È partito sabato 29 marzo il primo corso di formazione all’utilizzo degli ecografi portatili rivolto ai medici di medicina generale della Valle d’Aosta. Un’iniziativa organizzata dall’Area territoriale dell’Azienda Usl, diretta dal dottor Franco Brinato.
“Si tratta di un altro passo concreto verso una sanità territoriale più efficace, capillare e vicina ai bisogni dei cittadini – sottolinea Brinato –. Questo corso rappresenta uno dei tasselli fondamentali per l’avvio delle Case della Comunità, previste dal Pnrr e dalla riforma della sanità territoriale. Grazie agli investimenti e alla programmazione dell’Azienda sanitaria, l’ecografo, insieme ad altri strumenti diagnostici rapidi, come gli emogasanalizzatori, permetterà al personale sanitario di intervenire direttamente al letto del paziente, a domicilio o all’interno delle strutture territoriali, garantendo un’assistenza più tempestiva e di qualità, migliorando le decisioni cliniche e riducendo fortemente l’invio in Pronto soccorso. Un passo concreto verso la medicina d’iniziativa e l’assistenza di prossimità”.
Al corso hanno partecipato 40 medici, circa la metà dei medici di famiglia presenti sul territorio valdostano. Il limite numerico – spiega l’Usl – è stato dettato da esigenze organizzative, ma una seconda edizione è già in programma.
Il dottor Claudio Gianotti, medico di famiglia del Distretto 1, dice: “Siamo di fronte a un corso che si pone un obiettivo ambizioso: portare l’ecografia sul territorio e formare i medici di famiglia affinché possano utilizzare gli ecografi portatili di ultima generazione forniti dall’Azienda Usl. Questo ci consentirà di garantire uno standard di cura più elevato, aumentando la soddisfazione sia dei pazienti che dei professionisti. È un fiore all’occhiello della nostra regione e potrebbe diventare un modello replicabile a livello nazionale”.
La formazione è stata svolta anche grazie al contributo del dottor Andrea Casamassima, medico chirurgo specialista in Chirurgia generale, uno dei massimi esperti italiani in ecografia clinica.
“Questo corso nasce per rispondere a un bisogno formativo espresso dai medici stessi – spiega invece la dottoressa Hélène Impérial, dirigente della Direzione di Area territoriale e responsabile scientifica del corso –. Gli ecografi saranno distribuiti nelle strutture territoriali e rappresentano un’opportunità concreta per migliorare la capacità di risposta del territorio. Dare strumenti ai medici significa potenziare l’efficienza del sistema e la qualità del loro lavoro”.
L’Assessore alla sanità Carlo Marzi aggiunge: “La Valle d’Aosta conferma ancora una volta la sua capacità di essere laboratorio di innovazione nel campo della sanità pubblica. Siamo la prima Regione in Italia ad avviare una formazione capillare per tutti i medici di medicina generale sull’uso dell’ecografo portatile, uno strumento che rivoluziona il modo di fare assistenza sul territorio. Investire nella formazione e nella tecnologia significa offrire ai cittadini un’assistenza più tempestiva, efficace e vicina”.
“Con questa iniziativa – conclude –, rafforziamo il ruolo del medico di famiglia come punto di riferimento nella presa in carico del paziente. L’obiettivo è costruire una vera e propria rete della salute in cui ogni operatore possa agire in modo consapevole e coordinato, valorizzando la medicina generale come primo punto di contatto e presa in carico del paziente. Questa è la sanità del futuro: più vicina, più rapida, più umana”.
Grazie alla formazione e agli strumenti messi a disposizione, i medici di medicina generale potranno eseguire direttamente una serie di esami che, fino ad oggi, comportavano lo spostamento del paziente verso strutture ospedaliere o il pronto soccorso. Ciò consentirà una gestione più tempestiva ed efficace, soprattutto nei contesti più periferici o per i pazienti fragili.
“L’obiettivo non è sostituire la figura del radiologo – precisa ancora Gianotti -, ma fornire al medico uno strumento in più per completare un percorso clinico diagnostico già impostato. In questo modo, la qualità delle cure migliora e si ottimizza la gestione delle risorse, con un invio verso l’ospedale solo nei casi realmente necessari”.
Il dispositivo pesa meno di 6 kg e ha dimensioni ridotte (360x355x65 millimetri). La batteria permette di lavorare con un’autonomia di due ore senza il collegamento alla corrente ed è dotato di schermo da 15”. Lo strumento può essere trasportato con appositi trolley che al bisogno possono essere anche usati come zainetti.
“L’ecografo portatile che abbiamo a disposizione è uno strumento di ultima generazione: è leggero, facile da trasportare, dotato di autonomia grazie alla batteria interna, e consente di eseguire valutazioni cliniche direttamente sul campo. Questo è fondamentale, non solo per i medici, ma anche per gli altri professionisti sanitari – conclude Brinato –. Gli infermieri, ad esempio, lo utilizzano già per procedure come l’accesso venoso o il posizionamento di cateteri, evitando interventi ‘alla cieca’ e riducendo l’invio inutile in ospedale. Uno dei motivi per cui i pazienti vengono inviati in ospedale è proprio la difficoltà nell’inserimento del catetere vescicale. Questo strumento, invece, può evitare quel passaggio, rendendo possibile l’intervento a domicilio o nella struttura territoriale. Per la medicina generale è un aspetto molto importante perché, oltre a migliorare la qualità del servizio territoriale, fornisce al medico elementi oggettivi su cui basare le sue decisioni cliniche. Ad esempio, se un paziente è disidratato o ha una colica renale, grazie all’ecografia si può capire se c’è infezione, una complicanza, o un’altra causa del dolore”.
Alcune apparecchiature ecografiche sono già posizionate nelle strutture R2 di Perloz e Variney nonché negli attuali poliambulatori che diventeranno Case della comunità.

2 risposte
Ottima iniziativa, sperando che gli ecografi siano subito disponibili affinché i medici freschi di formazione possano acquisire la pratica. Sulla diffusibilità degli emogasanalizzatori sono, invece, scettica a causa della difficoltà di manutenzione, alla base di dati affidabili.
Ma mi chiedo: perché non far tornare in corsia la responsabile scientifica, vista la penuria di medici? Non basta il Direttore di Area Territoriale che da anni ormai dimostra di poter gestire diversi incarichi insieme?
Bravi, era ora! Avanti anche con elettrocardiografo e strumenti simili presso gli ambulatori dei medici di base: meno scartoffie, più diagnosi e meno pronto soccorso. Dimenticavo: più ore di presenza…