Il mondo della scuola scende in piazza contro la legge Gelmini

Il contestato decreto Gelmini sulla riforma della scuola, è diventato legge. Sale la tensione della protesta in tutta Italia. In Valle d'Aosta si scende in piazza domani con i sindacati. Fédération Autonomiste la definisce una "Protesta inutile".
La protesta in piazza Chanouux contro la riforma Gelmini
Società
Il mondo della scuola è in rivolta. In tutta Italia cortei di studenti in queste ore bloccano il traffico, attraversano città e piazze, stazionano davanti alle Università e agli Istituti scolastici, dalle medie alle superiori. Nelle scuole italiane sono state organizzate da lunedì scorso ore di auto-informazione, incontri sindacali e proteste. E la protesta oggi è stata ancora più forte, soprattutto dopo che il contestato decreto Gelmini sulla riforma della scuola, è diventato legge alle ore 10,44. Il via libera dell’aula del Senato è arrivato, infatti, questa mattina, mercoledì 29 ottobre. Il decreto legge è stato approvato dall’aula di palazzo Madama con 162 voti a favore, 134 contrari e 3 astenuti.
La tensione intanto continua a salire: a Roma e Milano si segnalano scontri, sia tra studenti di sinistra e di destra, sia tra studenti e polizia. La scuola italiana cambia e il Ministro dell’Istruzione, Mariastella Gelmini, tra i cori di protesta ha affermato “Si torna alla scuola della serietà, del merito e dell’educazione" annunciando entro una settimana la presentazione del piano che riguarda l’Università. La protesta così si rafforza, gli incidenti avvenuti oggi, ne sono una testimonianza e anticipano “calde” giornate nei prossimi giorni. Gli studenti non si fermeranno. Tra le tante azioni in cantiere l’intenzione di chiedere al Capo dello Stato, Giorgio Napolitano, di non firmare la legge, mentre sul fronte politico il Pd e il partito di Di Pietro annunciano un referendum abrogativo e la conseguente raccolta firme. Domani, intanto, a scendere in piazza saranno i sindacati, con una manifestazione unitaria contro il decreto – ormai divenuto legge – Gelmini. Uno sciopero che nelle intenzioni dei sindacati sarebbe dovuto avvenire prima del via libera al decreto.

E IN VALLE D'AOSTA?
Le rassicurazioni dell’Assessore
Nella nostra Regione a tranquillizzare gli animi e le ripercussioni dell’ormai legge di riforma della scuola, è stato l’Assessore regionale all’Istruzione, Laurent Viérin, che in più occasioni, (non ultima quella dell’incontro di questi giorni con i rappresentanti dei sindacati, incontro che ha dato avvio ad un tavolo di confronto permanente) ha garantito, rispetto ad alcuni capitoli della riforma, che quanto previsto dal decreto Gelmini "non intaccherà il nostro sistema, in quanto una norma di salvaguardia esclude la Regione dall'introduzione del maestro unico e tutela le scuole di montagna e il tempo pieno” così come non toccherà l’Università valdostana “interamente finanziata dalla Regione e per la quale sono già stati fatti i trasferimenti previsti”. I rischi rimangono invece per le conseguenze della legge Brunetta, che rischia di avere ripercussioni pesanti sui contratti degli insegnanti.

Le prese di posizione delle forze politiche e dei sindacati
A poche ore dalla manifestazione che porterà in piazza il mondo della scuola valdostana, sindacati e movimenti politici lanciano gli ultimi appelli.
Cgil Funzione Pubblica Valle d'Aosta, in una nota diffusa oggi, parla di “svilimento del lavoro pubblico, oggi garante dei diritti universali di cittadinanza (scuola, sanità, servizi sociali), a favore di una privatizzazione selvaggia che risulterà pesantissima per le classi meno abbienti e più deboli". Uno svilimento che rappresenta “la logica che sta dietro alla riforma del sistema scolastico e ai tagli imposti all'università e ricerca dalla legge 133/2008 (cosiddetto decreto Brunetta)”.
Il sindacato inoltre "esprime la propria piena solidarietà alle lavoratrici ed ai lavoratori dei settori scuola, università e ricerca che giovedì 30 ottobre 2008 saranno in sciopero".

Contro corrente va invece il movimento di Fédération Autonomiste che definisce “Una protesta inutile” la decisione da parte dei sindacati valdostani, rappresentanti il mondo della scuola, di scendere in piazza domani, giovedì 30 ottobre, per contestare contro la Legge di Riforma della scuola.  Nell’esprimere forti perplessità sullo “sciopero di solidarietà” che porterà nelle piazze di tutta Italia, comprese quelle valdostane, docenti, alunni, sindacati e più in generale il mondo della scuola, Fédération Autonomiste definisce la mobilitazione “non solo superflua, bensì dannosa per i numerosi studenti ed i rispettivi genitori: è insensato far perdere ai bambini e ai ragazzi ore di studio e mettere le famiglie – in cui spesso lavorano entrambi i genitori – in una situazione di forte difficoltà nel trovarsi costrette a badare ai propri figli in orario di lavoro, perché impossibilitati a frequentare le normali lezioni scolastiche”. “Una protesta inutile” si legge in una nota “considerato che il governo regionale intende tutelare con un'esplicita scelta di autonomia l'attuale assetto scolastico della Valle d'Aosta. Il decreto di riforma non troverà infatti applicazione nella nostra regione: tra i provvedimenti alla base dello sciopero la scelta di un maestro unico – che non verrà applicata nelle classi elementari valdostane – e la chiusura delle scuole di montagna, che saranno invece mantenute e continueranno ad esistere”.

Una presa di posizione che non tiene tuttavia conto del fatto che tra gli studenti valdostani molti in futuro frequenteranno gli atenei italiani. Di conseguenza “una protesta di solidarietà” va intesa forse in questa direzione, tenendo conto, inoltre, che la qualità e il disegno del sistema scolastico del Governo interessa necessariamente anche la Valle d’Aosta.

Rispetto agli ultimi avvenimenti che stanno interessando il mondo della scuola interviene, infine, in una nota, anche la Jeunesse Valdotaine che nel ricordare la validità del sistema scolastico valdostano evidenzia “l’importante scelta dell’Amministrazione Regionale di non applicare la parte negativa della riforma, salvaguardando così la specificità della scuola valdostana, mantenendo le scuole di montagna e le dotazioni del personale”. E, tra l’altro, giudica essenziale che “il modello scolastico della nostra regione sia sempre più rafforzato dalle proprie competenze statutarie al fine di evitare che le decisioni dello Stato abbiano ripercussioni negative sulla nostra scuola”.

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