“Un attacco alla legge 194”, in Consiglio arriva la protesta delle “ancelle”

La protesta nei confronti della mozione “Aosta una città per la Vita”. Spiegano le ancelle: "atto che vuole attaccare la legge 194 ed introdurre nei consultori le associazioni ‘pro-life’".
La protesta delle ancelle in Consiglio comunale
Politica

Mentre in Consiglio comunale si discute l’ordine del giorno a firma Lancerotto (Uv) – Lega dal titolo “Aosta una città per la Vita”, scatta – silenziosa ma evidente – la protesta.

Sono una decina, vestite da ancelle – l’ispirazione arriva infatti da “Il racconto dell’ancella”, il romanzo distopico del 1985 di Margaret Atwood che racconta un futuro nel quale la donna è completamente sottomessa e asservita, annullata nel corpo dalla politica maschile e maschilista – e stanno ferme, di fronte all’aula consiliare, con il mantello rosso ed il copricapo bianco.

E l’hastag che le muove è chiarissimo: #giùlemanidainostridiritti.

All’interno, l’ordine del giorno in discussione che spiega come, stando alla legge 194, “Lo Stato, le regioni e gli enti locali, nell’ambito delle proprie funzioni e competenze, promuovono e sviluppano i servizi socio-sanitari, nonché altre iniziative necessarie per evitare che l’aborto sia usato ai fini della limitazione delle nascite”.

Da qui la richiesta presentata da Lancerotto di “individuare alcuni punti strategici nella città dove installare una cartellonistica con le indicazioni per raggiungere il sito del progetto “Una culla per la vita”, diffondere materiale informativo soprattutto nei luoghi sensibili, come consultori e Ospedale Beauregard, dell’associazione Sos Vita che si occupa di soccorrere le donne incinte, specie se in condizione di disagio, nelle situazioni di grave emergenza e pericolo a causa del loro stato di gravidanza e a riconoscere un ruolo consultivo alle associazioni di riferimento per le scelte inerenti agli atti politici e amministrativi che abbiano per oggetto la tutela della vita e della famiglia”.

Sara Favre, Presidente del Consiglio, cerca di tenere i pezzi assieme e propone “una serata di costruttivo confronto tra pensieri diversi, facendo intervenire persone che possono dare un contributo reale. Magari proprio a maggio per i 40 anni della legge 194, decidendo chi fare intervenire, le associazioni e l’Ordine delle ostetriche che si è dato molto disponibile”.

Risposta che fa infuriare Andrione (Lega): “Si dice di evitare le strumentalizzazioni, ma le fanno chi fa queste sceneggiate fuori dall’aula. Accettiamo il rinvio ma con una condizione: organizziamo il dibattito e la serata e riproporremo l’ordine del giorno perché riteniamo che il Consiglio abbia il diritto ed il dovere di esprimersi su un tema di questa importanza”.

Un attacco alla 194”

Il gesto di protesta delle ancelle lo spiega Viviana Rosi: “Questa è una mozione puramente strumentale, presentata tale e quale in diversi consigli comunali, che vuole attaccare la legge 194 ed introdurre nei consultori le associazioni ‘pro-life’. I fatti dicono però che gli aborti sono in diminuzione da quando c’è la legge, e che servono l’educazione sessuale, sostenere i contraccettivi gratuiti e sostenere l’autodeterminazione delle donne”.

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