Il comitato valdostano della Croce rossa celebra i suoi primi 135 anni

La giornata di ieri, sabato 6 maggio, è stata dedicata ai festeggiamenti con l’inaugurazione di una mostra storica e di una targa in onore del fondatore del comitato, il Cavalier Giuseppe Galfetti, e con un pomeriggio di conferenze e consegna di riconoscimenti.
Il comitato valdostano della Croce rossa
Società

135 anni di impegno al fianco dei bisognosi, di incrollabile solidarietà e di forte spirito di volontariato, contraddistinguono l’attività del comitato valdostano della Croce rossa. In concomitanza con la Giornata mondiale di Croce rossa e Mezzaluna rossa che verrà festeggiata a livello internazionale il prossimo lunedì 8 maggio, ieri, sabato 6 maggio, la sezione locale dell’associazione ha voluto ricordare traguardi e progressi lunghi più di un secolo con un evento denominato “1888-2023, 135 anni di Croce rossa a fianco dei valdostani”.

La mostra

La prima parte dell’iniziativa ha coinciso con l’apertura mattutina della mostra storico-documentale dedicata alla Cri. Sino a sabato 13 maggio prossimo, all’interno della sala espositiva di Finaosta, sarà possibile fare un salto indietro nel tempo alle origini dell‘associazione insiste nella figura del suo fondatore, il Cavalier Giuseppe Galfetti. L’esposizione si compone di una ricca serie di volumi, fotografie e materiali quali per esempio le divise di medici e infermieri un tempo pionieri dell’associazione, le benemerenze ricevute negli anni dal comitato e le medaglie d’oro consegnate a due volontarie.

In aggiunta, proprio al cavaliere nonché primo presidente del sottocomitato regionale è stata intitolata la nuova targa commemorativa apposta sul muro del palazzo in cui egli è nato e vissuto, sito nella centrale Via Sant’Anselmo 50.

I principi guida

Nel corso del pomeriggio, è stato il Salone ducale di Aosta a risuonare delle voci dei numerosi professionisti valdostani che hanno prestato e continuano a prestare servizio ai cittadini al fianco della Croce rossa. Prima dei saluti istituzionali del presidente della sezione valdostana, Paolo Sinisi, dell’assessora comunale Clotilde Forcellati e del presidente della Regione, Renzo Testolin, sette volontari hanno elencato tra gli applausi dei colleghi i principi fondamentali che sin dagli albori guidano il comitato.

Il Cavalier Giuseppe Galfetti

Fondatore del primo sottocomitato della Cri in Valle d’Aosta, il Cavalier Giuseppe Galfetti raggiunge la regione per motivazioni professionali soltanto negli Anni ‘70 dell’800 dopo aver preso parte nel 1869 alla battaglia di San Martino ed essere stato insignito della medaglia d’argento al valore militare. Ad Aosta egli sposa dapprima Octavie Vittaz, dalla quale egli ha due figli, e alla morte di lei nel 1874 la governante Teresa Botta, madre della sua terza figlia.

“Una volta raggiunta la pensione, Galfetti fonda e presiede il Comitato veterani 1878/1879 e, in egli stessi anni, riunisce nel proprio seminterrato ristrutturato e ritinteggiato la prima sezione valdostana della Croce rossa – ha raccontato il volontario nonché direttore dell’ufficio storico locale, Marco Negretto -. Grazie a una lunga ricerca dipanatasi su tre diversate strade, siamo a oggi in grado di collocare questa sede improvvisata tra gli attuali numeri civici 48 e 52 di Via Sant’Anselmo”.

Clotilde Forcellati
Clotilde Forcellati

Il contesto storico

Il Cavalier Galfetti muore di polmonite acuta il 27 maggio del 1891 ma viene ricordato negli annali regionali proprio per la sua missione di aiuto e salvaguardia dei suoi concittadini: secondo gli esperti, tuttavia, la sua idea riesce a prendere forma soltanto in virtù di una certa sensibilità e di una certa predisposizione dimostrate dalla collettività aostana di quei tempi.

“Dall’Unità d’Italia e sino al 1915 la Valle d’Aosta è l’unico territorio della Penisola a subire un calo di popolazione di circa mille unità a causa di una concomitanza di problematiche differenti tra cui la crisi economica dovuta all’ingresso sul mercato di grano americano, le conseguenti trasformazioni dell’agricoltura locale, i continui contrasti con la Francia con crescente presenza militare in città e l’adozione di pesanti dazi doganali – ha spiegato lo storico Alessandro Celi -. I primi segnali di ripresa si registrano tra il 1880 e il 1890 poiché la regione diviene la prima in Italia ad adottare l’illuminazione elettrica prodotta tramite idroelettricità, avvia la costruzione del Teatro Giacosa e di un nuovo macello cittadino e provvede all’istallazione di un sistema di distribuzione dell’acqua nelle fontane pubbliche”.

Per il “Grand village” – come veniva definito allora il capoluogo – questi avanzamenti rappresentano un flebile segnale di speranza, accentuato dal fatto che nel 1888 lo Stato dà vita al primo Convitto Principe di Piemonte, dando alla popolazione un timido segnale di cura e di preparazione della futura classe dirigente.

“Eppure, alla regione continua a mancare una base demografica ed economica che consenta alle innovazioni di attecchire e divenire sistematiche – ha proseguito Celi -. In questo clima di crisi, come documentato da vari scritti di quegli anni, aumenta anche la povertà, spingendo la cittadinanza a cercare nuove vie per garantirsi una forma di assistenza dopo la sparizione degli ospizi con Napoleone”.

Nascono così le confraternite, associazioni a metà tra il confessionale e il professionale dotate di santi protettori e impegnate nel sostegno reciproco dei confratelli in difficoltà, ma anche le società operaie di mutuo soccorso e le associazioni legate all’esperienza militare: è proprio da tale necessità di prendersi cura del prossimo che il comitato Cri valdostano del Cavalier Galfetti trae la propria forza e il proprio senso di esistere.

Renzo Testolin
Renzo Testolin

Henry Dunant

È a Henry Dunant, ispirato in tale direzione durante la scioccante esperienza della Battaglia di Solferino, che la Svizzera deve il merito di aver creato nel proprio Paese la Croce rossa.

“Raggiunta Castiglione con lo scopo di parlare con Napoleone III, egli torna indietro con il ricordo di una battaglia causa di oltre 100 mila tra morti, feriti, dispersi e malati – ha osservato la volontaria trentina nonché membro della Commissione didattica di storia, Maria Grazia Baccolo -. Delle 3 mila persone coinvolte sul campo, soltanto generali e marescialli venivano curati immediatamente mentre i soldati venivano lasciati a morire”.

È proprio dalla constatazione della brutalità e della disumanità di tale trattamento, motivato prettamente dalla mancanza di personale medico e di assistenza sufficiente, che Dunant inizia ad accarezzare e a coltivare l’idea di fare qualche cosa per tutti coloro che non potevano beneficiare del dovuto soccorso.

“Evolvendo dal solo soccorso individuale al soccorso organizzato di massa, egli pensa a una forma di aiuto che non si esaurisse alla sola e singola battaglia bensì divenisse permanente – ha continuato Baccolo -. Egli dà a questo suo nuovo progetto una diffusione semplice e cruda attraverso un libro che ha come obiettivo quello di descrivere la guerra anche ai lontani salotti bene dell’epoca”.

Dunant crea dunque un apposito comitato assieme a due medici, un giurista e un generale, sulle prime abituati a riunirsi nelle proprie dimore sino a crescere e a trovare una propria sede ufficiale. Dalla sola Svizzera, la Croce rossa si amplia a tutto il mondo, raggiungendo dapprima l’Italia nel 1863 e 25 anni dopo la nostra Aosta.

Da sinistra Alessandro Celi, Marco Negretto, Maria Grazia Baccolo e Paolo Sinisi
Da sinistra Alessandro Celi, Marco Negretto, Maria Grazia Baccolo e
Paolo Sinisi

Le croci di anzianità ed eccellenza

Gli 89 milioni di volontari Cri nel mondo, 150 mila dei quali attivi nella sola Penisola, sono per cittadine e cittadini un esempio di come si possa essere accoglienti e solidali ma al contempo professionali nel proprio lavoro, mettendosi a disposizione e a rassicurazione del prossimo. È proprio per tale ragione che la giornata di ieri è volta al termine con la cerimonia di consegna delle croci di anzianità ai membri con più anni di servizio.

Sono stati premiati per i propri 15 anni di attività Natale Abate, Mariachiara Bettiol, Mirella Bianchi, Patrizia Bof, Velca Stefania Botti, Paolo Castiglion, Liliana Cazaban, Giovanna De Zoppis, Fabio Grange, Laura Grassi, Maurizio Guidetti, Jean Paul Louvin, Silvano Malacarne, Marco Negretto, Saveria Nocera, Maria Luisa Panseri, Antonello Piffari, Claudio Poletto, Giuditta Rossi, Giuseppe Ruggieri, Antonino Sannolo, Francesco Sinigaglia, Angelo Talarico, Cristiana Tondella, Alessia Trapani e Simonetta Truc.

Hanno invece ricevuto un riconoscimento per i propri 25 anni a supporto della Cri Marco Azzaroli, Luciana Carilli, Miranda Colombo, Augusta Falconieri ed Enrico Maria Primeramo; Igor Berriat, Rosaria Castronovo, Fabrizio Ceton, Pier Carlo De Regibus, Remo Magro, Renato Malesan, Graziella Ottino e Giorgia Michela Zenato hanno ricevuto contemporaneamente anche il riconoscimento relativo ai 15 anni.

La croce di anzianità ed eccellenza per i propri 35 anni di servizio è in conclusione spettata ad Alessandra Bernardi, Pier Angelo Rosset e Paolo Sinisi, cui sono andate a sommarsi anche le croci relative ai 25 anni di Mariella Basilico e Fabio Scolari.

Le croci di anzianità
Le croci di anzianità

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