Il Conservatoire cambia spartito, i docenti vogliono diventare statali

Con un referendum il corpo insegnante chiede si dia il via alla "statizzazione" dell'Istituto prevista dal decreto del Governo entrato in vigore il 15 marzo. Martedì l'Assessora Certan incontrerà il Ministro Bussetti, anche se resta scettica: "il lavoro fatto negli anni va valorizzato, non ‘statizzare’ ma risolvere le criticità e migliorare l’esistente".
Torre dei Balivi
Società

“Conservatoire, abbiamo un problema”. O forse più d’uno.

È tesa l’aria tra la Regione e l’Istituto superiore di studi musicali. Il nodo è il Decreto interministeriale 121 del 22 febbraio 2019 – registrato alla Corte dei Conti ed entrato in vigore il 15 marzo scorso – che prevede la “statizzazione” delle Istituzioni dell’Alta Formazione Artistica, Musicale e Coreutica non statali.

Tra questi figura la struttura valdostana che, di fronte alla possibilità di passare sotto l’egida dello Stato non ha avuto dubbi, e l’ho detto forte e chiaro attraverso un referendum interno tra i docenti, lo scorso 12 marzo, che ha dato un risultato inequivocabile: dei 38 insegnanti in organico 26 – anche se ce ne sono altri 4 favorevoli, ma assenti alla votazione – hanno deciso di andare verso la “statalizzazione”. Trenta tondi.

Un problema che, ora, gira nel territorio politico che, ad oggi, risposte ancora non dà: “Viste le difficoltà che vivono gli Istituti pareggiati – spiega Fabrizio Pavone, insegnante e rappresentante sindacale – questo Decreto dello Stato permette di vedere arrivare le sovvenzioni. A livello valdostano l’Istituto musicale costa circa 2,5 milioni di euro l’anno che potrebbero essere risparmiati dalla Regione se diventassimo statali. Non si capisce perché rinunciarvi, e c’è la paura di rimanere gli unici fuori da questo giro”.

Anche perché, prosegue Pavone, non sarebbe una “sconfitta” per la Regione: “Sotto lo Stato ci sarebbe comunque la possibilità per l’Amministrazione di trattare su delle norme attuative, sul Decreto c’è scritto che gli Istituti si dovranno recare a Roma per un incontro Stato-Regione. Questo permetterebbe comunque di mantenere l’esame di francese, di mantenere dei membri di nomina regionale nel cda. Per noi vorrebbe dire invece entrare nel circuito Afam, avere la mobilità, e far risparmiare sugli stipendi”.

Un ente regionale non regionale

A far eco al suo collega anche l’altro docente e Rsu del Conservatoire Giovanni Miszczyszyn: “Come Ente regionale non siamo mai stati ‘regionali’ – spiega –, non abbiamo nessun inquadramento e manca il comparto Afam. Ci viene richiesto l’Esame di francese ma non abbiamo un’indennità. Tutti gli altri 17 Istituti musicali in Italia hanno aderito e gli enti locali che li sostenevano evitano di pagare gli stipendi. Per la Regione sarebbe un risparmio di circa 2,5 mln, già per quello sarebbe una buona decisione”.

Il dialogo con la Regione, però, stando ai docenti, è “freddo” a dir poco: “C’è una inazione da parte politica – prosegue Miszczyszyn –:ci inquieta un Decreto che è stato firmato a fine marzo e che lascia 90 giorni per aderirvi e consegnare tutta la documentazione, perché siamo fermi e già in ritardo. Ci siamo espressi ma nessuna risposta è giunta né dal cda né dalla Regione. Vorremmo un pronunciamento e che si prenda la responsabilità di una scelta”.

La risposta della politica

Qualche risposta dall’Amministrazione potrebbe arrivare già martedì 9 aprile, quando l’Assessora Chantal Certan assieme al Senatore Albert Lanièce e la coordinatrice del Dipartimento legislativo della Regione Stefania Fanizzi incontreranno a Roma il Ministro dell’Istruzione Marco Bussetti.

“Noi abbiamo una norma di attuazione che, da 12 anni, definisce delle cose e protegge l’Istituto musicale – spiega Certan –. Può essere migliorata, certo, ma è oggetto di concertazione. Io mi auguro che quel decreto lo abbiano tutti letto bene, perché c’è scritto ‘statizzazione’ ma anche razionalizzazione’, e pone tutta una serie di elementi che vanno approfonditi”.

Assessora che spiega come questo sia un primo Decreto emanato, al quale ne seguiranno altri due che regolamenteranno la ripartizione delle risorse. Atti secondo Certan pronti e che devono essere solo pubblicati.

Intanto la “statizzazione” non convince: “Lavorerò per permettere agli insegnanti la mobilità interna e esterna – chiude l’Assessora –, e chiederemo al Ministro di poter mettere nella norma di attuazione la rete. La Valle d’Aosta ha tutta l’intera filiera: dalla Scuola media ad indirizzo musicale, al Liceo musicale fino all’Afam. Tutto il lavoro fatto negli anni va valorizzato, che non vuole dire ‘statizzare’ né ‘regionalizzare’ ma risolvere le criticità e migliorare l’esistente.

 

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