Coronavirus, l’Institut Agricole corre ai ripari: al via la didattica a distanza per alcune classi

La decisione è stata presa ieri dopo un nuovo caso di positività fra gli alunni che ha portato in "quarantena" una seconda classe. Tredici i docenti in "isolamento fiduciario", che non possono essere utilizzati, neanche per la didattica a distanza.
Michele Siguado
Società

Per evitare la paralisi del sistema, l’Institut Agricole corre ai ripari, attivando per alcune classi la didattica a distanza. La decisione è stata presa ieri dopo un nuovo caso di positività fra gli alunni che ha portato in “quarantena” una seconda classe.

“Attualmente abbiamo 15 studenti e 4 docenti, che finiscono il periodo di quarantena il 12 di ottobre, da ieri un’altra classe per un totale di 22 studenti e 9 docenti, in isolamento fino al 16 di ottobre” racconta il direttore didattico Michele Sigaudo. “Non abbiamo chiuso la scuola perché la decisione spetta al Prefetto e non al sottoscritto, ma abbiamo attivato la didattica a distanza, per alcune classi, per garantire il diritto allo studio degli studenti. Avendo un numero così elevato di docenti che non possono essere utilizzati, neanche per la didattica a distanza, e non avendo la possibilità di trovare sostituti, soprattutto su materie tecniche, garantiamo almeno quel minimo di ore di didattica a distanza con i docenti che ho ancora disponibili. Questo anche per evitare che altri docenti vengano messi in isolamento”.

In totale le classi coinvolte dalla Dad sono sette: due seconde, due terze e una quinta, che si vanno ad aggiungere alle altre due classi in isolamento.

“Speriamo di poter tornare presto ad una situazione di normalità.  Se i docenti, non malati, potessero almeno farmi didattica a distanza, non avrei problemi a gestire la situazione e a garantire la didattica. Ma il loro status è paragonabile a quello di un ricoverato in ospedale, e quindi non possono fare nulla: questo è un problema politico amministrativo e di contrattazione sindacale.”

Nel frattempo sono salite a 17 le classi in quarantena, la maggior parte delle quali nelle istituzioni scolastiche di secondo grado.

0 risposte

  1. No, questo è un problema etico!!!! Mi spiace, ma in questa situazione tutti devono fare qualcosa, dalle famiglie, ai ragazzi passando per gli insegnanti. Mi pare troppo comodo rifugiarsi sempre dietro la contrattazione sindacale o regole assurde. Il messaggio che stiamo mandando ai nostri ragazzi è che c’è sempre una comoda uscita di sicurezza che alla fine sfocia nella lassita’ è nel menefreghismo. Mia figlia stamane su sei ore di DAD ha fatto unicamente la lezione di motoria, con insegnanti che non hanno neanche mandato una mail di spiegazione per la propria assenza. Non è il virus che sta uccidendo la scuola, è la mancanza di programmazione:possibile che da marzo nessuno abbia preso una decisione valida, se non fare costruire i banchi con le rotelle?

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