È nato il nuovo ecosistema digitale per la sanità valdostana
L’azienda Usl ha varato, attraverso la Struttura complessa Sistemi informativi e Telecomunicazioni, un nuovo ecosistema digitale che coinvolgerà l’ospedale ed il territorio in un’ottica di unificazione e gestione di tutti i dati socio-sanitari per – spiega una nota – “migliorare l’erogazione dei servizi nel territorio e aumentare la qualità dei livelli di assistenza”.
Il nuovo ecosistema digitale
Il nuovo ecosistema digitale è già partito a marzo con l’attivazione del primo modulo del nuovo sistema informativo territoriale (l’Assistenza domiciliare), mentre da fine maggio a fine giugno verranno avviati e messi a regime i moduli relativi alla gestione dei consultori, delle Residenze Sanitarie e del Pronto Soccorso dell’Ospedale “Parini” di Aosta. Entro l’anno verranno poi attivati i software per la gestione dei reparti ospedalieri, degli ambulatori e del Servizio Trasfusionale.
“Grazie alle ‘Clinical Timelines’, sorta di ‘Linee del tempo cliniche’, tutti gli operatori sanitari potranno visualizzare in modo estremamente semplificato i dati relativi alle prestazioni assistenziali che sono state svolte sui pazienti, le rilevazioni di parametri e dati di laboratorio” spiega Lorenzo Noto, Direttore della Struttura Sistemi informativi e Telecomunicazioni.
Il nuovo ecosistema è frutto di una maxi gara per l’affidamento di servizi applicativi e di servizi di supporto nell’ambito dell’Accordo Quadro Consip “Sviluppi Applicativi”.
Sarà introdotta, inoltre, una cartella clinica di nuova generazione, basata su un repository (archivio) che non è soltanto un contenitore di documenti ma è un vero e proprio Electronic Medical Record riempito di dati che arrivano sia dai sistemi informativi ospedalieri sia dai sistemi informativi territoriali (compresa la cartella clinica elettronica dei Medici di Medicina Generale e Pediatri di Libera scelta) e che registreranno anche gli episodi clinici avvenuti fuori Valle trasmessi dal nuovo Fascicolo Sanitario Elettronico Nazionale.
L’obiettivo generale, anche grazie alla certificazione internazionale Emram, scelta prima dalla Germania e poi dall’Italia come condizione d’accesso ai fondi del Pnrr in ambito sanitario, è – dice l’Usl – “incrementare la sicurezza del paziente e la sua soddisfazione, ridurre errori e tempi di attesa, garantire la sicurezza dei dati, offrire agli operatori sanitari strumenti per arrivare prima e meglio alla diagnosi, per accedere più velocemente a tutti i dati necessari al percorso di cura e assistenziale e per costruire una medicina proattiva.
“Lavorare sulla medicina di iniziativa”
“Il sistema sanitario regionale e le richieste dei nostri cittadini impongono una costante evoluzione dei servizi e degli strumenti a nostra disposizione – ha detto il Direttore generaleUsl Massimo Uberti –. Il tempo è una risorsa decisiva per il mondo sanitario, sia ospedaliero sia territoriale. È importante quindi, anzi fondamentale che i nostri operatori sanitari possano accedere in tempo reale alle informazioni necessarie organizzate già nel modo che sia utile a loro per lavorare”.
Inoltre, ha aggiunto, “la disponibilità delle informazioni sanitarie in tutto il percorso ospedaliero e territoriale del cittadino, permette oltre che di assisterlo meglio anche di lavorare sulla medicina di iniziativa, e quindi sulla capacità predittiva del Servizio Sanitario Regionale rispetto all’evoluzione di quei pazienti. Quindi, non aspettare che il paziente si rivolga all’Azienda per un bisogno (medicina d’attesa), ma attivare iniziative, processi, e servizi (medicina d’iniziativa) per quel cittadino abilitando, ad esempio, i processi di cura e promozione dei corretti stili di vita che consentano di anticipare (intervenire in tempo) un’acutizzazione della patologia”.
L’Assessore alla Sanità Carlo Marzi ha invece spiegato: “Con l’investimento in questo settore la Regione conferma la volontà di proseguire e ampliare un percorso che mette al centro i bisogni e il benessere del paziente. Per garantire la sostenibilità del servizio sanitario regionale è prioritario spostare il baricentro delle cure dall’ospedale al territorio, sia consentendo deospedalizzazioni anticipate, sia ad esempio erogando assistenza qualificata a domicilio e con azioni atte a limitare il più possibile il ricorso alle cure ospedaliere. In questa direzione, l’innovazione digitale dei sistemi sanitari e la Telemedicina possono migliorare l’efficienza e la qualità delle cure, l’accessibilità e la prevenzione delle malattie, attraverso metodologie e modelli operativi contestualizzati a livello territoriale e finalizzati a migliorare contemporaneamente la salute, i costi e l’esperienza sanitaria per le persone che vivono e operano tra le specificità e le complessità del nostro territorio”.
Il Clinical Decision Support System
Altra novità, in partenza questo mese, è il Clinical Decision Support System. Si tratta di un sistema per facilitare gli operatori sanitari (medici e infermieri) nei processi di cura. L’operatore può accedere a una bibliografia esterna, sempre aggiornata, che può aiutarlo nella fase di diagnosi e di cura del paziente, anche in relazione alla terapia da somministrare. Verrà attivato entro fine anno il nuovo modulo di farmaco terapia con lettura attraverso barcode al letto del paziente del farmaco da somministrare e si procederà con la raccolta della firma grafometrica di tutti i cittadini valdostani in modo da digitalizzare i consensi che adesso vengono richiesti nel percorso di cura in formato cartaceo.
“Con il nuovo Sistema informativo ospedaliero – prosegue Noto –, i medici possono lavorare con un approccio multidisciplinare, possono lavorare sia al letto del paziente avendo quindi sottomano, sul tablet, le informazioni che ritengono più interessanti, riguardo l’episodio in corso, riguardo la storia, ma possono anche utilizzare strumenti di telemedicina quali televisita, teleconsulto, telemonitoraggio. Sono strumenti che vengono resi trasversali a tutti i sistemi informativi aziendali e anche alla cartella clinica dei medici di medicina generale”.