Anche in Consiglio Valle dubbi e perplessità sul nuovo ente strumentale per i servizi alla persona

L'Assessore Carlo Marzi ha provato a rassicurare sui dubbi e le criticità sollevate dai sindacati e condivise ieri da Pcp e dalla Lega Vda.
Società

Il nuovo ente strumentale di servizi alla persona è stato al centro ieri sera dell’adunanza del Consiglio regionale. L’Assessore Carlo Marzi, rispondendo a due diverse iniziative della Lega e di Pcp, ha snocciolato nuovi dettagli sulla riforma che arriverà nei prossimi mesi.

“Il Governo ha intenzione di predisporre un disegno di legge con tre finalità specifiche: portare la politica valdostana a fare programmazione e non gestione dei servizi resi alle persone; proporre una soluzione comune tra Regione e Enti locali per affrontare i problemi gestionali che stiamo incontrando per il reclutamento, la gestione e la valorizzazione del personale; superare la questione che attanaglia i dipendenti della Società di Servizi che svolgono lo stesso lavoro di alcuni loro colleghi ma non hanno gli stessi emolumenti, le stesse garanzie e le stesse prospettive professionali. Abbiamo predisposto una proposta che potrà diventare un disegno di legge, se le altre parti in causa vorranno proporre soluzioni per arricchire quanto illustrato perché, al momento, quanto presentato è la migliore sintesi a necessità diverse tra loro”. ha spiegato Marzi.

“La scelta di costituire un ente pubblico economico che applica il contratto pubblico regionale per i propri dipendenti è stata effettuata proprio per salvaguardare – e se possibile potenziare – l’attuale livello occupazionale garantito dalla Società di servizi. Infatti, questa tipologia di ente prevede le procedure più snelle e legittime di selezione per ricoprire potenzialmente tutte le posizioni attualmente occupate presso la Società di Servizi, e dall’altro di garantire un trattamento economico e giuridico equiparabile a quello dei dipendenti pubblici.”

Nonostante le rassicurazioni dell’Assessore, la proposta ha sollevato dubbi tra i consiglieri di opposizione. La capogruppo di Pcp, Erika Guichardaz, ha espresso perplessità: “Al momento ci sono state presentate solo delle slide, mentre lo studio completo, che potrebbe chiarire molte delle nostre preoccupazioni, non è ancora disponibile.”

Sulla stessa linea il capogruppo della Lega VdA, Andrea Manfrin: “Siamo molto preoccupati e continueremo a monitorare la situazione. È fondamentale tutelare sia i posti di lavoro sia la qualità del servizio sociale nella nostra regione.”

Anche la Uil ha sollevato criticità attraverso la sua segretaria, Ramira Bizzotto. “La UIL FPL ha sempre chiesto l’armonizzazione dei contratti, considerando che nella Società di Servizi attualmente coesistono tre diversi CCNL. Tutti gli operatori che svolgono lo stesso lavoro dovrebbero avere gli stessi diritti e lo stesso trattamento economico.”

Secondo il sindacato, lo studio presentato include gli operatori socio-sanitari (OSS) impiegati nelle Unités des Communes e nei Centri Educativi Assistenziali Regionali (CEA), ma esclude dal passaggio gli amministrativi e gli OSS del Servizio di Assistenza Domiciliare (SAD), creando disparità di trattamento tra gli stessi operatori.

Un punto particolarmente contestato riguarda il regime normativo applicato ai lavoratori del nuovo ente. “Non saranno più soggetti alla legge 165/2001 e alla legge 22/2010, il che impedirà qualsiasi forma di mobilità interna al Comparto Unico e verso altri Enti Pubblici, come l’Azienda USL”, ha evidenziato la Uil. “Di fatto, si tornerebbe agli anni ’80, quando la legge 93/1982 prevedeva un albo speciale per le allora Adest, escludendole da ogni possibilità di mobilità interna ed esterna.”

Altro nodo cruciale è il trattamento previdenziale. Il sindacato ha già chiesto un parere alle Segreterie Nazionali, temendo che il nuovo assetto possa comportare svantaggi per i lavoratori.

Infine, restano incertezze sulle modalità di reclutamento delle nuove figure professionali, tra cui OSS, assistenti sociali ed educatori, e sulle conseguenze per i dipendenti della Società di Servizi che non supereranno le selezioni. “La riorganizzazione rischia di lasciare alle Unités des Communes solo la gestione dei rifiuti e di pochi OSS sul territorio, mentre la Società di Servizi si occuperà di sorveglianza e amministrazione nel settore forestale”, ha concluso la Uil. “Approfondiremo le criticità evidenziate e organizzeremo incontri con le categorie coinvolte.”

Prende forma l’ente strumentale per i servizi alla persona

20 febbraio

 

Ne faranno parte inizialmente il personale socio sanitario assistenziale ed educativo (assistenti sociali, educatrici, Oss ed operatori di sostegno), insieme a quello dei CEA regionali (centri diurni disabili) e delle Microcomunità per anziani delle Unités. Inizia a delinearsi l’ente strumentale per la “gestione dei servizi alla persona”. Lo studio commissionato dalla Regione ad un Consulente esterno è stato presentato nei giorni scorsi ai sindacati.

Come riferiscono in una nota Igor de Belli della Cgil, Chiara Pasqualotto della Cisl e Mauro Cretier del Savt, la natura giuridico/amministrativa sarà quella di un ente pubblico economico. Al personale, in parte assorbito dalla società dei servizi, dovrebbe esser applicato il contratto collettivo regionale di lavoro del Comparto Unico. Tutto il personale confluente conserverebbe inoltre il proprio trattamento giuridico e previdenziale di provenienza.

Chiedendo di avere copia dello studio, i sindacati si riservano di fare i dovuti approfondimenti. Nel mentre l’azione di Cgil, Cisl e Savt sarà rivolta a”migliorare la natura contrattuale delle lavoratrici e dei lavoratori della Società di Servizi, nonché a preservare la natura professionale e l’ inquadramento giuridico del personale regionale e delle Unités”. La volontà è inoltre di “tenere costantemente aggiornato tutto il personale coinvolto, anche per il tramite di assemblee distribuite su tutto il territorio regionale”.

Allo studio un’azienda regionale pubblica per i servizi alla persona

12 ottobre 2023

Un’azienda pubblica per i servizi alla persona che assorba i dipendenti di Società di Servizi e i dipendenti regionali che oggi erogano analoghi servizi. A delineare il progetto, emerso nell’ambito del tavolo tecnico-politico dedicato alle problematiche dei dipendenti della Società di Servizi, è stato in Consiglio regionale il Presidente della Regione, Renzo Testolin.

“La creazione di un’Azienda regionale pubblica ha anche tra le sue finalità quella di rendere omogenei i trattamenti giuridici ed economici del personale coinvolto nella gestione dei servizi. Le modalità con cui questi aspetti verranno realizzati non sono ancora state definite e saranno oggetto di future valutazioni. – ha evidenziato in aula il Presidente –  Il Governo regionale intende razionalizzare la gestione dei servizi alla persona per renderli sempre più adeguati alle esigenze e ai fabbisogni delle persone, con particolare riferimento a quelle fragili, anziane e non autosufficienti, in un contesto sociale e demografico in rapida evoluzione. A tal fine, l’Azienda che si vuole creare svilupperà gradualmente la propria attività nel tempo. Riguardo alla riorganizzazione delle funzioni in ambito sociale di competenza degli enti locali, verrà istituito un tavolo di confronto con gli stessi, come previsto nel Piano per la salute e il benessere sociale.”

Sul progetto il consigliere del gruppo misto Claudio Restano ha espresso perplessità. “Secondo noi non è giusto spostare tout court del personale dipendente della Regione, che ha vinto un concorso pubblico, all’interno di un ente strumentale della Regione senza sentire la loro opinione: le significo che si tratta di professionisti che operano per l’Amministrazione da oltre 25/30 anni. L’Amministrazione regionale ha bisogno di queste professionalità, magari valorizzandole in altri posti.”

Una risposta

  1. Una proposta di riforma che, come la separazione delle carriere dei magistrati, ha senso solo se è propedeutica ad altro: un cambiamento del contratto di chi afferisce al nuovo contenitore, verso forme di “risparmio”. Incomprensibile perché gli stessi studi di fattibilità non abbiano come destinatari gli amministrativi, dipendenti regionali e degli Enti Locali, con lo stesso contratto delle categorie di lavoratori – prevalentemente donne – addette all’assistenza delle persone fragili e con condizioni di lavoro dichiarate “usuranti” dal Deputato della Valle d’Aosta, che si era fatto promotore di un ordine del giorno seguito da una fanfara che aveva indotto a credere che il riconoscimento del lavoro usurante fosse già nel sacco col gatto 🐱 .
    Proposta di riforma da approfondire? No, IRRICEVIBILE.

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