Arrivano le prime adesioni da medici e infermieri in pensione per l’emergenza Covid-19

Ad oggi sono 2 medici e un'infermiera in quiescenza i "reclutati" dall'Usl. Per far fronte all'emergenza Coronavirus arrivano però anche 5 medici di libera professione a titolo gratuito, uno specialista in malattie dell'apparato cardio-vascolare, 2 specializzandi in Medicina d’Urgenza e un’altra infermiera.
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Società

L’Usl serra le fila, e aumenta il personale per far fronte all’emergenza Coronavirus in Regione.

L’Azienda ha infatti – questione già annunciata giorni fa – aperto due avvisi per il reclutamento di personale medico e infermieristico, in cui rientrano anche i sanitari in pensione, da utilizzare nell’immediato per l’emergenza Covid-19 “per un periodo di mesi 6 decorrenti dalla data di sottoscrizione dei relativi contratti, eventualmente prorogabili fino al perdurare dello stato di emergenza”.

L’avviso è valido fino al 30 aprile, e al momento diverse sono le delibere del Commissario Usl Pescarmona che implementeranno il personale ospedaliero, con due medici in quiescenza – uno dei quali Specialista in Anestesia e rianimazione, l’altro che si occuperà della sorveglianza clinica attiva dei pazienti ospitati nelle Comunità per anziani, sia pubbliche che private – e una infermiera, anch’ella in pensione.

A questi si aggiungono anche altri cinque medici in regime di libera professione a titolo gratuito, un medico specialista in malattie dell’apparato cardio-vascolare e due specializzandi in Medicina d’Urgenza oltre ad un’altra infermiera che servirà per “fronteggiare le carenze infermieristiche”.

Un “reclutamento” che però non finisce qui, come spiega lo stesso Commissario Usl Angelo Pescarmona: “Al momento tutti coloro i quali hanno manifestato disponibilità sono stati al momento richiamati in servizio. Proprio oggi ci siamo confrontati con l’Ufficio stampa per mettere ancora più in evidenza l’avviso sul nostro sito. Un avviso in realtà senza scadenza, perché c’è bisogno di personale dal momento che abbiamo oltre trenta positivi tra i dipendenti ed un numero significativo di soggetti che hanno anche altri problemi di salute”.

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