CONVEGNO DEL CSV A BARD: “I L VOLONTARIATO VALDOSTANO HA BISOGNO DI GIOVANI”

Come arrestare ed invertire la tendenza progressiva all'invecchiamento del volontariato? Come favorire la presenza di giovani nelle organizzazioni valdostane? Come promuovere l'impegno sociale nelle giovani generazioni?...
Società

Come arrestare ed invertire la tendenza progressiva all’invecchiamento del volontariato?
Come favorire la presenza di giovani nelle organizzazioni valdostane? Come promuovere l’impegno sociale nelle giovani generazioni?

Su questi interrogativi si è focalizzata l’attenzione dei partecipanti al convegno dal titolo ?CSV, il motore per la crescita del volontariato? che si è svolto oggi al Forte di Bard su iniziativa del Comitato di Gestione del Fondo Speciale per il Volontariato della Valle d’Aosta e del Centro di Servizio per il Volontariato.

Nel suo messaggio di saluto, Luciano Caveri ha posto l’accento sulla necessaria collaborazione tra mondo del volontariato e realtà istituzionali. ?Per la Regione è importante che il volontariato continui ad agire in stretto rapporto con l’amministrazione regionale, poiché i bisogni sono i medesimi, e le risposte da fornire sono le stesse. In un mondo in continua e rapida trasformazione – ha continuato Caveri – il peso più grande che, attualmente, grava sul futuro della Valle d’Aosta, è il deficit demografico: l’invecchiamento della associazioni di volontariato è ovviamente preoccupante, tuttavia sappiamo che possiamo rispondere a questo problema solo attraverso una riflessione complessiva?.

Responsabili di associazioni, istituzioni, rappresentanti delle fondazioni bancarie si sono, quindi, confrontati, in una tavola rotonda, su come avvicinare i giovani ai temi della partecipazione e dell’impegno. Questo a partire da una tendenza messa in evidenza dalla ricerca Fivol (Fondazione Italiana per il Volontariato) del 2006, dal titolo ?Volontariato ed associazionismo di promozione sociale in Valle d’Aosta: bisogni, processi ed esiti?: il volontario medio, in Valle d’Aosta, ha 45 anni, e tra i 3.600 volontari attivi prevale di gran lunga la fascia di età che va dai 50 ai 64 anni, mentre i giovani (dai 15 ai 29 anni) non raggiungono il 20% del totale.

?Dobbiamo lavorare in rete e unirci a soggetti diversi come la scuola, le istituzioni, i centri di aggregazione – ha affermato Luigino Vallet, del direttivo di CSV net, il coordinamento nazionale dei CSV in Italia – solo così possiamo trovare una soluzione comune che sia modellata sui giovani di oggi; sul piano culturale, come società, è invece fondamentale riscoprire la dimensione del dono e della gratuità, che determinano la qualità delle relazioni tra le persone. Dono e gratuità sono gli unici aspetti ai quali le istituzioni non possono provvedere e sui quali non possono intervenire da sole?.

?La relazione giovani/volontariato è un problema educativo – ha affermato Antonio Fosson, Assessore regionale alla Sanità, Salute e Politiche sociali – ed in questo senso è fondamentale la proposta formulata dagli adulti e dalla famiglia. In parallelo a questa riflessione, non possiamo non ragionare anche sulle trasformazioni in atto nel mondo del volontariato, che si sta dirigendo, sempre nella costante ricerca di un rapporto costante con le istituzioni, verso realtà più professionalizzate.

?Non è vero – ha spiegato Anna Merlo, ricercatrice dell’Università della Valle d’Aosta – che i giovani non siano sensibili: hanno delle motivazioni che noi dobbiamo saper cogliere. Le loro esistenze sono molto meno radicate nella realtà in cui vivono, hanno esigenze espressive differenti, che vanno capite. Il rischio, da parte delle ODV e delle istituzioni, è di non riuscire a raccogliere queste istanze e, di conseguenza, pensare che non esistano. Al contrario, noi dobbiamo scoprire chi sono e dove vanno i giovani di oggi?.

?Credo che la strada da perseguire – ha continuato Giancarlo Civiero, vicepresidente del Comitato di Gestione del Fondo speciale per il Volontariato della Valle d’Aosta – sia quella di far toccare con mano ai giovani alcune esperienze di volontariato: questo aspetto potrebbe essere valorizzato ed incentivato grazie, ad esempio, ad un sistema di crediti formativi da mettere in piedi con la scuola?.

Uno sforzo maggiore è stato richiesto al CSV della Valle d’Aosta da Carlo Cesare Chiesa, Presidente del Comitato di Gestione del Piemonte e rappresentante della Fondazione San Paolo. ?Negli anni aumentano le risorse spese dai CSV, ma contestualmente non crescono i volontari e, in particolare, i giovani. L’invito che mi sento, quindi, di rivolgere al CSV, è quello di investire maggiormente nella promozione, in modo da intercettare persone nuove a cui proporre un impegno nel sociale?.

La tavola rotonda si è conclusa con l’intervento di Andrea Borney, presidente del CSV della Valle d’Aosta. ?Le giovani generazioni rappresentano la nostra priorità di intervento: su questo vogliamo spendere le nostre energie. Ci impegniamo a raccogliere le richieste del Coge, a cui chiediamo, tuttavia, di accordarci tempo, oltre che una maggiore libertà e flessibilità di movimento in questo ambito?.

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