Via libera dalla giunta regionale al piano di vaccinazioni contro la bluetongue

Il vaccino obbligatorio per il sierotipo Btv-8 sarà somministrato dai veterinari dell'Usl a ovini e bovini. La spesa a carico dell'azienda sanitaria è di 228.897 euro.
Pila
Sanità

Tra l’estate e l’autunno, i contagi avevano messo a dura prova les Batailles de reines e de chèvres. Pericolo scampato grazie all’adozione tempestiva di apposite misure. Ora la Valle d’Aosta ha il suo piano vaccinale contro la bluetongue, la febbre catarrale degli ovini non trasmissibile all’uomo, che colpisce con sintomi più lievi anche le capre e le mucche. Lo ha approvato la giunta regionale nella seduta di ieri.

“Abbiamo previsto di essere i primi in Italia a sottoporre ad intervento vaccinale obbligatorio i capi della specie ovina valdostana per il sierotipo Btv-8 e i capi della specie bovina, così da intervenire con forza sulla specie più a rischio e più coinvolta – spiega l’assessore regionale alla Sanità, Carlo Marzi -. Prevediamo comunque la facoltà, per ridurre ulteriormente il rischio di diffusione del virus, di sottoporre a vaccinazione volontaria i bovini e i caprini non soggetti a vaccinazione obbligatoria”. E aggiunge: “Continuiamo a lavorare per proteggere gli ovini dalla forma clinica più grave della malattia, all’interno del processo di condivisione con gli attori del mondo dell’allevamento che ha da sempre caratterizzato la gestione dell’emergenza bluetongue, anticipando in piena trasparenza il recepimento delle indicazioni nazionali sul tema”.

I vaccini contro la bluetongue sierotipo Btv-8 saranno acquistati dall’Usl per una spesa prevista di 228.897 euro. Ad occuparsi della vaccinazione obbligatoria degli animali saranno i veterinari dell’azienda sanitaria, mentre quella volontaria sarà effettuata dai veterinari liberi professionisti, a spese del proprietario.

Restano “obbligatorie le vaccinazioni degli animali per consentirne lo spostamento verso dei territori indenni, sia nazionali che esteri, verso paesi terzi e per le partecipazioni a fiere e mercati internazionali“, scrive la Regione in una nota, spiegando che “si è deciso di indicare la vaccinazione obbligatoria solo per il sierotipo Btv-8 così da poter fare delle ulteriori valutazioni qualora dovesse arrivare il sierotipo Byv-3”.

Sempre ieri, la giunta regionale ha approvato i programmi di assistenza zooiatrica veterinaria e di consulenza zootecnica aziendale per il 2025, presentati dall’Anaborava, l’Associazione nazionale allevatori bovini di razza valdostana, che comprendono anche dei piani per il contrasto all’antibiotico-resistenza nella cura della mastite bovina, per la lotta alle parassitosi bovine, per la biodiversità e registrazione riproduzione animale e un programma veterinario aziendale.

Nel dettaglio, il programma di assistenza zooiatrica veterinaria –  finanziato con 390.825 euro – prevede la reperibilità di un veterinario per interventi a richiesta e a pagamento da parte dell’allevatore e la fornitura di farmaci, disinfettanti mammari, esami di laboratorio e antiparassitari.

A ciò si aggiunge il programma di consulenza zootecnica aziendale – che ha ricevuto 914.739 euro – che propone dei servizi di consulenza da parte di veterinari, agronomi e biologi, per “soddisfare gli obblighi derivanti dai criteri di gestione obbligatori e le norme relative alle buone condizioni agronomiche e ambientali”. Inoltre, si incentivano le pratiche aziendali che prevengono lo sviluppo della resistenza antimicrobica, la produzione sostenibile di mangimi e il controllo dell’alimentazione degli animali dell’allevamento in base alle esigenze, alla biodiversità e allo sviluppo degli aspetti sanitari delle pratiche zootecniche, anche per il mantenimento del benessere animale.

Di particolare importanza è il programma di contrasto all’antibiotico-resistenza nella cura della mastite bovina, che “consentirà un monitoraggio del consumo di farmaci in ogni allevamento per la raccolta di dati utili al fine di prevedere le adeguate misure di prevenzione igienico-sanitarie e di contenimento dell’uso di antimicrobici”, spiega la nota.

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