Contenuto Pubblicitario

Si scrive birra Metzger, si legge viaggio in due secoli di storia: ora anche in Valle

Dal 1848, il noto marchio è sinonimo di birra di Torino. Giunta sino al 1975, la sua produzione è ripresa nel 2015, nel segno della riscoperta delle origini, ed ora, da lunedì 21 giugno, è distribuita nella nostra regione.
Birra Metzger - Torino.
Pubbliredazionali

Oltre a dissetare, ogni sorso di birra Metzger è un viaggio nella storia. Oltretutto, di una città affatto lontana dalla Valle d’Aosta. Parliamo di Torino, ove l’omonimo birrificio è stato fondato nel 1848. Il conosciuto marchio, passando attraverso diverse proprietà, ha attraversato il tempo fino al 1975, quando lo storico stabilimento piemontese chiude purtroppo i battenti. Come in ogni storia di successo, però, esiste una data di ripartenza dalle origini, che in questo caso è il 2015, quando Metzger rinasce. Una bevanda che da lunedì 21 giugno viene distribuita anche nella nostra regione, in vendita all’ipermercato “Gros Cidac” di Aosta.

La storia di questa birra – che oggi è disponibile in più versioni, sia in bottiglia, sia in lattina – è intimamente legata alle mutazioni cui Torino è andata incontro nella storia. Perso il ruolo di capitale del Regno d’Italia, nella città che si trasforma in capoluogo industriale sorgono i primi caffè-bistrot e s’impone una bevanda che, nella penisola, pochi conoscevano (ma i produttori vinicoli avevano intuito il suo potenziale, tanto  da guardarvi con sospetto e fastidio): la birra. La zona che sospinge l’innovazione è Borgo Dora, ad ovest del capoluogo, dove spuntano le ciminiere dei birrifici, che fanno da contorno della shilouette della metropoli in fasce.

Perché si concentrano in quell’area? Là è possibile sfruttare l’acqua del canale di Torino. Ed è là che Karl Metzger, imprenditore alsaziano, apre il suo primo birrificio. Nel 1862, la produzione si sposta nel complesso di via San Donato, che ancor oggi esiste e vanta la qualifica di monumento industriale. Nel 1888 le redini aziendali passando al figlio Francesco Giuseppe Metzger, che – cresciuto nella terra dove la birra è uno stato d’animo, la Germania – riesce a far conquistare al marchio il diploma al Gran Premio della birra del 1871 e la medaglia d’oro all’esposizione dell’Industria italiana del 1898.

Nei primi del ‘900, la notorietà della birra Metzger aumenta ancora, grazie alle campagne pubblicitarie dell’artista futurista Nicolay Diulgheroff. Nel 1928, nasce il marchio contraddistinto dall’essenziale e caratteristica “M” maiuscola. Non solo, perché la bevanda che nasce in riva al Po diventa l’accompagnamento d’avanguardia ai tavoli del primo ristorante futurista italiano, il Santopalato, dove viene chiamata “brodo solare” o “aerovivanda”. Nel tempo, sono però molti altri – e di diverse correnti – gli artisti che hanno legato il loro nome a manifesti o campagne per Metzger: Marcello Dudovich, Filiberto Mateldi, Leonetto Capiello, Dafne Maugham, per citarne alcuni.

Una storia lunga quasi due secoli che oggi si arricchisce di un capitolo nuovo, in una Torino che, per l’ennesima volta, cambia pelle, prendendo coscienza del suo ruolo di capitale culturale ed enogastronomica aperta al turismo internazionale. Metzger, nella sua versione Lager Premium, è una birra estremamente scorrevole e mai impegnativa, quasi anticipata dal suo colore giallo pallido. Adeguata per essere consumata in ogni occasione, a tavola può accompagnare efficacemente anche piatti di pesce. La linea “170° anniversario”, invece, include una bionda in stile “american lager” di facile e appagante bevuta, dalla luppolatura in dry hopping che ne esalta l’aroma floreale, nonché un’Ambrata. Una lager dal corpo medio, la cui maltazione moderata dei malti caramellati esalta l’aroma del luppolo e cela la sua parte amara in un perfetto equilibrio di rotondità e gusto.

E non è ancora tutto, perché ai prodotti in bottiglia (elencati sinora) si affiancano tre proposte in lattina, tutte da provare: la “Butterfly I.P.A.”, una doppio malto dal gusto esagerato; la “Pilsner del Balon” (altro riferimento alla tradizione piemontese), dal colore chiaro e la schiuma compatta a grana fine; la “Thunder Ale”, dallo stile belga ma dal sapore italiano (gusto moderatamente dolce e corpo deciso). Insomma, una varietà – riconosciuta da varie distinzioni di settore internazionali – in grado di rappresentare significati pregevoli anche per i palati più selettivi. Un viaggio nella storia a sorsi che anche i valdostani potranno ora finalmente affrontare.

 

Per informazioni:
Metzger Srl
Via Catania, 37
Torino

E-mail

Sito web

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito è protetto da reCAPTCHA e da Googlepolitica sulla riservatezza ETermini di servizio fare domanda a.

The reCAPTCHA verification period has expired. Please reload the page.

Vuoi rimanere aggiornato sulle ultime novità di Aosta Sera? Iscriviti alla nostra newsletter.

Fai già parte
della community di Aostasera?

oppure scopri come farne parte