Contro i treni bimodali tornano a dire il proprio No convinto i Pendolari stanchi della Valle d’Aosta da sempre sostenitori all’elettrificazione della linea. In una nota l’Associazione spiega come “i soldi del “Decreto del Fare” sono finalizzati ad un ammodernamento della linea ferroviaria.” E secondo i pendolari ammodernamento significa “raddoppio binari, elettrificazione, rettificazione di alcuni tratti, abolizione passaggi a livello, messa in sicurezza, consolidamento ponti, allargamento gallerie, ecc”.
I bimodali vengono quindi giudicati dall’Associazione come “qualcosa di temporaneo e non risolutivo”. Inoltre ricordano i pendolari i soldi del decreto del fare sono stati assegnati alla linea Chivasso-Aosta e pertanto “il loro utilizzo va concertato con la Regione Piemonte.”
Secondo poi i l’Associazione per risolvere la rottura di carico servirebbero almeno 8 bimodali. Questi mezzi che, secondo l’Associazione porteranno alla dismissione anticipata dei Minuetto, acquistati pochi anni fa dalla Regione, hanno bisogno di omologazione. "Ciò significa – si legge ancora nella nota dell’Associazione – allungare ulteriormente i tempi di attesa e spendere altri soldi”. Problema all’analogo per la manutenzione “per la quale bisognerà rivolgersi ancora una volta all’estero" cosi come per la costruzione.
L’Associazione Pendolaristanchivda ribadisce quindi "la necessità di procedere con l’elettrificazione della tratta Ivrea-‐Aosta. Tale scelta, il cui costo è stato valutato da RFI nell’ordine di 80-‐85 milioni, che sarebbe in linea con il Decreto del Fare e potrebbe avere l’approvazione della Regione Piemonte."
Critiche alla decisione della Regione arrivano anche dal segretario del Partito democratico, Raimondo Donzel che sul proprio blog ricorda l’impegno preso dal Governo regionale di relazionare alla competente commissione. "Siamo alle solite – scrive il consigliere regionale – Rollandin e Uv e SA se ne infischiano della democrazia e decidono d’autorità un acquisto strategico che vede alcune associazioni assolutamente contrarie. In un periodo di crisi sprechiamo 50 milioni senza risolvere i problemi strutturali della ferrovia".