“Falsi positivi”: scintille fra Asva, Ordine dei Giornalisti ed il Commissario Usl

Non è andata giù al sindacato unitario e all'Ordine dei Giornalisti l'accusa, mossa durante la conferenza stampa di fine anno dal Commissario Pescarmona, di fare “giornalismo scandalistico”. Dura la presa di posizione di Asva, l'Ordine lancia un appello alla collaborazione.
Il Commissario Usl Angelo Pescarmona e, a sinistra, il Direttore amministrativo dell'Azienda Marco Ottonello
Società

La coda della conferenza stampa di fine anno dell’Azienda Usl di ieri – 30 dicembre –, non era finita bene. Pungolato dai giornalisti sul caso dei “falsi positivi” il Commissario Pescarmona aveva perso le staffe.

Accuse di fare “giornalismo scandalistico” che, a stretto giro sono arrivate sia alle orecchie del direttivo dell’Associazione stampa valdostana – il sindacato unitario dei giornalisti in regione –, sia a quelle del Consiglio direttivo dell’Ordine dei Giornalisti della Valle d’Aosta.

Asva ha risposto con un comunicato infuocato: “Abbiamo finalmente capito qual è il vero problema che pesa sulla regione che da mesi è ai vertici della triste classifica dei morti per Covid-19 pro capite e in quella dei contagiati per numero di abitanti: i giornalisti – scrive il sindacato –. La colpa è tutta dei giornalisti”.

E rintuzza: “Il dottor Pescarmona, rispondendo alle osservazioni di un collega sulle modalità di comunicazione esterna adottata dall’Usl, è stato chiarissimo: ‘Non volevo prendere questa occasione per togliermi i sassolini dalle scarpe, ma siete voi che siete un giornalismo scandalistico’. Tutti, indistintamente, ovvio. Brutti ceffi che, secondo il commissario straordinario, godono a ‘ingigantire i fatti perché vi piace fare giornalismo scandalistico. Se vi piace fare giornalismo scandalistico sarà colpa mia?’”.

Un “attacco scomposto verso tutto il mondo dell’informazione valdostana”, scrive Asva, che aggiunge: “Non sta a noi giudicare. Ed è proprio questo che pare sfuggire al commissario e ai vertici dell’azienda. I giornalisti non giudicano: raccontano fatti e li riportano ai cittadini. Fanno una fotografia della realtà. A volte la fotografia viene bene, a volte meno. Ma non possiamo accettare che Pescarmona o chi per lui tenti di intaccare il diritto-dovere di cronaca decidendo in maniera arbitraria cosa dovremmo o non dovremmo pubblicare. Al commissario va doverosamente ricordato che la stampa fa il suo mestiere, ossia porre domande e cercare di capire i fatti per poi raccontarli ai propri lettori. Questi fatti non sononotizie scandalistiche’, si chiamano cronaca. È dovere del giornalista riportare i fatti, e se questi sono sgraditi al commissario Usl, spiace per lui. Non può dire a un giornalista cosa deve o non deve chiedere durante una conferenza stampa”.

“Sentire un rappresentante delle istituzioni pronunciare parole come ‘voi non potete pretendere collaborazione quando siete sempre schierati e pronti a spararci addosso sulle inezie mentre sulle cose importanti non date nessuna importanza’ fa respirare aria da Corea del Nord” – aggiunge il sindacato –, “Ancora più inaccettabile l’accusa pseudo-patriottarda di ‘dare notizie a livello nazionale contro la Valle d’Aosta’. Vogliamo su questo tranquillizzare i vertici regionali dell’Usl: non esiste una macchinazione dei giornalisti valdostani, così potenti da decidere cosa far dire ai media nazionali; sono semplicemente le testate nazionali che valutano certe notizie che arrivano dalla Valle d’Aosta meritevoli di copertine e approfondimenti”.

L’Ordine dei giornalisti: “Accuse gravi”

L’Ordine, in una nota, invece spiega: “L’accusa elevata dal Commissario dell’Usl Valle d’Aosta, Angelo Pescarmona, nella conferenza stampa di fine anno nei confronti dei giornalisti di praticare un giornalismo puramente scandalistico è particolarmente grave perché lede l’onorabilità di tutta la categoria senza peraltro mettere in chiaro di chi e di cosa si tratti. Questo atteggiamento risulta ancora più grave se, nell’attuale situazione pandemica, con le proprie azioni si contribuisce a ridurre il flusso informativo, invece di semplificarlo e rendere espliciti contenuti già di per sé complessi”.

Una “vecchia e frusta tecnica di sparare nel mucchio”, scrive l’Ordine, che “non risponde a nessun sano principio informativo poiché accomuna tutti i giornalisti in accuse generiche e non circostanziate, non chiarisce i termini dei problemi né la loro dimensione né, tantomeno, individua delle soluzioni”.

C’è poi il risvolto legale: “Qualora il Commissario dell’Usl avesse mai rilevato la diffusione di notizie false, inesatte o atte a turbare l’ordine pubblico – prosegue l’Ordine –, la cosa avrebbe rilevanza penale e, quindi, la legge gli impone l’obbligo di comunicare alla Procura della Repubblica i fatti, il nome e cognome del giornalista e del direttore della testata. Se si trattasse di mancanze nello svolgimento dei propri doveri di giornalista, l’Ordine dei Giornalisti è un ente pubblico, con un proprio Consiglio di Disciplina costituito per sanzionare comportamenti illeciti, al quale qualunque cittadino può rivolgere le sue lamentele. A tutt’oggi, tuttavia, non ci è giunta alcuna segnalazione da parte dell’Usl in merito alla diffusione di notizie non veritiere da parte di nostri iscritti”.

L’appello alla collaborazione

Ordine dei Giornalisti che, però, cerca di raffreddare gli animi, invitando “il dott. Pescarmona ad una collaborazione con i giornalisti e non cercare lo scontro la cui unica vittima sarebbe l’informazione che spetta di diritto ai cittadini”.

L’invito, però, è anche un altro: “A evitare un linguaggio aggressivo nei confronti di un’istituzione ufficiale dello Stato – chiude la nota dell’Ordine – che adempie ad un dovere affidatole dalla legge onde evitare di alzare una barriera di incomunicabilità tra la stampa, e quindi la popolazione che da questa riceve le notizie, e l’azienda stessa”.

0 risposte

  1. Balafre, mi firmo con nome e cognome e non mi nascondo dietro ad uno pseudonimo, la sparata degli intrallazzi è fuori luogo e in questi tempi classificabile come banale populismo.

    In ogni caso concordo sul fatto che la programmazione sanitaria sia stata sbagliata in questi anni, per mancanza di stabilità e visione in Valle d’Aosta, oltre ai problemi finanziari ed economici del nostro paese in generale. Il vero declino è partito con la crisi del 2008, da quel punto in poi la sanità ha vissuto anni di tagli e blocchi, danneggiando tutti: i cittadini, i professionisti sanitari, il sistema in genere.

  2. Ariu si è sentito punto sul vivo visto che gestiva, o gestisce ancora, proprio una agenzia di lavoro interinale. Comprensibile.
    Meno comprensibile il fatto che la politica valdostana per decenni abbia fatto di tutto per abbassare il livello qualitativo e quantitativo della sanità valdostana.

  3. Perché svia dall’oggetto della critica, ha scritto Clint “ Perché invece di fare mobilità e concorsi, continuano ad intralkazzare con agenzie interinali?”
    Io critico quello che ha scritto tale Clint e non lo condivido.

    1. Io non so che esperienza abbia lei in materia sanitaria, so però che io timbro il cartellino da 30 anni in ospedale e la salute non la si fornisce con il precariato, ma con personale assunto a tempo indeterminato. Io critico le modalità di assunzione. Non vedo perché con tanti infermieri a spasso, invece di fare concorsi e regolarizzare dei giovani che possono intraprendere una carriera, si facciano contratti con le agenzie. Poi se vuole avere ragione, se la prenda pure e non mi accusi di sviare da un discorso che non vuole capire

      1. Clint, continua ad essere inesatto e a fornire informazioni scorrette. Se scrive su un social o simile aperto ai commenti dei lettori deve accettare le critiche.
        Chi dice che lei sia un sanitario? Il suo nome ricorda più un attore, quindi che fa? recita la parte?
        La carenza di personale sanitario in Italia è purtroppo conosciuta, ancor di più in Valle d’Aosta, quello che scrive è sconfessato dall’ordine professionale al quale dovrebbe essere iscritto, è sconfessato dalla triste evidenza data dalla carenza di personale evidenziata dalla Pandemia, è sconfessato dal trade off tra pensionamenti/neolaureati.
        Proprio in Vda è grazie a ottimi professionisti arrivati dal Brasile, con il supporto delle Agenzie per il lavoro, che si è superata in passato la carenza di personale. Non basta scrivere di essere un sanitario per aver ragione.
        Manca nella sua analisi contestualizzazione, dati reali e probabilmente conoscenza reale del settore. Appare piuttosto che lei sia contro le Agenzie per il lavoro e con i gestori attuali della Ausl Vda;
        è lei Clint ad aver scritto che l’ausl intrallazza con le agenzie, non offende nessuno se non la sua intelligenza, negando l’evidenza dei fatti.

        Poi concordo con lei che gli infermieri debbano essere assunti a tempo indeterminato, ma nella PA si entra per concorso e se dopo il concorso non si trovano i professionisti, allora ben vengano le Agenzie per il lavoro, che suppliscono costantemente alle carenze del servizio pubblico.
        Se poi la sua è una presa di posizione politica e manichea, allora auguri e buon anno! La vita vedrà chi ha ragione!

        1. Mi spiace che lei continui a professarsi un lettore che espone le proprie opinioni,dicendo che invece io non accetto le critiche.Come vede,dal mio punto di vista mi pare l’esatto contrario. Se vogliamo parlare di dati,invece di fare il saccente,esponga solamente il dato del concorso per infermieri ,nel quale non sono stati stabilizzati IP che lavoravano in VDA da 10/15 anni,tra cui i brasiliani,peraltro molto preparati e professionali.Gli stessi sono poi stati riassorbiti con le agenzie con le quali non è necessaria la prova di francese. Lei mi dice che si accede alle agenzie interinali solo dopo avere espletato i concorsi: in Piemonte,per esempio vengono assunti sanitari interinali anche in presenza di graduatorie in atto .In Valle d’Aosta il problema non sussiste poichè i concorsi vengono fatti a stillicidio e mi riferisco anche alle mobilità interregionali,che avrebbero un costo ridotto rispetto alle altre procedure.Io non ho nulla contro le agenzie interinali ,ma le vedo come un palliativo per combattere la crisi occupazionale nel settore sanitario,come turare la falla di una nave con la gomma da masticare.Nell’augurarle un buon anno,le comunico che sarà l’ultima mia risposta alle sue provocazioni ,anche perchè mi pare palese che la stia mettendo sul personale e sinceramente la rissa mediatica non mi interessa.

          1. Nessuna rissa solo precisazioni in risposta alla sua presa di posizione pesante contro le agenzie per il lavoro , esistono norme e ccnl da rispettare : dlgs 165/2001, dlgs 81/2015 e il decreto dignità… Poi ci sono i ccnl che prevedono le clusoli sociali.

  4. Se il lettore Clint ha informazioni faccia un esposto alla magistratura altrimenti è solo un diffamatore.
    Le agenzie per il lavoro sono parte attiva dei processi di collocamento, se lavorano con un ente pubblico hanno vinto una procedura regolata dal Codice appalti.
    Non piacerà il risultato delle gare o la normativa, o le persone, ma le leggi esistono e si rispettano.

    1. No, guardi, sono i fatti che parlano e lo fanno chiaramente. Non si tratta di esposti o diffamazione, ma di dati di fatto e di buon senso. Le liste sono chiuse e può constatarlo tranquillamente, la percentuale di morti per covid è chiara anche ai bambini, così come la gestione della pandemia. Per quanto riguarda le assunzioni, purtroppo è la pratica comune trattare con interinali, rispetto ai concorsi. Non dico che sia fatto in maniera illegale e non l’ho neanche detto prima, ma se si assumono ragazze/i che hanno un’esperienza di pochi mesi e le si sbattono in reparti ospedalieri, quale può essere la qualità?Se poi si è offeso se ne faccia una ragione leggendo i dati!

  5. Se avete occasione fate al commissario queste domande:
    -Perché invece di fare mobilità e concorsi, continuano ad intralkazzare con agenzie interinali?
    -Perché sta tanto a cuore al nuovo assessore la sua elezione a direttore generale, dopo le capoellate che l’asl ha preso in questi anni?
    -Perché le visite di prevenzione, come controlli dermatologico sono off?
    -Perché professionisti seri se ne vanno dalla regione ed altri non vengono neanche presi in considerazione?

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