Coronavirus, arrivati al Parini i freezer per il vaccino. La campagna partirà attorno a metà gennaio

La prima tranche prevede 3334 dosi per la Valle d’Aosta, per vaccinare prioritariamente operatori sanitari, socio-sanitari e ospiti delle Rsa. Intanto si pensa già alla seconda fase: "Diverso sarà invece quando dovremo agire territorio e avremo flussi copiosi", spiega il Direttore sanitario Usl Castelli.
Ospedale Parini
Società

Sono arrivati oggi, all’ospedale “Parini” i freezer che conterranno le dosi del vaccino anti-Covid prodotto dalla Pfizer Biontech.

Dosi che per la Valle d’Aosta saranno 3.334 nella prima tranche, per una campagna di vaccinazione che dovrebbe prendere il via con l’anno nuovo.

“Si pensa di iniziare la campagna attorno alla metà di gennaio – spiega il dottor Maurizio Castelli, Direttore sanitario dell’Usl –, salvo per il 27 dicembre, giorno della vaccinazione in tutta Europa e in tutte le regioni italiane, per il quale avremo a disposizione 20 dosi”.

Il primo lotto è tarato principalmente sui numeri del personale che va vaccinato in maniera prioritaria, ovvero quello sanitario, quello di servizio nelle Rsa e per le persone anziane ospiti delle microcomunità.

“All’inizio il numero di vaccini per la regione era più alto, erano circa 4400 – prosegue Castelli –, che credo sia stato ridotto pensando che totale comprensivo trasmesso è quello dei soggetti potenzialmente aderenti a vaccinazione, ma la percentuale di adesione non corrisponde agli operatori sanitari così come non corrisponde a quelli che lavorano nelle Rsa e a quello dei soggetti anziani. Anche perché dovremmo acquisire il consenso, non basta l’adesione potenziale, quindi non solo il consenso informato unico trasmesso dal Commissario”.

Numero, però, congruo secondo il Direttore Castelli: “In questo momento abbiamo queste dosi e questi target prioritari, e credo che questo numero possa essere corretto in rapporto alla popolazione. Diverso sarà invece quando dovremo agire sul territorio e avremo flussi copiosi di persone che da un lato vorranno vaccinarsi e dall’altro dovranno fare il richiamo. E dovremo farlo cercando di evitare di mandare in tilt un sistema che nel frattempo continua a curare, a fare tamponi e a svolgere l’attività amministrativa”.

“Dobbiamo valutare in maniera diversa l’azione tra la prima fase a gennaio e quella successiva – prosegue Castelli –. Nella prima fase, con gli operatori sanitari e sociosanitari, avremo il ‘Parini’ come sede principale, visto che stocchiamo lì il vaccino. Successivamente dovremo ragionare però su base distrettuale per stabilire gli interventi nelle Rsa”.

In attesa del seguito: “L’organizzazione successiva è più complessa – prosegue il medico –. Dovendo vaccinare le persone sul territorio dovremmo immaginare luoghi più capillari e anche, dove ce ne fosse bisogno, a degli accessi domiciliari per chi fosse impossibilitato a spostarsi da casa, magari sfruttando le risorse sul territorio”.

Difficile dire, invece, se tra gli operatori sanitari verrà vaccinato anche chi ha già contratto, in questi mesi, il Covid-19: “Non c’è ancora un’indicazione prioritaria su chi è già stato malato – prosegue il Direttore sanitario Usl –, non sappiamo se arriverà nei prossimi giorni. Al momento, preferirei vaccinare chi non è che mai stato malato e chi è un soggetto fragile”.

All’Usl tocca il compito – dopo l’installazione dei freezer per tenere le fiale a 75 gradi sotto zero – di censire quante persone tra il personale aderiranno alla campagna di vaccinazione, attraverso la compilazione di un apposito form i cui primi numeri, si dice nell’ambiente sanitario, sembrano essere incoraggianti.

Nessun problema, al momento, per gli operatori che materialmente somministreranno il vaccino. In Valle d’Aosta, l’Azienda intende avvalersi di personale proprio, almeno all’inizio: “Per ora agiremo con risorse nostre – chiude Castelli –, se poi si apriranno dei bandi come avvenuto per il contact tracing aderiremo”.

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