UniVda: +20% di iscrizioni nell’anno accademico 2023/2024

A riferirlo l'Assessore regionale Guichardaz in Consiglio regionale aggiornando i colleghi sullo stato di avanzamento dei lavori, in particolare sulle forniture tecnologiche e informatiche, che dovrebbero concludersi con l'estate 2024.
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Mentre non c’è ancora una data ufficiale per l’apertura della nuova sede dell’Università della Valle d’Aosta, progettata dall’archistar Cucinella, per l’ateneo valdostano arriva una buona notizia. Ad annunciarla ieri sera l’Assessore regionale Jean-Pierre Guichardaz rispondendo ad una interrogazione della consigliera di Pcp Chiara Minelli. Le iscrizioni all’Università della Valle d’Aosta per il prossimo anno accademico 2023/2024 registrano un +20% in tutti i corsi di laurea. Un dato in controtendenza con quello degli ultimi due anni.

L’Assessore ha quindi aggiornato l’aula sullo stato di avanzamento dei lavori. Nelle prossime settimane sarà in particolare pubblicato da Siv il bando per il completamento dei lavori nel parcheggio del secondo piano interrato. Lavori quest’ultimi non previsti nel progetto originale e che come riferito dall’Assessore non “pregiudicheranno in senso tecnico l’utilizzo della sede universitaria”.

Ma a far slittare l’apertura della nuova sede, prevista per l’autunno, è la procedura per la fornitura delle dotazioni tecnologiche e informatiche necessarie per l’entrata in funzione del nuovo polo. “Autorizzata in deroga dalla regione” la gara vedrà il prossimo 16 ottobre l’apertura delle buste con le offerte, mente la fine lavori potrebbe arrivare con la fine dell’estate 2024. Solo a quel punto si potrà iniziare a pensare al taglio del nastro del primo lotto della nuova sede dell’Ateneo valdostano. 

“Il progetto di Cucinella, oltre a essere datato – ha spiegato in aula Guichardaz –  prevedeva delle lavagne Lim, che ora sono superate da strumenti più performanti. Per potere installare le soluzioni più tecnologiche sarà necessario quindi porre anche alcuni adattamenti ai locali”. 

Rispetto al progetto iniziale alcuni spazi “saranno trasformati necessariamente in uffici e in locali per docenti che faranno lezioni”.

Università della Valle d’Aosta: slitta ancora l’apertura della nuova sede

di Giorgia Gambino 12 settembre 

 

L’Università della Valle d’Aosta dovrà attendere ancora per vedersi consegnare dalla Regione e inaugurare ufficialmente la nuova sede dell’area Testafochi. Nonostante la promessa di affido entro l’anno accademico 2023/2024, alcuni interventi su impianti e dotazione tecnologica hanno fatto slittare ancora la data della riapertura.

I lavori nella nuova sede dell’Università

Secondo le ultime stime, i lavori sul primo lotto della nuova sede dell’Università avrebbero dovuto essere portati a termine nell’autunno di quest’anno. Il costo dell’appalto, pari a circa 38 milioni di euro, era compreso di arredi interni e allestimenti di spazi comuni, classi e aula magna oltre che della sistemazione delle aree esterne con creazione di zone verdi e percorsi pedonali illuminati.

“Non vi è mai stata una vera e propria data di conclusione degli interventi sullo stabile, che verrà dapprima consegnato alla Regione e successivamente affidato in comodato d’uso al nostro ateneo – spiega la direttrice generale dell’Università della Valle d’Aosta, Lucia Ravagli Ceroni -. A oggi stiamo terminando alcune pratiche burocratiche oltre che l’installazione di pannelli fotovoltaici sul tetto e il perfezionamento degli impianti, tutti quanti competenti alla ditta e dai quali siamo esterni”.

L’ultimo stralcio di interventi, finanziato nell’ottobre del 2022 con 1,2 milioni di euro circa provenienti dal bilancio di previsione del Consiglio Valle, avrebbe dovuto consentire di completare il parcheggio del secondo piano interrato e di prolungarne la rampa di accesso dedicata.

“Quel lotto è rimasto ancora in sospeso e per via del ritardo probabilmente verrà ultimato in contemporanea con l’apertura della sede – anticipa Ravagli Ceroni -. Siamo ancora in attesa del progetto definitivo, nemmeno l’archivio allo stesso piano è stato realizzato”.

La dotazione tecnologica

Lo stabile dell’area Testafochi sarà consegnato a UniVdA completo di allestimenti e arredi, ma la dotazione tecnologica è in capo all’ateneo aostano, chiamata ad ammodernarla e ad adattarla all’innovazione attuale rispetto alle predisposizioni previste nel progetto originario datato 2012.

“A oggi siamo fuori con un dialogo competitivo finalizzato alla fornitura di parte delle attrezzature tecnologiche del plesso, tra cui gli impianti Wi-Fi e 5G e i device informatici delle singole classi come computer e video proiettori – chiarifica Ravagli Ceroni -. Le ditte che hanno comunicato la loro manifestazione di interesse hanno già effettuato alcuni sopralluoghi nella struttura e contiamo di portare a conclusione l’appalto nei prossimi mesi”.

La nuova sede

Salvo imprevisti esterni quali ritardi nella consegna dei materiali e nella conclusione degli interventi da parte delle imprese incaricate, le tempistiche di riapertura della nuova sede di UniVdA non dovrebbero rivelarsi eccessivamente lunghe.

“Al momento i ragazzi continueranno a seguire le proprie lezioni nelle aule di Saint-Christophe e Viale dei Cappuccini e penso capiremo con certezza quando potranno trasferirsi soltanto in itinere – prosegue Ravagli Ceroni -. Necessitiamo di spazi aggiuntivi nei quali svolgere le nostre attività culturali e siamo sicuri che questa nuova struttura sarà un bel punto di riferimento nel pieno centro di Aosta”.

L’area Testafochi sarà oggetto di ulteriori future progettualità specifiche che spaziano dall’apprendimento alla divulgazione e sino alla ricerca, tutti quanti obiettivi ultimi dell’università.

“La nuova sede dell’Università sarà un luogo di aggregazione per i giovani, un polo per collaborazioni e approfondimenti e una cornice per ricerca summer school e altre iniziative come stabilito dal nostro piano di sviluppo – conclude Ravagli Ceroni -. Ciò che ci dispiace è leggere commenti che denigrano e sminuiscono l’edificio, additandolo come una “nave da crociera” senza esservi entrati ed essersi resi conto di quanto esso sia bello, attrezzato, moderno e funzionale”.

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