L’appello lanciato dall’Usl non è rimasto inascoltato. Sarte, piccoli artigiani e privati cittadini hanno deciso di mettersi al lavoro per provare a dare agli operatori sanitari un po’ di “sicurezza” contro il virus, fornendo loro camici e mascherine. Le scorte in ospedale si stanno esaurendo, non solo in Valle d’Aosta.
A Saint-Pierre il laboratorio di stampe artigianali Ideart di Stefano Fontanelle da mercoledì sarà in grado di produrre per l’Usl 1500/2000 mascherine con tessuto non tessuto idrorepellente e certificate.
“Ho cinque validi collaboratori ed in un primo momento ho pensato alla loro sicurezza e basta, studiando dei turni e delle modalità di “non contatto” che potessero permetterci di non bloccare completamente la produzione.” racconta Stefano. Le notizie sulle carenze di dispositivi di protezione individuale hanno fatto poi cambiare idea al valdostano. “Hanno iniziato a chiedermi le prime mascherine e a quel punto, in quanto operatori nel mondo del tessile da più di 15 anni, non potevamo esimerci dal metterci in prima linea per cercare di essere utili in questa emergenza”.
Nei giorni scorsi Stefano è stato contattato da Confindustria che gli ha chiesto la disponibilità a produrre mascherine per l’Azienda Usl. “Noi eravamo già pronti.”Assieme ad un fornitore di Cremona, Fontanelle aveva infatti già ideato un prototipo. “Abbiamo messo a punto un modello di mascherina molto semplice, ma efficiente, costruita con del TNT idrorepellente ed una geometria semplice che permette una produzione giornaliera molto elevata. Unire le forze è quello che da sempre reputo fondamentale per raggiungere un risultato e non ho potuto esimermi nemmeno questa volta, acquisendo il materiale già lavorato per il 70% da mani sapienti e completando l’altro 30% di lavoro di “finitura” per confezionare il prodotto in maniera da renderlo utilizzabile.”
Per far partire la produzione vera e proprio serve più solo definire gli ultimi dettagli, non ultimi quelli di natura burocratica di cui si sta occupando Confindustria.
“In questi giorni ricevo decine di telefonate da parte di collaboratrici avute nel tempo o attuali che si mettono a disposizione per cucire e produrre. – racconta Stefano – E’ una cosa fantastica, sapere di poter disporre di così tanta mano d’opera ti rincuora, anche perché oltre alle mascherine ci sono anche i camici e quindi serve mettere in gioco più forze e conoscenze possibili”.
Oltre a Stefano, è pronta a riconvertire la propria attività anche Eleonora Orcalli della Sartoria di via Losanna, che sarà impegnata con i suoi tre collaboratori nella realizzazione di camici. “Da domani riprendiamo l’attività – racconta – per essere operativi da mercoledì quando ci verranno consegnati i tessuti idrorepellenti omologati.”
A proporsi per realizzare camici c’è anche lo stilista di 35 anni Nus Fabio Porliod. “Volevo dare anch’io il mio contributo, a titolo gratuito. – spiega – Così ho iniziato a chiedere ad alcuni medici quali tipi di camici servissero. Ieri ho preso contatto con alcuni fornitori, di cui aspetto però ancora una risposta”.
Nell’attesa Fabio ha postato sui social un appello, che ha trovato già le prime riposte. “Si è mossa l’Adava e anche ora molti ristoratori mi stanno chiamando per donarmi dei copritavolo realizzati con lo stesso materiale idrorepellente.” Si è poi unito il sindaco di Nus, che ha creato in comune un punto raccolta per raccogliere queste donazioni. In ultimo alcune sarte hanno messo la loro manodopera a disposizione.
L’iniziativa dello stilista Porliod, come tante altre singole che in questi giorni stanno prendendo vita, Stefano Fontanelle spera ora di riuscire a convogliare in una rete organizzata. “E’ importante unire le forze per dare vita ad un prodotto che serva realmente con i tessuti giusti, in modo che le ore di lavoro investite non siano vane. – sottolinea ancora Fontanelle – Nella speranza che si possa tornare più velocemente possibile alla normalità”.
Per contattare Stefano: 347/464 9977 o via mail a ideartvda@gmail.com