Un aiuto dalla Regione per riportare i malati psichiatrici in Valle

L'assessore alla Sanità Laurent Viérin spiega ai sindaci il piano welfare: puntare sul reinserimento nella società dei pazienti psichiatrici dopo una degenza massima di 18 mesi e aumentare le franchigie a favore delle famiglie da 1500 euro annui a 6mila.
Assemblea Cpel
Società

Riportare i malati psichiatrici ricoverati fuori Valle – una cinquantina circa di casi non gravi – per un tempo di degenza dai 12 ai 18 mesi messimi, puntando al loro reinserimento nella società.

Questa la proposta, approvata a maggioranza questo pomeriggio dal Cpel, tenta di dare respiro ad una legge nazionale che distribuisce i costi dei pazienti psichiatrici che ricadono al 40% sulle famiglie – calcolati attraverso l'Isee – e che prevede un massimo di franchigia di 1500 euro. La Regione punta così ad aiutare più concretamente le famiglie valdostane, intervenendo sulla franchigia, in un piano complessivo di sviluppo del welfare: “Dove non sussistono indicazioni di terapia obbligatoria fuori Valle – ha spiegato questo pomeriggio l'assessore regionale alla Sanità Laurent Viérin di fronte ai sindaci valdostani – si è concertato con le famiglie il ritorno dei pazienti in strutture sul territorio, una prima operazione andata a buon fine. Oggi proponiamo una modifica migliorativa della legge 23 per aiutare le utenze: per gli inserimenti temporanei con l'obiettivo reinserimento nella società prevediamo un aumento della franchigia dai 1500 euro annui a 6mila, una boccata di ossigeno per certe famiglie trovano a pagare rette a volte di 2mila euro mensili”.

Operazione che inciderà inevitabilmente sul bilancio regionale e dell'Usl, ma che vuole proiettarsi in avanti: “Non è mai facile arrivare ad atti come questo – conclude Viérin –, che pesano anche sul bilancio previsionale della Regione e dell'azienda, ma era importante dare risposte in fretta, dopo la concertazione fatta con le famiglie ed il privato sociale. In futuro si potrà lavorare anche sui correttivi Isee per i valdostani, viste le peculiarità del territorio che spesso penalizzano troppo”.

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