Alpinismo patrimonio dell’Unesco, Courmayeur e Chamonix vanno avanti nel progetto

Lo scorso Consiglio comunale è stata votata all'unanimità la convenzione tra i due paesi ai piedi del Monte Bianco per continuare l'iter di presentazione della domanda alle Nazioni Unite. Derriard: “Vogliamo far conoscere al mondo le nostre radici”.
Società

“Courmayeur e Chamonix hanno le due società più antiche di guide alpinistiche e, del resto, se la pratica si chiama alpinismo è proprio perché nasce sulle Alpi”. Questo sono alcuni dei motivi, spiegati dalla sindaca Fabrizia Derriard, per cui proprio le due località ai piedi del Monte Bianco da circa sei anni si stanno confrontando per chiedere che la pratica dell'alpinismo diventi un patrimonio immateriale dell'umanità riconosciuto dall'Unesco.

L'ultimo passaggio è avvenuto nello scorso Consiglio comunale di Courmayeur, dove all'unanimità è stata votata la convenzione tra i due Comuni per andare avanti con la progettazione della domanda, da sottoporre all'organizzazione delle Nazioni Unite “entro il 18 marzo del 2018”. Il costo da affrontare per compilare i moduli di richiesta è di 42 mila euro, diviso a metà tra le due località.

“In questi documenti si spiegano le motivazioni per cui si vuole far proteggere questa pratica, tutelare una tradizione nel rispetto dell'ambiente circostante – spiega Derriard – cercando di dare una visibilità verso un aspetto culturale che caratterizza le nostre zone, più ancora di quello sportivo: lo scopo è quello di far conoscere al mondo le nostre radici”. Alcuni esempi di beni immateriali tutelati le cui domande sono venute dall'Italia sono il canto corale sardo, la tradizione del teatro dell'Opera dei pupi siciliana e la falconeria.

L'idea è dunque quella di “valorizzare l'alpinismo dai luoghi in cui è nato – afferma Derriard – aspetto che, vista la diffusione in tutto il mondo di questa pratica, assume un interesse che può essere esteso” ed è per questo che si cerca di aprire a più adesioni possibili a sostegno della candidatura. “Quest'iniziativa è nata nell'ambito della premio del Piolet d'Or – racconta la sindaca – poi in questi anni abbiamo beneficiato della collaborazione del Museo della montagna di Torino, che rappresenta tutti i Cai italiani”.

I tempi si sono sono dilatati perché in Francia, prima di far domanda all'Unesco, è necessario che il patrimonio che si intende valorizzare sia prima accettato in una lista di beni tutelati nazionali, cosa avvenuta da poco. “La domanda all'Unesco per l'alpinismo ad oggi è un progetto tra Italia e Francia e speriamo che arrivi il sostegno anche di altre nazioni”, conclude Derriard.

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