Agitazione nel mondo della sanità: Usl e sindacati ai ferri corti

Fp Cisl, Savt, Uil Fpl e Fp Cgil questo pomeriggio, giovedì 29, in una conferenza stampa, hanno annunciato la rottura delle relazioni sindacali con l'Usl. La rottura porterà allo stato di agitazione.
Società

Rapporti sempre più tesi tra i sindacati e l'Usl della Valle d'Aosta. "Abbiamo registrato sia da parte della Regione sia dall'Usl – dice Jean Pierre Guichardaz (Fp Cgil) – un'indisponibilità a dialogare con i sindacati". Le sigle sindacali del settore (Fp Cisl, Savt, Uil Fpl e Fp Cgil) hanno illustrato la situazione in una conferenza stampa. Il primo problema riguarda la mancata corresponsione delle risorse aggiuntive regionali, a cui i sindacati aggiungono la forbice "ingiustificata" del trattamento economico tra i dipendenti del comparto (1.600 persone) e i dirigenti (450).

"Il rapporto – dice ancora Guichardaz – è di uno a otto. Ed è una situazione che denunciamo da almeno 10 anni. Ma l'assessorato alla Sanità ha già detto che non intende intervenire per cambiare la situazione". Tradotto in parole semplici, il rapporto fa si che, in media, per ogni euro che va al dirigente, solo uno vada al lavoratore del comparto sanitario. "Per ricordare all'assessore Albert Lanièce e al direttore generale dell'Usl, Carla Stefania Riccardi, che anche i dipendenti lavorano nella sanità abbiamo realizzato delle cartoline che consegneremo firmate dai dipendenti".

Ideata per l'occasione una cartolina in cui si vede un dito alzato, con la scritta "Anch'io lavoro nella sanità valdostana. Distinti saluti.", segue lo spazio per la firma. L'obiettivo è inondare le scrivanie dell'assessorato e della dirigenza dell'Usl. La speranza di riaprire un dialogo.

Altro problema denunciato dalle sigle sindacali riguarda la mensa aziendale. Prima criticità: il buono pasto. "In Valle è di 5,16 euro – spiega Natale Dodaro (Uil) – contro gli oltre 9 euro della Liguria. Di questi 4 euro li mette l'azienda, uno il dipendente". "Abbiamo cercato di contrattare con l'assessorato, ma le proposte erano ridicole", aggiunge Guichardaz.

Seconda criticità: per la pausa pranzo vengono tolti dalla busta paga del dipendente venti minuti e questo avviene sia che il dipendente abbia effettivamente usufruito della pausa in mensa sia che l'abbia saltata, rimanendo in reparto. Terza criticità denunciata: le divise e l'igiene. "Il 19 aprile il direttore sanitario Pier Luigi Berti ha emanato una circolare con la quale comunica che, dopo un attento esame in mensa possano andare anche i dipendenti con la divisa che usano in servizio. Ci sembra una cosa senza senso, soprattutto considerando il lavoro, in cui si entra in contatto con liquidi corporei, con germi e quant'altro".

Quarta criticità: conciliazione lavoro famiglia. Spiega Pierre Joseph Alliod (Savt): "Sulla conciliazione si dicono sempre tante belle parole, noi chiedevamo una piccola cosa e concreta, che anche i famigliari potessero usufruire di questa mensa". "Ma – aggiunge Dodaro – ci hanno detto che la struttura non è aperta a cani e porci".

Dire situazione tesa è dir poco. Dopo una serie di incontri con i lavoratori i sindacati annunciano un possibile stato di agitazione, "poi – conclude Guichardaz – cercheremo di dialogare, arrivando anche al presidente Rollandin. Ma non escludiamo la proclamazione di uno scipero aziendale".

 

 

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