Aosta rivive la Festa della Liberazione
Una Festa della Liberazione dal sapore particolare quella festeggiata tra le vie del centro di Aosta. In primis perché dopo le celebrazioni dei due anni passati finalmente la piazza si torna a riempire di persone di ogni età e poi perché come ha detto la Senatrice Lilliana Segre “in questo 25 aprile è impossibile cantare Bella Ciao senza pensare agli ucraini.”
Infatti, è da Piazza Chanoux che il vicepresidente nazionale Anpi, Alessandro Pollio Salimbeni ha lanciato il grido: “Russki idut damoi” ossia “i russi tornino a casa”, dato che “la Russia ha aggredito l’Ucraina e nel fare questo si è assunta tutta la responsabilità etica e politica degli avvenimenti che ne conseguono.” Il vicepresidente dell’Anpi ha ripreso anche le parole di Papa Francesco per sottolineare che non è possibile essere soltanto coloro che invocano la pace ma bisogna esserne gli artigiani.
Viene specificato che da una parte occorre sempre lottare per la libertà e per la resistenza ma la vittoria del ’45 la si è ottenuta anche grazie a coloro che hanno combattuto senza armi perché “la pace – spiega Alessandro Pollio Salimbeni – non è soltanto l’assenza di guerra. La pace è una cultura e un punto di vista diverso, la pace è cercare di comprendere le preoccupazioni di ciascuno e a partire da queste costruire un sistema di sicurezza collettiva condiviso.”
Il sindaco di Aosta, Gianni Nuti, ha voluto ricordare come la festa del 25 aprile del 1945 “non fu una festa di un colore sola ma, come tutte le cose vere, fu piena di emozioni miste, di compresenze, di gioie e sofferenze insieme.” Il Primo cittadino, riportando alla memoria lo spirito che alimentò la lotta per la libertà 77 anni fa, ha voluto esortare a “non tacere di fronte alle ingiustizie del mondo, a non normalizzare tanto una violenza domestica quanto una strage di migliaia di civili innocenti.” Inoltre, il sindaco del capoluogo valdostano ha incarnato i valori della liberazione nella lotta contro “l’ossessione tecnocratica che si avviluppa alle norme e che alimenta la cultura del sospetto” e nella soppressione di tutte le “violenze verbali che sono spese sui social dietro lo scudo vigliacco degli schermi.”
Tra la deposizione della corona al giardino della Rimembranza e la lettura dei primi dodici articoli della Costituzione, scanditi dai giovani atleti del Gruppo Sportivo Vigli del Fuoco Giuseppe Godioz ci si è ricordati di come la Festa della Liberazione non sia semplicemente una memoria bensì un memoriale, cioè non un mero ricordo di qualcosa che è passato ma l’attualizzazione dello spirito di qualcosa che c’è stato ma che ancora vive.
Le celebrazioni a Courmayeur
Ai piedi del Monte Bianco, il 25 aprile è stato celebrato con un discorso del sindaco di Courmayeur Roberto Rota: “Quei valori che portarono alla liberazione dell’Italia, quel diritto alla vita che vuole ogni individuo libero e sicuro, rimangono i valori in cui crediamo fermamente, che danno forza e speranza a chi in queste ore si trova immerso nel dolore e non riesce a guardare avanti. La speranza non deve lasciare il passo alla rabbia, sentimento certo difficile da gestire in questo momento. Questa giornata di festa deve per questo essere, nei valori che rappresenta e che ci impegniamo a perpetuare, un momento di celebrazione delle libertà democratiche che l’Italia ha raccolto con il sacrificio di migliaia di uomini e donne e dall’altro momento di riflessione e di vicinanza a chi oggi si trova a combattere per la propria libertà”.
Il 25 aprile a Sarre
Anche il Comune di Sarre, questa mattina, ha ricordato l’Anniversario della liberazione deponendo i fiori sulle lapidi che dedicate a chi ha sacrificato la propria vita per garantire un futuro libero e democratico. Quest’anno – spiegano dal Comune – l’evento è particolarmente significativo visti i terribili eventi che stanno nuovamente interessando l’Europa. Presenti alla cerimonia i rappresentanti del consiglio comunale, il picchetto degli alpini della sezione di Sarre e Chesallet, il rappresentante dell’Anpi e una rappresentanza delle famiglie ucraine attualmente ospitate sul territorio.
A Lillianes inaugurato il Labaro Anpi della sezione Mont Rose
Le delegazioni Anpi di Donnas, Perloz, Pont-Saint-Martin, Gaby, Issime e Fontainemore, assieme ai rispettivi sindaci, si sono radunati alle 11 a Lillianes. Dopo la Santa Messa al campo, è stata la volta della commemorazione e deposizione di corone al monumento ai partigiani caduti della brigata Lys, gli interventi delle autorità e l’inaugurazione del Labaro Anpi della sezione Mont Rose.