Meglio essere i migliori tra i peggiori o i peggiori tra i migliori? Chi lo sa. Noi intanto ci troviamo nel primo caso. La qualità della vita, in Italia, si è sensibilmente deteriorata, ma la Valle d’Aosta si trova comunque in testa alla classifica, per lo meno per quanto riguarda la qualità ambientale.
Lo sostengono l’Osservatorio Accredia e il Censis, che, presentando stamane a Roma i risultati relativi alle certificazioni di qualità delle aziende, hanno pensato bene di applicare analoghi criteri alle regioni italiane. Sono quattro gli indicatori scelti per valutare le dinamiche economiche e sociali del Paese: la tenuta del sistema produttivo, l’offerta di servizi pubblici, la qualità della vita e la tutela e conservazione ambientale. Quest’ultimo parametro incorona la Valle d’Aosta quale migliore esempio di sviluppo, davanti – e con un certo distacco – al Trentino Alto Adige e al Molise, mentre l’ultimo in classifica è il Lazio.
Generalmente, l’indice di qualità dell’ambiente, che esamina 13 differenti variabili statistiche, presenta un andamento discontinuo. Dopo il 2008, anno terribile, questo indicatore ha registrato, quest’anno, il valore più alto degli ultimi sei anni. Mentre cresce sorprendentemente il sistema produttivo, calano in Italia gli altri indicatori, l’offerta di servizi pubblici e la qualità della vita.