Covid, l’Usl risponde ai sindacati: “Nessuna improvvisazione, si applica il Piano per l’emergenza”

“Se c’è una certezza appresa dalle precedenti ondate - si legge nella replica dell'Azienda sanitaria -, è che non si può aspettare che gli eventi ci travolgano ma che dobbiamo sempre precederli. Curioso che una parte del sindacato minimizzi l’andamento dell’attuale situazione epidemica".
Immagine archivio - La sede Usl di via Guido Rey
Sanità

A stretto, anzi strettissimo giro, l’Azienda Usl risponde alle critiche piovute dai sindacati medici e quelli di comparto che puntavano il dito contro un ospedale “Parini” ritenuto “senza progetto” per affrontare la quarta ondata Covid.

In una nota, infatti, l’Azienda sanitaria replica che “la Usl non sta improvvisando alcunché, e che ciò che sta applicando è il Piano per l’emergenza Covid, discusso definito ed approvato nel Collegio di direzione con la partecipazione di tutti i Direttori di Dipartimento, delle aree e del Coordinatore dell’emergenza stesso; ed infine che tale piano è stato oggetto ripetuto di discussione e confronto in azienda”.

Non solo: “Se c’è una certezza appresa dalle precedenti ondate – si legge -, è che non si può aspettare che gli eventi ci travolgano ma che dobbiamo sempre precederli: non sarebbe opportuno allestire i reparti solo quando in Pronto soccorso c’è la fila di pazienti Covid in attesa di un posto letto. Curioso che una parte del sindacato della dirigenza medica minimizzi l’andamento dell’attuale situazione epidemica, senza precedenti per numeri di nuovi casi giornalieri e per curva di crescita, in Europa, Italia ed anche Valle d’Aosta”.

A questo l’Usl aggiunge di aver “interrotto tutte le prestazioni non urgenti (comprese quelle ambulatoriali) su indicazione del Ministero, esattamente come è avvenuto in tutta Italia, e come lo stesso sindacato scrivente in altre Regioni aveva sollecitato”. Un provvedimento assunto “a malincuore ma obbligatoriamente, proprio per assicurare l’assistenza ai pazienti Covid e non Covid urgenti; recuperando innanzitutto posti letto disponibili, nonché personale disponibile: infermieri, Oss ed infine medici”.

Riguardo il personale, l’Azienda spiega invece che “l’assistenza ai pazienti Covid non può essere in carico solo ai medici internisti o di area medica, ma deve essere garantita anche dai medici di area chirurgica (i più alleggeriti dalla sospensione dell’attività non urgente), così come lodevolmente è sempre stato fatto. L’emergenza è tale che non può essere assorbita da una parte sola dell’organizzazione, nessuno se ne può chiamare fuori”.

Con un esempio, ovvero il reparto di Medicina interna che “oltre a contribuire all’assistenza ai reparti Covid, al momento, ha 65 pazienti ricoverati non-Covid provenienti dal Pronto Soccorso (51 nel proprio reparto più altri 14 ‘appoggiati’ in altri reparti)”.

Ma, sul personale, l’Usl aggiunge di essersi mossa eccome, avendo “bandito concorsi per 47 medici di 23 specialità. I bandi sono chiusi da poco. Purtroppo, i partecipanti, inferiori alle necessità, sono in gran parte non ancora specialisti, non reclutabili nell’immediato. In ogni caso, i primi concorsi sono in programmazione in tempi molto brevi. In alcune specialità vi è una buona adesione, in controtendenza, frutto di contatti e di lavoro di rete;”, con “Assessorato e Azienda” ad aver “messo in campo tutti gli incentivi economici possibili per riconoscere lo sforzo e l’impegno del personale sanitario”.

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