Cresce la soddisfazione dei laureati dell’Università della Valle d’Aosta per l’esperienza universitaria nel suo complesso, che passa dal 94,5 per cento della scorsa indagine al 96,3 per cento di oggi. A renderlo noto è l’Ateneo valdostano, che mette in fila i dati del Rapporto AlmaLaurea sul profilo e sulla condizione occupazionale dei laureati.
In particolare, il 96,3 per cento dei laureati è soddisfatto del rapporto con il corpo docente, l’84,3 sceglierebbe nuovamente lo stesso corso e lo stesso Ateneo.
La condizione occupazionale dei laureati triennali
L’indagine ha coinvolto 134 laureati triennali nel 2022 contattati nel 2023, dopo un anno dal conseguimento del titolo di studio. Il 67,7 per cento degli studenti sceglie di proseguire gli studi.
Ad un anno dal conseguimento del titolo, il tasso di occupazione – si considerano occupati tutti coloro che sono impegnati in un’attività retribuita, di lavoro o di formazione – è del 71 per cento, mentre quello di disoccupazione è pari al 12. Tra gli occupati, il 31,8 per cento prosegue il lavoro iniziato prima della laurea, il 31,8 ha cambiato lavoro, mentre il 36,4 delle persone ha iniziato a lavorare solo dopo il conseguimento del titolo.
Per i laureati UniVdA la retribuzione è in media di 1.411 euro mensili netti, più alta di quella nazionale che si attesta suoi 1.384 euro.
La condizione occupazionale dei laureati magistrali
I laureati di secondo livello del 2022 contattati dopo un anno dal titolo sono 56 (di cui 43 magistrali biennali e 13 magistrali a ciclo unico), quelli del 2018 contattati a cinque anni sono 44 (di cui 29 magistrali biennali e 13 magistrali a ciclo unico). L’indagine delinea due scenari differenti per gli intervistati a uno e a cinque anni dalla laurea.
A un anno dal conseguimento del titolo di studio, il tasso di occupazione dei laureati del 2022 intervistati nel 2023 è pari all’81 per cento (75 per cento tra i laureati in Economia e politiche del territorio e dell’impresa, 100 per cento tra i laureati in Scienze della Formazione primaria). Il tasso di disoccupazione, calcolato sulle forze di lavoro, è pari al 5,6 per cento (7,7 tra i laureati in Economia e politiche del territorio e dell’impresa e nullo tra i laureati in Scienze della Formazione primaria).
Il 35,3 per cento prosegue il lavoro iniziato prima della laurea, il 23,5 ha invece cambiato lavoro. Il 41,2 per cento ha iniziato a lavorare solo dopo il conseguimento del titolo. Tra i laureati magistrali biennali tali percentuali sono, rispettivamente, pari a 29,2 per cento, 25,0 per cento e 45,8 per cento. Tra i magistrali a ciclo unico sono pari a 50,0 per cento, 20,0 e 30,0 per cento.
La retribuzione è in media di 1.638 euro mensili netti (superiore alla media nazionale che è di 1.432 euro).
A cinque anni dal conseguimento del titolo, il tasso di occupazione dei laureati di secondo livello del 2018, intervistati a cinque anni dal conseguimento del titolo, è pari al 90 per cento (88,9 per i laureati in Economia e politiche del territorio e dell’impresa e 100 per cento per i laureati in Scienze della Formazione primaria). Il tasso di disoccupazione è pari al 6,9 per cento (11,1 per i magistrali biennali e nullo per i magistrali a ciclo unico).
Le retribuzioni arrivano in media a 1.746 euro mensili netti (inferiore alla media nazionale di 1.768 euro). Il 37 per cento dei laureati è inserito nel settore privato e il 55,6 per cento nel pubblico. L’ambito dei servizi assorbe il 96,3 per cento, mentre l’industria accoglie il 3,7 per cento degli occupati, nulla la quota di chi lavora nel settore dell’agricoltura, che assorbe profili professionali e tipologie di diplomi di laurea differenti da quelli offerti da UniVdA.
2 risposte
A me pare che 134 studenti siano davvero un campione irrisorio….
Vabbè, ma è normale che il tasso di occupazione/ disoccupazione dei laureati in Scienze della formazione primaria sia così, si esce già con l’abilitazione all’insegmento e mi meraviglierei se non si trovasse lavoro!