Testolin a Nizza, si torna a parlare del traforo del Monte Bianco

Il Presidente della Regione ha preso parte al Comitato di cooperazione transfrontaliera del Trattato del Quirinale. Sul tavolo, anche l'infrastruttura. Il vicepremier Tajani apre: "Stiamo lavorando per trovare una soluzione per avere il secondo tunnel del Monte Bianco. Questa è la proposta italiana".
Il presidente della Regione Renzo Testolin a Nizza con il Ministro degli Interni Antonio Tajani
Politica

L’attività istituzionale di cooperazione transfrontaliera della Valle d’Aosta, la necessità di collegamenti viari stabili tra l’Italia e la Francia e gli investimenti a favore della parità linguistica tra l’italiano e il francese in ambito scolastico. Questi alcuni dei temi che la Valle d’Aosta ha portato ieri, venerdì 7 febbraio, a Nizza, alla riunione del Comitato di cooperazione transfrontaliera del Trattato del Quirinale.

A prendervi parte, il presidente della Regione Renzo Testolin assieme ai rappresentanti degli enti e delle istituzioni locali dei territori di confine tra Italia e Francia. L’occasione ha visto anche un vertice bilaterale tra il vicepremier e ministro degli Esteri Antonio Tajani e l’omologo francese Jean-Noël Barrot.

“La nostra regione bilingue – spiega Testolin – riveste un ruolo del tutto particolare, di cerniera, nelle relazioni franco-italiane, una particolarità che ci viene riconosciuta dalle istituzioni dei due stati. Il comitato è stata l’occasione di condividere con i territori transfrontalieri, ma anche con i Ministri degli Esteri Tajani e Barrot e il Ministro dei Trasporti francese Philippe Tabarot non solo alcune nostre preoccupazioni riguardanti in particolare lastabilitàe la fruibilità del collegamento del Traforo del Monte Bianco e la necessità del suo raddoppio, ma anche alcune nostre esperienze virtuose di collaborazioni istituzionali con la Savoia e l’Alta Savoia e di impegno per favorire il bilinguismo dei nostri studenti”.

Il presidente della Regione Renzo Testolin a Nizza
Il presidente della Regione Renzo Testolin a Nizza

Dai suoi canali social Tajani ha scritto: “Vogliamo che i cittadini e le imprese abbiano sempre più collegamenti aperti con la Francia. Lavoriamo per la riapertura e il rafforzamento di snodi cruciali come quelli del Fréjus, Tenda e Monte Bianco, per dare più sviluppo e crescita ai nostri territori”.

Il Ministro dell’Interno ha anche annunciato – lo scrive l’Ansa – un comitato tecnico di fattibilità per la seconda canna del traforo del Monte Bianco: “Stiamo lavorando per trovare una soluzione per avere il secondo tunnel del Monte Bianco: questa è la proposta italiana. Abbiamo deciso di dar il via a un comitato tecnico che studierà la fattibilità dei costi e dei risparmi anche in materia ambientale della realizzazione per fare il nuovo tunnel che affianchi quello attuale”.

Il presidente della Regione Renzo Testolin a Nizza
Il presidente della Regione Renzo Testolin a Nizza

2 risposte

  1. Un passo avanti che porterà forse tra 10 e 15 anni la risoluzione del problema: è solo un accordo preliminare, in attesa dei risultati della valutazione di impatto ambientale del raddoppio dl Bianco da parte del ministero dell’ambiente francese. In base al primo esito di questa valutazione si deciderà il da farsi: se va bene tra tre anni il cantiere per il sarà allestito, altrimenti bisognerà trovare una soluzione alternativa, che non sarà un cosa molto veloce. Sicuramente appena parte il raddoppio ci vorranno almeno 9 anni di lavori: i 5/6 anni detti da Turcato sono solo per i lavori del raddoppio, non tutte le fasi preliminari e finali dell’opera (preparazione cantiere, terreno e maccinari, collaudo e interfacciamento con i sistemi della prima canna): E quelle finali sono una grossa rogna: al Frejus sta facendo ritardare l’apertura del secondo tunnel. Nel frattempo le chiusure programmate di 3 mesi all’anno del traforo continueranno almeno fino all’inizio lavori: se si farà la seconda galleria parallela, spero, la volta del tunnel dovrà essere in grado di reggere alle vibrazioni dei lavori senza crollare. Io sono ottimista, ma se dopo l’isituzione di questa commissione ci saranno intoppi e magagne di vario genere che allungheranno i tempi di inizio lavori, ho paura che i 18 anni di chiusure programmate trimestrali per rifare la volta del traforo si faranno tutte. Sperando che nel frattempo la popolazione della Valle di Chamonix non si organizzi per impedire con ogni mezzo il raddoppio: e i francesi su queste cose sono molto più violenti dei noTAV nostrani.

  2. Un bel passo avanti! Manca però un piano di emergenza per eventi non pianificati. Oltre all’agosto 2023, due settimane fa, il 21 gennaio 2025 è bastata una chiusura di 24 ore del Frejus per un problema tecnico per avere centinaia di camion ad aspettare tre ore per passare il Bianco. Inaccettabile per il nostro sistema logistico ed economico.

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