Auto organizzazione familiare: quando la famiglia diventa una risorsa

Una legge regionale prevede la possibilità di presentare, entro il 30 settembre, progetti di auto organizzazione familiare "al fine di valorizzare le risorse di solidarietà delle famiglie" e di ottenere dei contributi a sostegno di tale attività.
Immagine di archivio
Società
Quattro famiglie riescono a conciliare gli impegni professionali con quelli familiari durante la chiusura delle scuole: è possibile? Grazie ai progetti di auto organizzazione familiare, sì: ad esempio, Ciao Amici è il progetto che, per il secondo anno, unisce otto genitori i quali, in concomitanza con la chiusura delle scuole, prendono ferie a turno e accudiscono in casa tutti i bambini, riempiendo le loro giornate con laboratori di cucina, di educazione civica, naturalistici o con gite all'aperto e passeggiate in montagna.
Accompagnare i propri figli a scuola, prima della campanella del mattino, anche quando la scuola non offre un sostegno ed il datore di lavoro non consente modifiche all'orario: una cooperazione tra famiglie ha permesso di attivare un servizio capace di rispondere a questo bisogno comune, grazie ad un gruppo di genitori che ha deciso di continuare ad autogestirsi, per il quinto anno consecutivo, raccogliendo il triplo di adesioni rispetto al primo anno.
 
Questi sono solo due esempi di come le famiglie possano organizzarsi tra loro per risolvere problemi comuni e concreti: una legge regionale prevede la possibilità di presentare progetti di auto organizzazione familiare "al fine di suscitare e valorizzare le risorse di solidarietà delle famiglie e delle reti parentali" e di ottenere dei contributi a sostegno di tale attività.
 
I primi progetti risalgono all'anno 2003, quando nasce anche l'idea di creare un gruppo di lavoro, formato da rappresentanti istituzionali, del terzo settore e dell'associazionismo familiare, che si occupi di seguire da vicino le tematiche inerenti alle politiche familiari, nonché l'analisi ed il monitoraggio degli interventi a favore delle famiglie promossi dagli enti pubblici, l'elaborazione di proposte relative al sostegno delle funzioni di cura delle famiglie e le azioni di sensibilizzazione, promozione ed informazione rivolte alle tematiche familiari.
"Si tratta di una logica diversa – commenta Patrizia Scaglia, responsabile del Servizio famiglia e politiche giovanili dell'Assessorato regionale alle politiche sociali – che vede la famiglia non unicamente come fruitore di servizi sociali erogati dalla pubblica amministrazione, ma, pur sempre con il sostegno dell'ente pubblico, come risorsa di coesione e di solidarietà, capace di fornire servizi di natura assistenziale o educativa organizzata in forma cooperativistica e associazionistica".
Tra il 2007 e il 2008, i progetti finanziati sono stati dieci per un contributo totale, erogato dalla pubblica amministrazione, di quasi quindicimila euro.
Il termine per presentare nuovi progetti, o per ripresentare progetti già consolidati, è il 30 settembre: la scheda di presentazione e la delibera regionale con i criteri e le modalità di applicazione si possono scaricare all'indirizzo:

Vuoi rimanere aggiornato sulle ultime novità di Aosta Sera? Iscriviti alla nostra newsletter.

Fai già parte
della community di Aostasera?

oppure scopri come farne parte