Con Sharon De Cet la Cyber Security è di casa a Gressan

A volte ritornano. Sharon De Cet, oggi Cyber Security Risk Analyst e consulente per delle Organizzazioni Internazionali per la valutazione dei rischi per gli investimenti nei Paesi orientali, ha deciso di tornare a vivere in Valle d'Aosta pur lavorando in un contesto internazionale.
Sharon De Cet a Berlini
Società

La prima cosa che colpisce di Sharon De Cet è il suo entusiasmo contagioso. Classe 1994 di Gressan, cresce tra i banchi del Liceo Classico di Aosta, istituto che al quarto anno propone dei progetti di scambio con Paesi esteri. Quell’anno Sharon ha l’opportunità di scegliere tra Spagna, Belgio o Turchia. Piccolo spoiler sul prosieguo del racconto: la destinazione scelta sarà sempre la più lontana e in quest’occasione si tratta della Turchia. La Cappadocia è una regione particolare e affascinante: Sharon stringe molte amicizie, tanto addirittura da ospitare, al rientro, una ragazza turca conosciuta durante quel periodo. L’esperienza è così positiva che, al riproporsi dell’opportunità, per Sharon è nuovamente ora di chiudere la valigia e partire alla volta di New York.

Conseguito il diploma, è tempo di decidere cosa fare da grande e, forte del desiderio di conoscere il mondo e le sue culture, Sharon decide di iscriversi a Scienze Linguistiche per le Relazioni Internazionali all’Università Cattolica del Sacro Cuore a Milano. Questa facoltà offre la possibilità di approfondire una lingua straniera e, neanche a dirlo, la scelta ricade nuovamente su quella del Paese geograficamente più distante: il cinese. “Questa decisione è stata azzeccatissima. Era un momento in cui non si percepivano ancora, fino in fondo, le opportunità che la conoscenza di questa lingua avrebbe generato”.

Grazie agli ottimi risultati scolastici, Sharon ottiene delle borse di studio che le permettono di trascorrere dei periodi di studio in Cina durante l’estate. Il secondo anno si presenta l’occasione, colta immediatamente, di partire in Erasmus a Parigi: “il livello dell’offerta formativa è altissima e l’ambiente molto internazionale, due aspetti che si sono rivelati determinanti per la scelta successiva di iscrivermi al percorso magistrale in Politiche Pubbliche e Affari Europei di SciencesPo“. Col passare del tempo, Sharon continua ad approfondire la lingua cinese: oltre ai soggiorni estivi in Cina, nel tempo libero lavora presso l’Istituto Confucio di Milano e, nel 2017, si trasferisce quasi un anno a Pechino, dove frequenta un corso intensivo di cinese presso la Tsinghua University: “nonostante non si parli di molti anni fa, ho vissuto in una Cina molto diversa da quella attuale, in una fase di apertura: era un paese che si lasciava conoscere, la politica non era così invadente e, nonostante le evidenti differenze culturali, mi sentivo a casa. Oggi, invece, ritengo che il governo stia giocando la partita per diventare una potenza mondiale e non un semplice paese membro onorario dell’occidente”.

Una volta rientrata, Sharon inizia il percorso magistrale nella capitale francese e, anche in questa esperienza, non si fa mancare la possibilità di viaggiare. Infatti, per lo stage previsto nel piano di studi, trascorre qualche mese in Svezia. Durante questo periodo, oltre a coltivare il suo interesse per il continente asiatico, Sharon approfondisce un tema quanto mai attuale come quello della cyber security, che si rivela molto utile per il suo futuro lavorativo.

Concluso il periodo scolastico, grazie a dei preziosi contatti creati nel corso degli anni, Sharon fa il suo ingresso ufficiale nel mondo del lavoro, come Cyber Security Risk Analyst e come consulente per delle Organizzazioni Internazionali per la valutazione dei rischi per gli investimenti nei Paesi orientali: “Si tratta di attività molto particolari e delicate. Dedico tante ore allo studio, analizzo i documenti prodotti dalle fonti governative per capire e interpretare le situazioni politiche e economiche, al fine di poter valutare i rischi e le opportunità presenti nei vari Paesi”.

Il lavoro permette a Sharon di viaggiare molto, pur mantenendo come base di appoggio Parigi e Berlino, prima di prendere la decisione di rientrare a casa a Gressan: “Ho girato tantissimi Paesi per studio e lavoro, mi sono adattata a vivere in delle metropoli, pur venendo da un piccolo paesino della Valle d’Aosta. I miei genitori mi hanno sempre supportata, nonostante non sempre comprendessero le mie scelte; i miei continui trasferimenti mi hanno costretta spesso a dei sacrifici, soprattutto nella sfera privata, ma la ricompensa più grande è che oggi posso contare su tantissimi amici sparsi per tutti i Paesi non solo europei e, soprattutto, sulle amicizie con la A maiuscola, quelle che nonostante la distanza, nonostante le mancanze, il vedersi poco e magari online, sono rimaste. Oggi parlo cinque lingue e, sebbene io sia ancora giovane, posso vantare già una buona esperienza lavorativa. Avrei certamente potuto fermarmi in Italia, ma trovo che qui manchi la fiducia verso i giovani: quando concludi l’università all’estero, le aziende ti affidano sin da subito compiti e progetti di responsabilità, qui in Italia invece devi batterti per uno stage mal pagato o per il quale sei addirittura in debito per essere stato selezionato. Posso affermare che, al contrario, la Francia ha creduto in me subito e mi ha offerto delle opportunità che in Italia difficilmente avrei avuto. Il mio attuale lavoro, come ho detto, richiede tanto studio e concentrazione, per questo ho deciso di tornare alla mia casa d’origine: è stato ovviamente uno shock culturale il mio rientro, sono stata catapultata dopo anni da una metropoli a un piccolo paesino e, credetemi, non è così banale. Ho pensato molto a ciò che implicasse il mio rientro, ma poi mi sono detta che l’Italia è un Paese fantastico e ho ritenuto meritasse una seconda possibilità. Operando da remoto posso continuare a lavorare per enti e aziende di ogni parte del mondo, quando serve prendo l’aereo e mi sposto senza grandi difficoltà. La cosa più bella è che, grazie agli anni trascorsi all’estero, in ogni posto dove devo andare trovo un amico!”.

Una risposta

  1. Ormai tantissimi ragazzi e ragazze della nostra regione studiano e lavorano all’estero e hanno amici un po’ ovunque, quella raccontata nell’articolo non è che una delle tante storie che meriterebbero tutte di essere raccontate!

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