600 euro in busta per attrarre i medici, per i sindacati è più importante tenere chi lavora già in Valle
600 euro in busta paga per attrarre i medici? I sindacati dicono di “no”.
In una nota infatti le organizzazioni sindacali della Dirigenza Medico-Veterinaria – Aaroi-Emac, Anaao Assomed, Anpo, Cimo, Fesmed, Fp-Cgil, Sivemp, Snr-Fassid – “esprimono dubbi e perplessità in merito all’efficacia del disegno di legge, secondo cui la Regione Valle d’Aosta prova ad attrarre nuovi medici offrendo una busta paga con 600 euro (lordi) in più per due anni con la clausola che i nuovi colleghi dovranno però fermarsi”.
Il problema, spiegano, è chi all’interno dell’ospedale ci lavora già e attendono “di sapere quali siano le proposte da parte della Regione per mantenere in ospedale i medici che già da anni prestano servizio con sacrifici sempre più crescenti per le carenze e le condizioni di lavoro. La carenza di medici e chirurghi è presente in tutta Italia e anche oltralpe e le altre regioni italiane limitrofe oltre a Svizzera e Francia stanno mettendo in atto diverse misure e seri incentivi economici per assumere medici specializzati, oramai diventati merce ‘rara’”.
“Vogliamo fare di tutto per arrestare la fuga di medici con anni di esperienza – scrivono ancora i sindacati –, attualmente in direzione degli ospedali svizzeri, delle strutture private nelle altre regioni o degli altri ospedali pubblici fuori Valle; per non considerare le fuoriuscite per pensionamento”.
Non solo, i sindacati sono certi che “utilizzare come soluzione prevalente l’impiego della libera professione aziendale (LPA) con effettuazione di visite, esami diagnostici o interventi chirurgici sino alle 20 di sera e in orario straordinario, non porterà miglioramenti significativi né in termini di abbattimento delle liste di attesa e di attrattività, bensì sarà solo una misura palliativa. Non è facendo fare ore o ore di straordinario (facoltativo) a circa 35 euro netti all’ora ai pochi medici rimasti (oltre all’orario istituzionale e ai turni di guardia feriali e festivi, diurni e notturni) che si risolvono carenze e fughe”.
La soluzione, chiudono le parti sociali, però c’è. Ed è sempre la stessa: “Affinchè una piccola e periferica regione come la nostra, munita di un unico ospedale pubblico, venga scelta dai medici” la ricetta c’è: “incrementare realmente gli stipendi con una specifica indennità regionale fatta ‘ad hoc’, come in Trentino-Alto Adige”.