Dopo una passata edizione ad Arnad ridimensionata dalle restrizioni Covid, torna in Valle d’Aosta la Rencontre valdôtaine, il tradizionale ritrovo con gli emigrati dalla regione quest’anno ospitato dal comune di Fénis lungo tutta la giornata di domenica 7 agosto. Presentato nel corso di una conferenza stampa tenutasi nella mattinata di oggi, martedì 14 giugno, l’evento prevede di accogliere nell’area di Tsanté de Bouva circa 350 persone per un auspicabilmente definitivo ritorno alla normalità post pandemica.
La struttura commemorativa
Nel 46º anniversario della rassegna italo-francese, l’amministrazione comunale ospitante ha voluto erigere una struttura metallica riportante i nomi di coloro che, nati e cresciuti in paese, hanno poi per motivazioni diverse e distanti dovuto abbandonarlo, testimonianza di sacrificio e riconoscenza nei confronti di coloro che hanno lasciato sul territorio una traccia affettiva del proprio passaggio.
“Conservo ancora intatta la memoria dei discorsi multilingue e del senso di comunità e amicizia che emanava la Rencontre cui ho preso parte in gioventù e il sogno indelebile di poter rivedere un giorno questa festa è dopo anni stato finalmente esaudito perché proprio il comune che mi trovo ad amministrare è stato coinvolto in prima linea nella sua organizzazione – ha commentato il sindaco di Fénis, Mattia Nicoletta -. Fulcro di importanti investimenti non è stato soltanto il monumento che abbiamo voluto dedicare ai nostri viaggiatori dal cuore valdostano bensì anche la stessa Tsanté de Bouva, coinvolta in un progetto su cui già da anni si andava meditando che poggerà in loco un sistema di pavimentazione adatto a ospitare strutture mobili per manifestazioni ed eventi vari senza per questo intaccare la zona verde circostante”.
Il sito internet
La conferenza stampa di oggi è stata anche l’occasione per presentare il nuovo sito internet ‘valdotainsdanslemonde’, una sorta di bacheca virtuale potenziale punto di riferimento degli emigrati valdostani all’estero.
“Narrando le storie e le esperienze degli émigrés di vecchia e nuova generazione, il portale punta a creare una sorta di rete che funzioni da cerniera storica orientata al futuro e che in qualche modo ci aiuti, attraverso canali di collegamento mirati, a mantenere i contatti con questa così preziosa forma di diaspora – ha spiegato il presidente della Fondation Émile Chanoux, Marco Gheller -. Si tratta il più delle volte di giovani under 40 di alto livello professionale, che padroneggiano lingue e cultura in un’ottica differente rispetto al passato e che, studiando e lavorando prettamente all’estero, risultano perfettamente inseriti sul piano sociale nel loro attuale paese di residenza”.
Storie di chi va e di chi resta
Come illustrato dalla responsabile della ricerca ‘Émigrés 2.0’, Michela Ceccarelli, stando ai dati del 1º gennaio 2021, i valdostani attualmente insediati fuori regione risultano 7.298, dei quali quasi il 43% di età inferiore ai 34 anni: mentre il maggior numero di allontanamenti è registrato nei comuni di Aosta, Saint-Vincent, Sarre, Châtillon, Pont-Saint-Martin, Quart e Verrès, le mete predilette restano le consuete Francia, Svizzera e Regno Unito.
“Sono sempre di più i ragazzi che, vuoi per motivi di studio vuoi per ragioni di formazione, cercano esperienze in contesti internazionali e cosmopoliti ed effettuano nel corso della loro vita spostamenti multipli sintomo di circolazione continua e instabile – ha riportato la studiosa -. Soltanto nell’ultimo decennio, 300 mila sul totale dei 816 mila espatriati hanno fatto ritorno a casa, con una perdita annua di circa 70 mila unità generalmente di qualifica e titolo accademico elevati”.
Tra coloro che, dopo largo tempo trascorso fuori dalla propria terra natia, hanno optato per un ritorno in patria mossi principalmente dalla mancanza di stabilità causata dalla pandemia, due giovani promesse del settore scientifico, Sara Trova e Nicola Linty, hanno voluto raccontare ai presenti le proprie storie di vita in un breve videomessaggio.
Dopo un periodo di permanenza formativa a Torino e svariati mesi trascorsi tra Francia e Liegi, Sara è dapprima approdata nella capitale parigina per lavorare come ricercatrice e successivamente, indirizzati i propri interessi di indagine nell’ambito della mindfulness, è sbarcata in Giappone dove ha potuto analizzare l’attività elettrica del cervello durante la meditazione: eppure, “nonostante gli stimoli regalatimi da una lingua e da una cultura radicalmente opposte alla nostra, nel periodo post pandemico ho optato per un ritorno alle origini non soltanto nel settore lavorativo ma anche in quello privato e, selezionata per far parte del progetto regionale ‘5000 genomi’ volto a sequenziare il genoma di pazienti malati proprio in Valle d’Aosta, ho scelto di prendervi parte”.
Nato e cresciuto invece a Issime, Nicola ha poi trascorso all’estero larga parte del proprio periodo formativo universitario alternandosi tra Francia, Canada, Olanda e Antartide e raggiungendo alfine il limitare settentrionale dell’Europa grazie all’apertura di un’opportunità lavorativa in Finlandia, “molto simile alla mia regione quanto a temperature invernali e luci e colori primaverili, ma da essa così lontana da spingermi a fare ritorno non soltanto per via dello stop imposto dalla pandemia alla mie ricerche ma anche per una crescente nostalgia delle mie amate montagne”.
Il programma
EVENTI COLLATERALI
Martedì 21 giugno, 18,00, Auditorium della Bibliothèque régionale di Aosta: ‘La recente emigrazione degli Italiani’, a cura di Michela Ceccarelli e Delfina Licata, responsabile del rapporto annuale ‘Italiani nel mondo’ della Fondazione Migrantes
Venerdì 8 luglio, 21,00, Sala Maria Ida Viglino di Aosta: ‘Les émigrés et l’éducation: les Pro Schola de Champdepraz et de Challand-Saint-Victor’, con testimonianze di Giuseppe Ciardullo, Albert Laniece, Isabella Petroz e Rossella Rosenzi
Venerdì 22 luglio, 18,00-21,00, Auditorium della Bibliothèque régionale di Aosta: ‘Entre montagne, mer et mine: une émigration de retour’ con l’antropologa Beatrice Piazzi
Venerdì 29 luglio, 21,00, sala Tsanté de Bouva: ‘La mobilità nelle Alpi del XV secolo:il caso degli alti prelati sabaudi’, a cura della storica Elena Corniolo in collaborazione con il gruppo storico Le Cors dou Heralt
LA RENCONTRE
Domenica 7 agosto, Tsanté de Bouva, Fénis
9,30: accoglienza dei partecipanti sulle note della banda di Fénis
10,00: messa all’aria aperta
11,00: saluti ufficiali, inaugurazione della stele commemorativa, benedizione e deposizione floreale in memoria degli emigrati
12,15: aperitivo musicale
12,30: pranzo
15,00-18,00: visita all’esposizione del progetto ‘La mémoire de l’émigration’; tour panoramico in trenino che prende il via dal mulino di frazione Barche, attraversa il forno di frazione Perron e raggiunge il Mav prima (visita libera di circa 20 minuti) e il Castello poi (visita guidata di circa 30 minuti)
La giornata sarà animata dall’accompagnamento musicale della Banda di Fénis, dal gruppo storico Le Cors dou Heralt e dal coro ChanteEnvers.
Per poter partecipare è necessario effettuare una prenotazione preventiva entro lunedì 25 luglio contattando, dal lunedì al venerdì, l’Office de la langue française al numero telefonico +390165273624 oppure all’indirizzo email rencontre@regione.vda.it; il costo del pranzo è di 25€ per gli adulti e 12€ per i bambini da 6 a 12 anni.Mattia MicolMarco