VdA Aperta contro il Documento di economia e finanza regionale 2023

Tra i punti più critici del documento, gli esponenti di partito hanno citato il ritardo nella presentazione, i numerosi investimenti in materia di impianti a fune e le lacune nei comparti di sociale e sanità.
Da sinistra Raimondo Donzel, Rino Martini, Erika Guichardaz e Alex Glarey
Politica

A distanza di un solo giorno dall’approdo in consiglio del Documento di economia e finanza regionale 2023, Valle d’Aosta Aperta evidenzia alcune criticità e palesa numerose perplessità presenti nelle pagine di uno dei documenti più importanti del lavoro istituzionale della Regione. Durante la discussione generale prevista nella seduta di domani, mercoledì 8 novembre, la consigliera Erika Guichardaz ha promesso di dare voce ai punti più controversi e problematici evidenziati dai colleghi di Adu VdA e Area democratica – Gauche autonomiste.

“La pubblicazione del Defr è quest’anno avvenuta in grave ritardo, a ridosso della presentazione in pompa magna alle forze sociali e alle associazioni di categoria di un bilancio che credo nessun consigliere possieda ancora – ha commentato la consigliera durante la conferenza stampa di oggi, martedì 7 novembre -. L’anomalia è che questo documento di consuetudine dovrebbe precedere e soprattutto stabilire il bilancio, non seguirlo come di fatto è avvenuto”.

Secondo gli esponenti del partito, il Documento di economia e finanza regionale manca di condivisione tra i rappresentanti politici in gioco tra le fila del Consiglio regionale.

“Per citare soltanto due esempi, mentre la questione dei segretari comunali è stata in votazione prima del rilascio del documento, quella della contrattualizzazione di Vigili del fuoco e Forestali non è trattata – ha rincarato Guichardaz -. Ci lascia perplessi anche la volontà di far passare una parte del personale della Società dei servizi che ha a che fare con la disabilità sotto le partecipate senza pensare a come reintegrarlo e garantire così una certa continuità”.

Oltre contro la mancanza di riferimenti al comparto sociale e al comparto sanitario, Valle d’Aosta Aperta punta il dito contro gli innumerevoli investimenti previsti dal Defr per la realizzazione di opere turistiche e impianti a fune, stimati tra i 500 milioni di euro e i 600 milioni di euro.

“Quanto alla tematica dello sfruttamento economico dei ghiacciai, viene da chiedersi perché il ghiacciaio di Valtournenche che ospiterà la prossima coppa del mondo non sia al momento oggetto di studio da parte di Fondazione montagna sicura – si è interrogato invece Alex Glarey di Adu VdA -. Ci domandiamo anche come mai il documento citi la conclusione e la piena fruizione dell’aeroporto regionale anche se l’apertura ai voli commerciali non era inizialmente in programma”.

Il gruppo politico sottolinea peraltro una certa contraddizione tra quanto promosso dagli esponenti valdostani del Partito Democratico e quanto stabilito per converso sul piano nazionale: accanto all’aspetto dell’autonomia imprescindibile, pare una violazione anche la messa in atto di misure di autonomia differenziata che la segretaria Elly Shlein definisce come fautrici di divisioni interne e diminuzione di competenze.

“La povertà sta crescendo anche in Valle d’Aosta e a oggi non esistono reali provvedimenti per farvi fronte come erano un tempo il Bon de chauffage e il reddito di cittadinanza, della cui eliminazione la Regione si è semplicemente limitata a prendere atto – ha constatato Raimondo Donzel di Area democratica – Gauche autonomiste, elencando le numerose disattenzioni in termini di uguaglianza commesse dal Defr -. Oltre a impiegati che percepiscono stipendi minimi e a realtà lavorative che lamentano perenni carenze di personale, le nostre scuole cadono letteralmente a pezzi e riscontrano elevati tassi di abbandono forse motivati dal fatto che le sole due istituzioni finanziate dalla Regione sono a numero chiuso e che molti ragazzi sono coretti a ripiegare su altre alternative non adeguate alle loro esigenze”.

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