“Vergogna”. Queste le lettere stampate su alcune cartelline di colore arancione e tenute in mano, quasi fosse uno striscione, da alcuni cittadini aostani simpatizzanti del movimento di Aosta Viva, durante la seduta del Consiglio comunale di Aosta.
La scritta era rivolta al presidente del Consiglio Renato Favre per la recente condanna inflittagli dalla Corte dei conti per i rimborsi di permessi che non gli spettavano quando era assessore durante la Giunta Thiebat. Alla richiesta di revoca del proprio mandato Favre ha risposto di non aver nessuna responsabilità: “Non spettava a me tenere ordine nei permessi retribuiti. Si è trattato esclusivamente di un problema di interpretazioni delle regole in materia, dovuta a qualche negligenza da parte degli apparati burocratici e sono a posto con la mia coscienza”.
I gruppi di opposizione Aosta Viva, Alé Vallee e Verdi hanno presentato una mozione tesa a sfiduciare il presidente del Consiglio. Nella votazione segreta 19 consiglieri hanno votato contro, 8 a favore e due sono state le schede bianche. Renato Favre resta al suo posto.
Il sindaco Guido Grimod ha rinnovato la fiducia al presidente Favre criticando la demagogia della minoranza. “Abbiamo sollevato un problema – ha detto per l’opposizione Robert Louvin, capogruppo di Aosta Viva – che altri avrebbero dovuto porsi. Per due volte un giudice ha sentenziato che il presidente del Consiglio comunale si è reso colpevole di una colpa grave. In assenza delle sue dimissioni siamo stati costretti, con rammarico, a chiedere la sfiducia di Favre“.