Il Consiglio comunale di Aosta ha adottato il Manifesto della comunicazione non ostile

Nell'odg proposto dalla Presidente Favre si legge: “i Consiglieri comunali sono anche punto di riferimento per la cittadinanza, sia per quanto concerne il lavoro svolto nell’ambito delle loro funzioni, sia per quanto concerne la risonanza dei messaggi che diffondono”.
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Società

Con 19 voti a favore e un astenuto il Consiglio comunale di Aosta ha approvato ieri – giovedì 28 maggio – l’adozione al Manifesto della comunicazione non ostile e inclusiva, proposto in un ordine del giorno dalla Presidente Sara Favre.

Dopo il Comune di Courmayeur, quindi, anche l’aula del Capoluogo si impegna a rispettare le indicazioni del progetto sociale di sensibilizzazione lanciato dall’Associazione Parole Ostili che – si legge nell’odg – “costituisce un’occasione per ridefinire lo stile con cui si sta sul web e per responsabilizzare gli utenti a scegliere con cura le parole, partendo dal presupposto che in particolare i social network, pur essendo luoghi virtuali, non sono un porto franco, ma il centro in cui si incontrano persone reali”.

Sara Favre, Presidente del Consiglio comunale di Aosta
Sara Favre, Presidente del Consiglio comunale di Aosta

Una necessità, quella di riportare il dibattito – non solo consiliare – sui binari di una comunicazione più rispettosa che parte da un presupposto, ovvero, spiega l’atto approvato, il fatto che “i Consiglieri comunali sono anche punto di riferimento per la cittadinanza, sia per quanto concerne il lavoro svolto nell’ambito delle loro funzioni, sia per quanto concerne la risonanza dei messaggi che essi diffondono”.

Il Manifesto – l’ordine del giorno verrà ora trasmesso, per il tramite della Presidente del Consiglio comunale Favre, anche al Celva, invitando gli altri Comuni a prendere parte l’iniziativa –, si compone di dieci principi: “Virtuale è reale”, “Si è ciò che si comunica”, “Le parole danno forma al pensiero”, “Prima di parlare bisogna ascoltare”, “Le parole sono un ponte”, “Le parole hanno conseguenze”, “Condividere è una responsabilità”, “Le idee si possono discutere. Le persone si devono rispettare”, “Gli insulti non sono argomenti”, “Anche il silenzio comunica”.

Il Manifesto della Comunicazione non ostile
Il Manifesto della Comunicazione non ostile

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