“Hai vinto una vacanza”. Ecco cosa c’è dietro il coupon, fra costi non chiari e multiproprietà

Facendoci aiutare da un'agenzia di viaggi abbiamo provato a svelare cosa nasconde il buono vacanza consegnato lo scorso weekend a molti valdostani durante un meeting organizzato in un noto albergo aostano da una società di Padova.
Società

Tante reazioni, soprattutto sui “social media”, ha suscitato il nostro racconto del meeting tenutosi lo scorso weekend in un albergo aostano, a seguito del quale almeno tre valdostani si sono rivolti ad associazioni di consumatori (ed uno anche alla Questura) per recedere da contratti di acquisto pentole da quasi ottomila euro, sottoscritti a fronte di informazioni apparse insufficienti e poco chiare, a partire dal prezzo complessivo.

In diversi commenti si sottolinea la gentilezza dei promotori presenti, unita al fatto che fosse chiara l’assenza di obblighi di acquisto di qualsiasi genere. Per molti lettori, la chiamata “per ritirare un buono vacanza” – questo l’argomento alla base della “convocazione telefonica” ai “fortunati vincitori” – è finita davvero come promesso: “ho preso il coupon e me ne sono andato”, hanno scritto molti.

Sorvolando sul fatto che cortesia ed educazione dovrebbero essere alla base di qualsiasi relazione con il pubblico, tanto più se commerciale, e che gli episodi dubbi legati alla fornitura di pentole sono stati riscontrati in varie località italiane (ne abbiamo trovato traccia a Venezia, Genova, Trieste e Olbia), facendo pensare a un copione ben collaudato e tutt’altro che sporadico, ci siamo concentrati sul “buono vacanza”, dopo averne reperito una copia.

Averlo letto, con l’aiuto della titolare di un’agenzia vacanze, porta a concludere che non si possa parlare di una truffa in senso stretto, ma sicuramente di una pratica commerciale discutibile, perché basata comunque su un numero di informazioni fornite al consumatore inferiore rispetto a quelle cui avrebbe diritto, tanto che sarebbe stato sicuramente più onesto chiamarlo “buono sconto”, ma andiamo con ordine.

Il coupon consegnato al “meeting” dà “diritto ad una settimana di alloggio in appartamento per due/quattro/sei persone nei resort convenzionati” di un circuito di multiproprietà, i cui uffici hanno sede nel bresciano. Fin qui, sembrerebbe vero quanto promesso dai promotori, ma la lettura delle “condizioni generali" presenti sul buono lascia emergere varie circostanze in cui scatterà il pagamento di “extra”.
Sono infatti escluse “le spese forfettarie, relative ai consumi, al vitto, alle tessere speciali, al trasporto e alla quota apertura pratica”. Quanto fa, in soldoni? Impossibile dirlo esattamente, perché leggendo il catalogo “dedicato ai titolari di buono” (disponibile in pdf sul sito indicato qualche riga dopo) si scopre che tutto ciò varia sulla base della destinazione e del resort in cui si trascorrerà la vacanza.
Il panorama è comunque variegato: si va dai consumi (una quarantina di euro a persona, a settimana) alla pulizia finale (50/60 euro, secondo le dimensioni dell’unità), passando per una “tessera club” obbligatoria (40 euro per adulti, 35 per i bimbi da 2 a 12 anni), per una quota di 28 euro per i “servizi di animazione” (obbligatoria dai 3 anni in su), finendo con 8 euro al giorno per la “disinfestazione”, se si vuole soggiornare con animali. Per carità, tutto legale, e tutto classico delle vacanze in multiproprietà, ma quanto fa lievitare il gruzzolo finale, tutto ciò?

Altra voce interessante è quella sull’utilizzabilità del buono, che “è valido in periodi di bassa stagione (maggio, giugno e settembre), ad esclusione di alcune strutture dove sarà possibile accedere anche in media, alta ed altissima stagione, con un supplemento”. A quanto ammonta l’“extra”? Ancora una volta, è il catalogo a dare qualche idea: sulla base della struttura e del periodo, da 50 a 200 euro a persona. Attenzione: il coupon, rilasciato il 9 o il 10 giugno, va usato entro un anno dall’emissione. Fatti due conti, per chi spera di utilizzarlo in esenzione dal supplemento stagionale, significa appena dodici settimane, perché maggio e giugno 2016 sono praticamente trascorsi e a settembre 2017 sarà scaduto, salvo proroghe per cui “verranno chiesti 25 euro”.

Vogliamo andare oltre? Non essendo basato su un controvalore, ma solo sul fatto che il buono dà “diritto al soggiorno”, il vitto è a carico del cliente. In un residence, è normale, ognuno fa la sua spesa e cucina nel proprio alloggio, ma per strutture di tipo alberghiero, il catalogo, ancora lui, fissa altre clausole a proposito. Quali? Ad esempio, una struttura prevede una pensione di 199 euro a persona, “minimo due quote a camera”, “altrimenti applicato il ‘supplemento singola’”.

Insomma, a priori non si ha certezza del costo finale della vacanza e non è esattamente una bella cosa, soprattutto in tempi di crisi. Le risposte più interessanti, tuttavia, le abbiamo ottenute quando la titolare dell’agenzia che ci ha aiutati nella lettura del buono ha contattato il call center del circuito, fingendo che al suo cospetto fosse presente un cliente disorientato rispetto al coupon ricevuto.

L’operatrice ha spiegato che la promozione tramite buono vacanza non parte dall’azienda, ma è iniziativa della società che ha organizzato il “meeting”, cioè il soggetto interessato alla vendita pentole e altri prodotti. Non solo. Le spese “extra” vanno ai singoli resort? Qui è arrivato un eloquente, quanto inquietante ed enigmatico, “mah, dipende”. Inoltre, molti aspetti del catalogo pdf sono “puramente dimostrativi”, perché i dati reali si ottengono solo registrandosi sul sito del circuito, cioè fornendo tutti i propri dati sensibili.

Quest’ultimo aspetto, spalanca le porte al dubbio più grande di tutti quelli sorti sinora: attraverso la procedura informatizzata, l’utente può conoscere le disponibilità rispetto ai propri “desiderata”. Quanti, tra coloro che hanno ritirato il buono in albergo, riusciranno ad ottenere la settimana cui sono interessati, magari quella concordata con i colleghi d’ufficio, nel resort che ha attirato la loro attenzione? Non siamo in grado di rispondere, ma un’idea ce la siamo fatta, perché dai flutti della rete affiorano più episodi in cui i “fortunati vincitori” sono stati attratti, tutti insieme inconsapevolmente, in resort ove, durante il soggiorno, a più riprese e a tambur battente, è stato proposto loro l’acquisto della titolarità di settimane in multiproprietà, al prezzo di oltre diecimila l’euro l’una. Una vacanza da sogno? Fate voi. L’auspicio è decisamente di non scriverne ancora, ma non è così scontato che aver “scampato” la spesa a quattro cifre per comprare le pentole significhi la fine di ogni rischio.

Vuoi rimanere aggiornato sulle ultime novità di Aosta Sera? Iscriviti alla nostra newsletter.

Articoli Correlati

Fai già parte
della community di Aostasera?

oppure scopri come farne parte