Secondo Coldiretti Valle d’Aosta la recente rilevazione, da parte del Dipartimento di Prevenzione dell’Usl, del parassita Trichinella in un cinghiale abbattuto durante un’attività di caccia è “preoccupante”.
“Se registrassimo una crescita di cinghiali sul nostro territorio, come già ci segnalano alcuni soci della Bassa Valle alle prese con un aumento dei danni alle colture – spiega infatti il Presidente Alessio Nicoletta –, sarebbe in pericolo non solo l’equilibrio ambientale, ma anche la salute dei cittadini per la diffusione di malattie infettive batteriche all’uomo”.
In Italia – si legge in una nota – numerosi studi hanno dimostrato la presenza, nel sangue di diverse popolazioni di cinghiali, di anticorpi per virus a carattere zoonosico, ovvero di quelle malattie infettive che possono essere trasmesse dagli animali all’uomo. Lo stesso parassita della Trichinella è in grado di infestare mammiferi, uccelli e rettili e soprattutto può interessare anche l’uomo e i suoi animali da compagnia.
Da un’indagine condotta in Italia da Coldiretti/Ixè, inoltre, emerge come siano, in primis, i cittadini ad essere spaventati dalla presenza dei cinghiali: oltre 6 italiani su 10 (62%) hanno paura dei cinghiali e quasi la metà (48%) non prenderebbe addirittura casa in una zona in cui vivono questi animali.
Una situazione preoccupante al punto che più di 8 italiani su 10 (81%) pensano che l’emergenza cinghiali vada affrontata con il ricorso agli abbattimenti incaricando personale specializzato per ridurne il numero.
“È necessario che la Valle d’Aosta ponga la massima attenzione sul tema e metta in atto tutte le misure necessarie per contenere il numero dei cinghiali e per procedere a maggiori controlli a tutela della salute di tutti” conclude invece Elio Gasco, direttore di Coldiretti Valle d’Aosta.