Alta velocità, Ferrentino del movimento No-Tav contro l’ipotesi del tracciato ” valdostano”

A dieci giorni dalla grande manifestazione di Roma contro le grandi opere, Antonio Ferrentino, uno dei capofila del movimento No-Tav, è stato invitato ad Aosta dal gruppo Arcobaleno per incontrare i giornalisti locali....
Società

A dieci giorni dalla grande manifestazione di Roma contro le grandi opere, Antonio Ferrentino, uno dei capofila del movimento No-Tav, è stato invitato ad Aosta dal gruppo Arcobaleno per incontrare i giornalisti locali.
A fianco di Ferrentino, presidente della Comunità montana Bassa Val di Susa e Val Cenischia e sindaco di Sant’Antonino di Susa, erano presenti Giorgio Caniglia, coordinatore dell’Arcobaleno e Piero Valleise, segretario regionale di Rifondazione comunista.
Non sono mancati gli argomenti di discussione legati alla realtà italiana, piemontese e valdostana, anche alla luce delle recenti dichiarazioni di Luciano Caveri riguardo all’eventualità di spostare il tracciato della linea ferroviaria in Valle d’Aosta.
?Ogni ipotesi di tracciato – ha affermato Ferrentino – richiede uno studio progettuale diverso, dei presupposti e delle finalità differenti. Evidentemente per alcuni l’importante è costruire ad ogni costo, non importa cosa, dove né perché. Il sistema delle compensazioni, che strappa consensi assegnando sei-settecento milioni di euro ai comuni coinvolti, non ripaga dei danni ambientali e dallo spreco di denaro pubblico. Dal 2002 al 2005 le tonnellate di merci trasportate oltreconfine sono scese da 11,2 milioni a 6,2 milioni, e continuano a diminuire. Secondo uno studio tecnico sui flussi di traffico sull’arco alpino le infrastrutture già esistenti, se utilizzate appieno, sarebbero ampiamente in grado di fare fronte anche a necessità ?gonfiate? e improbabili?.

Antonio Ferrentino ha puntato il dito contro la cosiddetta Legge Obiettivo, che ?sottrae agli enti locali la possibilità di esprimersi riguardo alle grandi opere: per questo il movimento No-Tav ha il merito storico di avere costretto le istituzioni a considerare il punto di vista degli enti locali. Purtroppo dichiarazioni come quella di Caveri o di altri amministratori pubblici dimostrano che non tutti che non tutti applicano questo principio?.Giorgio Caniglia, facendo riferimento alla realtà valdostana, ha affermato che ?grazie ai referendum è stato inoculato nei valdostani il bacillo della partecipazione popolare, e non è escluso che anche nella nostra regione possa nascere un movimento dal basso in grado di fare sentire la propria voce?.

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