208mila visite, 539mila visualizzazioni di pagina, 4minuti e trenta la durata media di ogni visita. Sono questi i risultati che AostaSera.it ha raggiunto nel corso del solo mese di marzo. Sono numeri da record? Per la nostra regione possiamo dire di sì: il nostro è un giornale locale e ovviamente ci confrontiamo con le cifre di una popolazione di circa 130mila abitanti. Poi questi dati sono forniti da Google Analytics: se chi opera su internet spesso sfodera cifre inverosimili o addirittura inventate, questa piattaforma è lo strumento di analisi del traffico web per eccellenza perché è gratuito, è il più potente, affidabile e oggettivo.
Per quanto riguarda la storia della nostra testata non avevamo mai superato la “soglia psicologica” delle 200mila visite (anche se ci eravamo andati molto vicini nel gennaio scorso) da quando siamo partiti, alla fine del 2007, con la veste che conoscete. Il nostro lavoro giornalistico per raccontare la Valle d’Aosta nasce in realtà molto prima, quando nel 2002 abbiamo registrato la testata, anche se allora ci presentavamo con un sito Internet molto diverso e in una stagione della rete ancora molto ‘pionieristica’.
La differenza nei numeri e nella sostanza è arrivata con il web 2.0 e l’avvento dei social media. Un fronte, quest’ultimo, su cui AostaSera.it ha voluto fare la propria parte e con il quale è cresciuto di molto il consenso e l’attenzione da parte dei nostri lettori. Oggi siamo la testata locale valdostana che su Facebook ha il maggior numero di “fan” – 7.800 circa – e che su Twitter si attesta al secondo posto: 2.615 follower, subito dopo l’Ansa Valle d’Aosta che ne ha 2.677. Ma siamo a un tiro di schioppo.
Non nascondo che questa è un’occasione per “autoincensarci” – lo facciamo raramente, ma promettiamo che non lo faremo per molto altro tempo – e allo stesso tempo per ringraziare di cuore gli inserzionisti che hanno creduto in noi e tutti i lettori che ci seguono ogni giorno e che amano essere informati con tempestività e indipendenza. Grazie.
