Uvp lancia la sfida: una costituente per l’autodeterminazione

“Abbiamo bisogno di un rilancio storico della nostra autonomia, di riattualizzare un concetto che era per molti eterno e che ora sta cedendo sotto i colpi della crisi finanziaria e dei tagli di bilancio” spiega Laurent Viérin.
Presentazione Costituente UVP
Politica

Vedrà la luce il 10 gennaio prossimo, giorno in cui nel 1946 si riunì il primo Consiglio regionale valdostano, il nuovo progetto politico annunciato da Uvp nei giorni scorsi e presentato questo pomeriggio nel corso di una conferenza stampa.

“Abbiamo bisogno di un rilancio storico della nostra autonomia, di riattualizzare un concetto che era per molti eterno e che ora sta cedendo sotto i colpi della crisi finanziaria e dei tagli di bilancio” spiega Laurent Viérin. La sfida lanciata da Uvp è quella di una costituente valdostana che possa “rassembler le diverse energie e sensibilità autonomiste e che lanci il concetto di autodeterminazione dei popoli anche suffragato da risorse proprie”.
L’appello dei progressisti è rivolto “alle comunità locali, al mondo della cultura e ad ogni altra espressione della democrazia” ma anche a "certi personaggi che hanno fatto la storia della Valle d’Aosta", senza dimenticare "le forze politiche nazionali come il Pd che possono costituire un importante trait d’union con Roma“ ricorda Viérin.

Un progetto contenitore al quale sarà affidato il compito di “disegnare l’idea futura di Valle d’Aosta” e poi decidere “le battaglie”. “E’ una proposta semplice e lineare nei contenuti basata sui valori e sugli ideali troppo spesso dimenticati dalla politica. Sarà un contenitore aperto al contributo di tutti coloro che hanno a cuore l’autonomia” sottolinea il Presidente di Uvp, Alessia Favre. “Nessuno di noi gioca al rilancio – aggiunge Luciano Caveri – e neppure giochicchia su più tavoli per vedere dove vince. Ci ritroviamo di fronte ad un tornante storico per la Valle d’Aosta, la garrota che la nostra autonomia ha al collo si sta sempre più stringendo”. 

I progressisti si dicono certi che “qualcuno risponderà” al proprio appello “perché oggi c’è voglia di qualcosa di nuovo” altrimenti “andremo avanti da soli perché non vogliamo assistere alla morte della nostra comunità in modo passivo”.

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