Per far fronte alle carenze in arrivo 5 medici di base “provvisori”

Cinque medici di base, che frequentano il corso triennale di medicina generale, dopo un tirocinio personalizzato, potranno nei mesi di dicembre e gennaio, andare ad assistere fino a 1000 pazienti. Fra le misure previste, anche l'innalzamento a 1800 del massimale di assistiti.
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Sanità

Se oggi sono già 62 i medici di base a seguire oltre 1500 assistiti, in futuro è possibile che i massimali vengano innalzati fino a 1800. Le ragioni stanno nella grave carenza di queste figure,  a seguito di una serie di pensionamenti avvenuti e attesi, ma anche per l’indisponibilità di tali figure.

Oltre all’innalzamento dei massimali, l’Usl ha messo in campo per far fronte a questa situazione, una serie di ambulatori ad accesso diretto. Se l’attività di Variney (fra il 20 settembre e il mese di ottobre 257 assistiti) e Ayas (223 assistiti a settembre e ottobre) è al momento sospesa, prosegue quella degli ambulatori di Donnas (374 assistiti fra agosto e settembre e 131 fra settembre e novembre), Gressoney-Saint-Jean (535 assistiti a settembre e ottobre, a novembre 195 accessi), Châtillon (dal 2 novembre 179 accessi) e Pont-Suaz a Charvensod (dal 2 novembre a oggi 105 accessi).

L’altra azione intrapresa è relativa all”arruolamento” di medici, che frequentano il corso triennale di medicina generale. Dopo un tirocinio personalizzato, nei mesi di dicembre e gennaio, in cinque potranno andare ad assistere fino a 1000 pazienti. 

“Si sta inoltre dando applicazione alla delibera sulle zone disagiate e disagiatissime che prevede incentivi per rendere appetibili le zone carenti più critiche” ha spiegato in Consiglio regionale l’Assessore alla Sanità Barmasse, annunciando inoltre, che sul problema dell’affollamento agli sportelli per il cambio di medico, è allo studio sul Fascicolo sanitario elettronico, l’implementazione di un messaggio con la possibilità di fissare un appuntamento con gli uffici”.

Critiche sono piovute dalla consigliera Guichardaz: “L’ambulatorio ad accesso diretto non è la soluzione perché non viene garantito il rapporto di fiducia che vi è con il medico di famiglia così come non è assicurata la continuità assistenziale, ma vediamo che anche medici di famiglia invitano i propri pazienti a portare con sé al primo appuntamento tutti i documenti (cartelle cliniche, visite specialistiche, piani terapeutici, lettere di dimissioni, ecc)”.

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