“Il viaggio sbagliato” di Daniele Vallet raccontato nel suo nuovo libro

È uscita la prima puntata del nuovo racconto di viaggio di Daniele Vallet, che da anni si impegna nella promozione della mobilità sostenibile. Gli ingredienti: un cambio di meta imprevisto, un incontro miracoloso per evitare l'interruzione del tragitto e un'occasione unica per riflettere su di sé, sugli altri e sul mondo.
Daniele Vallet nei boschi della Finlandia
Società

Di Daniele Vallet e dei suoi progetti per promuovere la mobilità sostenibile avevamo già raccontato in più occasioni, lasciandoci con la sua promessa di raccontare in un libro il suo viaggio in bicicletta nel Nord Europa. Lo fa nella sua nuova pubblicazione, che si propone quale prima puntata focalizzata sull’itinerario di andata del suo strano viaggio, cambiato in corso d’opera a causa delle restrizioni pandemiche. 

Nel 2021, infatti, Vallet è partito da Aosta in bici alla volta del Congo, con l’obiettivo di finanziare l’acquisto di biciclette per le donne di un villaggio. Se il progetto, battezzato ‘Velòafrica’, è stato realizzato, con un crowdfunding arrivato a circa 7000 euro e l’acquisto di una settantina di biciclette, la destinazione di Daniele è invece cambiata proprio all’ingresso del continente africano. Costretto dalla chiusura delle frontiere del Marocco a fermarsi una volta arrivato allo stretto di Gibilterra, Daniele però non si è fatto intimorire.

E se gli Antichi temevano di oltrepassare le colonne d’Ercole, confine del mondo allora conosciuto, per non macchiarsi di tracotanza, Daniele ha inconsciamente seguito il loro consiglio, senza spingersi oltre e facendo un’inversione di 180 gradi per proseguire il suo viaggio laddove le normative vigenti lo consentivano. Puntando così verso Capo Nord, ha raggiunto il Nord Europa in estate, non senza aver incontrato persone, luoghi e avventure che nel suo nuovo libro fanno da protagonista di un viaggio che, oltre a voler promuovere un modo diverso di muoversi, è stato anzitutto un percorso interiore. 

La copertina
La copertina

Viaggio in bicicletta, viaggio interiore, ma soprattutto viaggio sbagliato. È un titolo, questo, che a Daniele è stato suggerito da un bambino delle scuole elementari di Verrès, dove è stato invitato per parlare di mobilità sostenibile. “Visto che non avevo ancora trovato un titolo, ho parlato del mio viaggio e ho chiesto se i bambini avessero qualche idea. Uno di loro mi ha suggerito questo titolo, che ho trovato semplice ma geniale. Tornerò in quella scuola per presentare il libro che, in qualche modo, è frutto anche di quei bambini”. 

La genialità dei bambini per bypassare la privacy
La genialità dei bambini per bypassare la privacy

L’incontro con le persone, d’altronde, è al centro dell’impegno di Daniele nella promozione della mobilità sostenibile, che è iniziato con un progetto rivolto agli abitanti del suo stesso Comune, Charvensod. È qui che nel 2018 è nato ‘Boudza-té’, un invito in patois a ‘muoversi’ in bici, incentivato dal guadagno di buoni da spendere in negozi e fattorie locali.

Un progetto che è stato replicato non solo in Valle d’Aosta e in giro per l’Italia, ma anche fuori dai confini nazionali. “Durante il mio viaggio in Europa ho visitato un piccolo Comune spagnolo, Aledo, dove ho spiegato al Sindaco questo progetto. Qualche settimana dopo la mia partenza, anche in questo paesino hanno dato il via a un’iniziativa simile, che hanno chiamato ‘Tarjeta andarina’. Quando un bambino o una bambina va a scuola a piedi, un messo comunale vidima la sua tarjeta (carta, tessera, ndr.) e quando arriva a 30 punti ha diritto a del materiale scolastico gratuito”. 

Scuole elementari di Verrès
Scuole elementari di Verrès

L’incontro umano è stato anche ciò che ha permesso a Daniele non solo di proseguire nel viaggio, ma anche di evitare di interromperlo nel momento in cui, arrivato in Norvegia, ben dopo il Circolo polare artico, ha perso la tenda e il materiale per dormire. “La solidarietà che ho incontrato in quel momento è stata davvero miracolosa. Ero disperato, perché in quel giorno non sarei riuscito ad acquistare nulla e poi i prezzi lì non sarebbero neanche stati accessibili. Sono andato in una stazione ferroviaria e mi sono messo a pensare, senza provare a chiedere aiuto. Questo mi è però arrivato senza che neanche lo avessi chiesto, da parte di un uomo che non esito a definire una presenza angelica nella mia vita. Non voglio svelare interamente l’aneddoto, contenuto nel libro, ma ciò che mi sono chiesto dopo questo incontro è se a parti inverse avrei fatto lo stesso”. 

Collocandosi in un filone che, come quello della narrativa di viaggio, pone particolare attenzione, oltre al movimento materiale, anche a quello interiore, pure il libro di Daniele, laureato in Psicologia, si sofferma sullaspetto riflessivo e meditativo che caratterizza viaggi come questi. “Conoscere persone sconosciute aiuta a capire meglio se stessi e a confrontarsi con l’altro come se fossimo una tabula rasa. Nel viaggio dimentichiamo i pregiudizi su noi stessi e torniamo a essere bambini innocenti che si confrontano col mondo: possiamo essere qualsiasi cosa vogliamo. E poi ci sono tantissime, lunghissime ore in mezzo alla natura: una maniera potente per riflettere e meditare”. 

Dalla quarta di copertina
Dalla quarta di copertina

È però nella solitudine di quelle ore che Daniele ha sentito il bisogno di condividere quella meraviglia con qualcuno. Da qui nasce il bisogno di cimentarsi ancora una volta nella scrittura, che, dopo sei libri già pubblicati, continua a essere uno dei modi privilegiati da Vallet per promuovere la mobilità sostenibile; e per incoraggiare a una modalità di viaggio che, anche grazie alla moltiplicazione dei racconti da parte di chi l’ha già affrontata, si sta diffondendo sempre di più in Italia e non solo. “Il cicloturismo si sta sviluppando sempre di più grazie ai social, su cui anche io cerco di fare la mia parte. Io sono ambasciatore di Italia Slow Tour e durante questo viaggio sono stato ospitato in più occasioni da Comuni slow, dove ho sempre fatto belle riflessioni su questa forma di turismo, più lenta e sostenibile di altre”. 

Daniele Vallet nei boschi della Finlandia
Daniele Vallet nei boschi della Finlandia

Supportato da AVIS, Turisti per Caso e Italian Slow Tour, Vallet partirà a breve per un altro viaggio in bicicletta, che lo porterà in giro per l’Italia, ospite delle varie sedi AVIS per parlare e riflettere sulla cultura del dono. È proprio un invito al dono quello che Daniele rivolge a chi vorrebbe supportare progetti come il suo. “In questo momento sto cercando dei supporter che credano in questo viaggio e siano disposti a darmi un sostegno, che non deve per forza essere economico, ma si può tradurre magari in un aiuto materiale, come la sistemazione gratuita della mia bicicletta o la donazione di materiale tecnico. Questo mi dà uno stimolo a non mollare e a non sentirmi solo nel progetto”. 

Con le persone Daniele Vallet continuerà a confrontarsi anche in occasione delle presentazioni del suo libro, a partire da quella organizzata dalla FIAB Aosta à Vélo (sezione valdostana della Federazione italiana ambiente e bicicletta) il 6 marzo presso la Biblioteca regionale Bruno Salvadori. 

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