Insegnanti sostegno, i sindacati contro la scelta di UniVda di non attivare il corso

I sindacati chiedono alla Regione di intervenire con urgenza per risolvere la questione. Secondo i dati forniti mancano oggi nelle scuole 20 insegnanti di sostegno nella scuola primaria, 35 nella scuola secondaria di primo grado e 20 nella scuola secondaria di secondo grado.
Università della Valle d'Aosta
Scuola

“Nonostante il fabbisogno stimato sia numericamente considerevole” l’Università della Valle d’Aosta “non attiverà i corsi di specializzazione per il sostegno didattico nei vari ordini di istruzione”. A denunciarlo sono Flc-Cgil, Cisl Scuola, Snals e Savt-Ecole, che in una nota ricordano come ad oggi nelle scuole manchino 20 insegnanti nella scuola primaria, 35 nella scuola secondaria di primo grado e 20 nella scuola secondaria di secondo grado.

“Alla base della scelta, ci sarebbe la previsione (non si comprende quanto attendibile dal punto di vista scientifico) che un numero ristretto di aspiranti superi le prove selettive di accesso – evidenziano i sindacati –  nonché il fatto che l’Università della Valle d’Aosta non disponga di nessun professore che possa assumere la funzione di Direttore dei corsi”.

Motivazioni ritenute da Flc-Cgil, Cisl Scuola, Snals e Savt-Ecole “estremamente gravi” perché “l’Università della Valle d’Aosta, in quanto finanziata dall’amministrazione pubblica regionale, dovrebbe essere un Ente al servizio della comunità e la valutazione dei “rischi d’impresa”, per quanto importante, non dovrebbe essere svolta con i criteri che utilizzerebbe un’azienda”. 

L’eventuale convenzione con l’Università di Torino, come già avvenuto in passato, secondo i sindacati, garantirebbe “una riserva di posti esattamente pari alla metà del fabbisogno regionale della Valle d’Aosta“, andando a ledere “il  diritto degli alunni disabili ad aver il supporto didattico specializzato”. Inoltre “impone a coloro che potranno accedere ai corsi di sostenere ingenti spese di trasferta e enormi difficoltà organizzative, pregiudicando di conseguenza anche il diritto allo studio”.

Da qui l’auspicio dei sindacati che l’assessore regionale “avendo competenze dirette contemporaneamente sull’Istruzione e sull’Università, intervenga con urgenza per risolvere la questione”.

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