Fra i giovani la stanchezza è il sentimento più diffuso, ma il quadro è complessivamente è positivo

A dirlo è il Report "Giovani e giovanissimi nel post Covid", che ha visto la partecipazione di 1400 studenti. Al secondo posto fra gli stati d'animo segnalati c'è l'allegria e al terzo la spensieratezza.
Immagine di archivio
Società

Come stanno i giovani e giovanissimi dopo il periodo pandemico? E’ la domanda che si è posta l’Assessorato regionale all’Istruzione. Assieme al Serd, all’Ordine degli psicologi, al gruppo coordinamento Genitori e all’Osservatorio economico e sociale della Regione è stata avviata nei mesi scorsi un’indagine con l’obiettivo di comprendere vissuti, sensazioni, bisogni e necessità collegate a questo periodo particolarmente complesso. 1400 (il 10% circa degli studenti valdostani) le risposte ricevute, nella fascia d’età fra i 3 -10 anni (Nda il questionario è stato svolto con l’aiuto dei genitori) e dagli 11 ai 19 anni.

Nonostante le “distorsioni statistiche”, legate all’assenza di un campione predefinito e alla tipologia di strumento utilizzato, la ricerca fa emergere comunque alcune tendenze generali. “Emerge un’immagine abbastanza positiva di questo gruppo di giovani nel post covid” spiega Dario Ceccarelli dell’Osservatorio economico e sociale della Regione. “La rete familiare e amicale ha permesso ai giovani di affrontare meglio la pandemia. L’altro aspetto è che il gruppo di intervistati ha molti impegni extrascolastici e inoltre c’è un significativo impegno nel volontariato”.

Fra i giovani e giovanissimi intervistati prevalgono “gli stati d’animo positivi, ma emergono anche aree di potenziale malessere, alcune esplicite, in particolare si manifestano in disturbi alimentari (93 le famiglie oggi seguite dallo servizio Usl) e forme depressive”. Il principale stato d’animo rappresentato dagli intervistati è però la stanchezza (22,9%), “che richiederebbe degli approfondimenti” perché potrebbe essere legata “non tanto alla sofferenza” quanto a “impegni scolastici piuttosto che allo stress e alla fatica”. Fra i primi quattro stati d’animo degli intervistati anche l’ansia, vissuto maggiormente indicato dalla componente femminile. 3/4 dei giovani hanno parlato del proprio stato d’animo con altre persone. Si tratta soprattutto di ragazze (il 74%), che hanno anche deciso di rivolgersi allo psicologo, compreso quello messo a disposizione dalla scuola.

Sui dispositivi elettronici si conferma “un uso molto intensivo”, ma “emerge anche consapevolezza”.

Infine la ricerca mostra come “la pandemia al momento sembrerebbe avere influenzato solo parzialmente la percezione del futuro dei giovani e giovanissimi, che nella maggior parte dei casi non ha portato a modifiche sostanziali nella loro progettualità futura. Nonostante nella visione di gran parte dei giovani,  – si legge nel report – il futuro sia prevalentemente incerto e fonte di timori, allo stesso tempo è un aspetto di cui sono affascinati”.

“Volevamo capire le relazioni, la quantità e qualità, con chi si relazionano giovani e giovanissimi” ha evidenziato la sovrintendente agli studi Marina Fey. 

Assieme alla presentazione del Report, è stato illustrato anche il Piano Corresponsabilità educativa&Legalità 2023 – 2024 e l’iniziativa Estate 2023 per la Legalità e la Cittadinanza. Sono previste diverse azioni: dai forum allo sportello di ascolto, dal gruppo di coordinamento genitori alle settimane della legalità, dalle iniziative di prevenzione e di contrasto alle dipendenze al percorso smartphone, dai caffè letterari alle attività laboratoriali.

“Attraverso il Piano Corresponsabilità educativa&Legalità puntiamo all’attivazione di azioni tali da guidare i giovani nella quotidianità, attraverso un percorso fatto di piccoli passi al fine di favorire la loro partecipazione attiva alla vita civica e sociale, ha precisato l’Assessore Jean-Pierre Guichardaz.

“In un periodo storico in cui i fenomeni di illegalità diffusa si riscontrano in modo capillare in tutti gli ambiti della vita quotidiana, afferma il Presidente Renzo Testolin, vogliamo progettare in sinergia e in continuità con la finalità di creare comunità, di educare alla legalità, di trasmettere un patrimonio fatto di memorie e di esperienze andando ad incentivare l’assunzione di responsabilità del singolo verso la collettività.”

2 risposte

  1. Dati ottimistici su un campione (il 10% se ho letto bene) poco rappresentativo. Chi lavora con i giovani percepisce tutt’altro. Ben vengano i “progetti sulla legalità, sulle competenze civiche e contro le dipendenze”, ma se poi nella quotidianità si vive immersi nella violenza, nelle ingiustizie, nella comunicazione aggressiva e tutto gira intorno ai social , al fumo o al bere…

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