Fnsi e Anso vicini alla giornalista Marilù Mastrogiovanni: “Le querele temerarie minano la libertà di stampa”

La direttrice del giornale pugliese "Il Tacco d’Italia" aveva pubblicato, nel 2016, un'inchiesta sull’omicidio del boss Augustino Potenza suscitato la reazione dell’allora sindaco di Casarano, che rispose con numerose querele contro la giornalista.
Marilù Mastrogiovanni
Società

 Fnsi – il sindacato dei giornalisti italiani –, assieme all’Associazione nazionale stampa online si schierano al fianco di Marilù Mastrogiovanni direttrice del giornale d’inchiesta Il Tacco d’Italia.

“Il caso affonda le sue radici nell’ottobre 2016, quando la testata diretta da Mastrogiovanni ha pubblicato un’ampia inchiesta a puntate sull’omicidio del boss Augustino Potenza, raccontandone le “gesta” e il consenso sociale e politico di cui godeva – si legge in una nota che ricostruisce la vicenda –. Articoli che hanno suscitato, all’epoca, la reazione dell’allora sindaco di Casarano, Gianni Stefàno (Fratelli d’Italia), che rispose con una campagna pubblica contro la giornalista, fatta di decine di manifesti affissi in città e di numerose querele firmate da lui e dalla sua giunta”.

L’iniziativa è stata duramente condannata da tutta la comunità giornalistica locale e nazionale perché, spiegano ancora Fnsi, Anso e l’Assostampa pugliese, “non solo rappresentava un pericolo concreto per la sicurezza della giornalista — già oggetto di minacce e insulti sui social da parte di ambienti vicini al boss — ma segnava anche, secondo la categoria, unpunto di non ritornonel rapporto tra stampa e politica, mettendo a rischio il principio stesso di dialettica democratica garantito dalla legge sulla stampa”.

Per la giornalista erano state disposte misure di protezione, poi rafforzate nel tempo. “Eppure, paradossalmente, è proprio lei — oggi sotto tutela — a dover ancora difendersi in tribunale a seguito delle querele presentate dall’ex sindaco”.

“Si avvicina una tappa decisiva nel lungo percorso giudiziario che coinvolge la giornalista pugliese Marilù Mastrogiovanni, direttrice del giornale d’inchiesta Il Tacco d’Italia – si legge ancora nella nota –. L’8 ottobre 2025 è infatti prevista la discussione finale per due procedimenti unificati in un unico processo, celebrato davanti alla giudice Elena Coppola presso il Tribunale di Lecce. La giornalista sarà difesa dall’avvocato Roberto Eustachio Sisto dello studio FPS di Bari.

La Federazione nazionale della stampa italiana, Anso e l’Associazione della Stampa di Puglia hanno espresso pubblicamente la loro vicinanza a Mastrogiovanni, spiegando che “Le querele temerarie minano la libertà di stampa”.

Posizione ribadita dai lidi dell’Associazione nazionale stampa online, come dice il presidente Marco Giovannelli: “Le querele temerarie inquinano il sistema dell’informazione e minano la libertà di stampa e la democrazia. Le realtà editoriali locali sono facili bersagli e questo rende ancora più importante un’associazione che stia al fianco dei giornalisti”.

La Federazione nazionale della stampa italiana (Fnsi) e l’Associazione della Stampa di Puglia hanno espresso pubblicamente la loro vicinanza a Mastrogiovanni:

“Siamo vicini a Marilù Mastrogiovanni e siamo sicuri che saprà dimostrare dinanzi ai giudici la bontà del suo lavoro e la sua buona fede, come ha fatto finora, vedendo archiviate tutte le querele o vincendo tutti i processi con assoluzione piena – aggiungono Fnsi e l’Assostampa pugliese –. Per contro, non possiamo che denunciare pubblicamente il calvario che non solo Mastrogiovanni, ma i cronisti vittime di querele temerarie devono subire in Italia, sulla propria pelle e spesso senza alcuna tutela, come nel caso dei freelance. È il tempo di arginare il fenomeno delle querele temerarie perché, come segnalato da tutti gli osservatori internazionali e dalla Ue, sono una vera e propria minaccia alla democrazia e alla partecipazione democratica”.

La solidarietà del mondo dell’informazione

Il caso Mastrogiovanni è diventato esso stesso un simbolo della battaglia contro le querele temerarie, spesso utilizzate come strumento per intimidire i giornalisti e scoraggiare le inchieste.

Oltre alla Fnsi e ad Assostampa Puglia, anche Anso ribadisce l’urgenza di una riforma che protegga realmente la libertà di stampa, in particolare quella locale: “Serve un impegno collettivo per garantire che i cronisti possano lavorare senza paura – afferma ancora il presidente Giovannelli –. Difendere chi racconta la verità, soprattutto nei territori più difficili, significa difendere la democrazia stessa”.

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