I rifugiati ucraini dicono grazie alla Valle d’Aosta a due anni dall’inizio del conflitto

La serata “Ucraina-Valle d’Aosta insieme a due anni dal conflitto”, promossa dal Coordinamento solidarietà Valle d'Aosta e dal Forum delle associazioni familiari, ha riunito ieri, venerdì 24 maggio, gli attori che hanno reso possibile l’accoglienza dei profughi sul territorio.
Bambini ucraini
Società

“Siamo tutti qui perché due anni fa una grande guerra ha devastato la vita di un popolo e, mentre un nuovo conflitto è scoppiato in Medio Oriente, è iniziato però a nascere un seme di speranza in Valle d’Aosta”, così Silvia Ambroggio, vicepresidente del Forum delle Associazioni familiari della Valle d’Aosta, ha introdotto l’evento “Ucraina-Valle d’Aosta insieme a due anni dal conflitto”, che si è tenuto ieri, venerdì 24 maggio, nella sala teatro della Parrocchia di Saint-Martin-de-Corléans. Un’occasione voluta fortemente dai rifugiati ucraini presenti ormai sul territorio da due anni, desiderosi di ringraziare e valorizzare l’accoglienza valdostana, ricevuta a seguito dello scoppio del conflitto in Ucraina nel febbraio 2022. 

Silvia Ambroggio
Silvia Ambroggio

In un salone abbellito da corone di fiori, prodotti tipici ucraini e opere artistiche, si sono alternati sul palco i rappresentanti di enti, istituzioni e associazioni che hanno reso possibile l’accoglienza. Dopo l’esibizione dei bambini ucraini in un ballo popolare e il benvenuto da parte di don Giuliano Albertinelli, in rappresentanza del vescovo Franco Lovignana, è salito sul palco Claudio Latino, presidente del Coordinamento Solidarietà Valle d’Aosta. “Essere volontari alcune volte è complicato, specialmente in questo periodo di continue emergenze, però ci sono momenti come quello di oggi che ci rendono orgogliosi del ruolo che svolge ogni giorno sul territorio il mondo del volontariato”. Latino ha voluto valorizzare il modello valdostano di accoglienza, che è divenuto esempio di buona prassi a livello nazionale, grazie all’introduzione di un sistema di tutoraggio, che ha permesso a ogni nucleo ucraino di essere associato a una realtà del mondo del volontariato valdostano. È anche l’azione corale da parte di cittadini, associazioni e istituzioni nel rispondere alle esigenze del territorio ad aver contribuito a rendere Aosta Capitale del Dono nel 2024, come deciso dall’Istituto Italiano della Donazione (IID).

Claudio Latino
Claudio Latino

A replicare il ringraziamento da parte di Latino è stato Renato Mancinelli, presidente del Forum delle Associazioni familiari della Valle d’Aosta, che ha rinnovato l’invito a far parte dell’associazionismo valdostano, seguito dal presidente del Celva Alex Micheletto, in rappresentanza delle molte amministrazioni comunali che hanno messo a disposizione locali e risorse per i rifugiati ucraini. “Grazie alle sue piccole dimensioni, la Valle D’Aosta riesce a dare risposte come nessun’altra regione può dare”, ha affermato Micheletto, “perché riusciamo a fare rete e ad arrivare laddove le altre realtà non riescono”. 

Renato Mancinelli
Renato Mancinelli

A portare il saluto della Giunta regionale, che ha sostenuto la manifestazione con un contributo, è stato il Presidente Renzo Testolin. “Il popolo valdostano nella storia ha conosciuto l’immigrazione ed è sempre stato un luogo di passaggio e di accoglienza. Questo ci ha portato a rivolgere un’attenzione particolare a chi ci raggiunge, ad essere vicini ai più deboli e ai più fragili, a chi ha bisogno di trovare un conforto nel proprio vicino di casa”. Un messaggio particolare è stato rivolto da Testolin ai giovani ucraini approdati in Valle d’Aosta, “perché possano pensare che, sebbene l’obiettivo sia quello tornare alle proprie case, potranno sempre decidere di rimanere nella nostra Regione, disposta a creare per loro percorsi di crescita, lavoro e famiglia”. 

Renzo Testolin
Renzo Testolin

A seguire, Valerio Segor, Capo della Protezione civile, ha ricordato alcuni numeri dell’accoglienza valdostana: tra i 600 e i 700 ucraini sono passati in Valle d’Aosta, arrivando in 450 soltanto nella primavera del 2022. La risposta delle famiglie valdostane alle 222 richieste di alloggio è stata ben più numerosa, con ben 350 posti resi disponibili. Sono quindi stati fatti 150 sopralluoghi e individuate 60 famiglie che hanno dato a disposizione alloggi, cui si aggiungono fondazioni, parrocchie, comuni, alberghi e altre strutture. 283 volontari hanno messo a disposizione tempo e risorse e tutte le associazioni del mondo del volontariato valdostano sono state coinvolte nella risposta all’emergenza ucraina. 

Valerio Segor
Valerio Segor (secondo da sx)

A questi dati si sono aggiunti quelli illustrati da Patrick Vesan, Segretario generale della Fondazione comunitaria: la raccolta fondi lanciata all’inizio del conflitto ha portato a una spesa di 80.000 euro, di cui circa 35.000 sono serviti per fornire un piccolo contributo alle famiglie che hanno aperto casa, a titolo gratuito, ai rifugiati, e altri 30.000 per aiutare le associazioni nelle attività e nella risposta alle esigenze della popolazione ucraina. 

Patrick Vesan
Patrick Vesan

Presenti all’evento anche il sindaco di Aosta Gianni Nuti, gli assistenti sociali affidati ai rifugiati ucraini e i rappresentanti della Croce Rossa, che ha dato un contributo fondamentale soprattutto nell’accoglienza del primo pullman di ucraini allo scoppio del conflitto. 

Una risposta

  1. Tutti a farsi belli ( abbiamo fatto questo, abbiamo fatto quest’altro) ma di quello che hanno fatto le scuole per l’accoglienza di bambini e ragazzi ucraini non ne parla nessuno?

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