sollecitato anche dalle associazioni di categoria.
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Politica

Lo stato di emergenza, formalmente, è finito lo scorso 31 marzo. L’idea di un ritorno all’epoca pre-Covid, però, non è semplice da immaginare dopo due anni.

Qualcosa – oltre all’abbandono progressivo di Green pass e restrizioni –, potrebbe infatti rimanere così com’è. Con l’inizio di aprile, gli esercenti che finora hanno usufruito della concessione gratuita dell’occupazione suolo pubblico da parte dei comuni, per spostare all’esterno parte della propria attività o per allargare i dehors, dovranno tornare a pagarla. L’esenzione Cup (il Canone unico patrimoniale, l’ex Cosap), infatti, era una misura emergenziale. Chi oggi vorrà mantenere banchetti e tavolini all’esterno dovrà chiedere nuovamente – entro giugno e con procedura semplificata – la concessione.

A livello nazionale, la Fipe – la Federazione italiana pubblici esercizi – si è rivolta direttamente ai comuni chiedendo di confermare le agevolazioni per tutto il 2022. La stessa richiesta è arrivata ai sindaci dai tavoli di Confesercenti, mentre Confcommercio ha lanciato un appello direttamente al Governo perché intervenga sulla questione.

Diversi Consigli comunali, intanto, si stanno muovendo o si sono già mossi – in ordine sparso – prorogando la gratuità dei dehors con tempi diversi.

Qualche esempio: a Genova, così come a Cento – in provincia di Ferrara – è arrivato il “sì” allo spostamento al prossimo 31 dicembre. A Milano e a Firenze si applicherà, invece, uno sconto del 20 percento sul canone fino a fine anno. A Bologna lo sconto deciso è invece del 40 percento, ma fino al 30 giugno. A Torino – complice anche l’Eurovision Song Contest –, la gratuità finirà il 31 maggio. A Gorizia la proroga durerà tre mesi, fino a giugno, così come a Varese e a Ivrea. Carmagnola – parte della Città metropolitana di Torino – ha deciso che i dehors saranno gratis per tutta l’estate.

E ad Aosta? Il capoluogo prende tempo, e per ora resta in attesa di capire sa a Roma il Governo centrale raccoglierà o meno le istanze dei rappresentanti del commercio e degli esercenti, sia nazionali sia locali.

Dobbiamo capire se lo Stato ha intenzione di muoversi con un’iniziativa alla quale appellarsi – spiega il Sindaco di Aosta Gianni Nuti –. Le associazioni di categoria stanno facendo pressing a livello nazionale e stiamo cercando di prendere il tempo che serve per capire cosa si muoverà. Nel caso, saremmo ben felici di accodarci”.

Anche perché, aggiunge Nuti: “Stiamo facendo più di un ragionamento, ma in questo momento le coperture finanziarie per esentare la Cosap per tutto l’anno non le abbiamo. Questo non significa non sia il caso di trovare qualche soluzione alternativa, se ci sono le condizioni per farlo. L’atteggiamento, da parte nostra, è di apertura. È chiaro che la volontà politica sia quella di andare in questa direzione e incontro ai commercianti, che in pandemia hanno rivelato anche le possibilità che possono creare questi ampliamenti”.

Coperture che non sono semplici da far quadrare, dato che il canone di occupazione del suolo pubblico ha un peso specifico sulle casse comunali che ammonta a “1.5 milioni di euro circa – aggiunge la vicesindaca di Aosta Josette Borre, che ricopre anche il ruolo di assessora comunale alle Finanze -. Al momento non abbiamo risorse a disposizione per una manovra di questo tipo“.

Non resta che attendere. Tempi migliori, da un lato. E che Romabatta un colpo” dall’altro.

Una risposta

  1. Forse é anche ora di non agevolare ulteriormente gli esercizi di ristorazione . Vedi i generosi ristori ,i contributi a fondo perso ,i bonus/voucher …per le misure anticrisi pandemica . Ci pensano già di loro, da due anni, aumentando indiscriminatamente ed elasticamente i listini prezzi ,che non verranno più ritoccati al ribasso .La maggior parte della popolazione vive di stipendio e/o pensione e questi ultimi non sono così “flessibili”.

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