Immigrati: sono il 10% della forza lavoro in Valle d’Aosta

Sono 6.300 gli immigrati che soggiornano in Valle d?Aosta, il 51,6% di questi sono donne e il 19,6% minori. Il paese di provenienza più rappresentato è il Marocco con il 32% del totale degli immigrati, seguono Albania e Romania....
Società

Sono 6.300 gli immigrati che soggiornano in Valle d?Aosta, il 51,6% di questi sono donne e il 19,6% minori. Il paese di provenienza più rappresentato è il Marocco con il 32% del totale degli immigrati, seguono Albania e Romania. Questi dati sono emersi durante l?illustrazione, che si è tenuta oggi al Salone ducale del Comune di Aosta, del Dossier statistico 2007 sull?immigrazione curato dalla Caritas in collaborazione con la Fondazione Migrantes. Erano presenti Mons. Giuseppe Anfossi , vescovo e presidente della Caritas diocesana, Don Aldo Armellin , direttore della Caritas diocesana di Aosta, William Bonapace dell’Università della Valle d’Aosta e Sergio Durando della Fondazione Migrantes.

La presentazione della XVII edizione del Report statistico, avvenuta in contemporanea su tutto il territorio nazionale, ha confermato la crescita del fenomeno dell?immigrazione in Italia, ora il terzo paese in Europa per la presenza di immigrati.

Gli immigrati e il mondo del lavoro
In Valle d?Aosta si arriva prevalentemente per lavoro o per ricongiungersi con la famiglia. I lavoratori immigrati nella nostra regione sono oltre 5.000 ovvero il 10% della forza lavoro. Sono occupati prevalentemente nel turismo (30,8%) e nelle costruzioni (21,5%). Anche l’agricoltura, con 8,25%, è un ambito che attrae lavoratori, così come la sanità (3,7%)dove, unico settore economico, viene riconosciuta l?equiparazione dei titoli.

Le seconde generazioni
L’immigrazione tende a stabilizzarsi in Valle d’Aosta come in Italia. Non a caso gli alunni stranieri inseriti nelle scuole valdostane incidono per il 6,1% sulla popolazione scolastica. Dalle seconde generazioni – ha sottolineato a più riprese il prof. William Bonapace – emergono le problematiche più delicate. Dal rapporto emerge, infatti, una forte propensione degli studenti stranieri (il 68% circa) a scegliere istituti professionali e tecnici nella convinzione di trovarsi con più facilità lavoro. Questa tendenza includerebbe, però, sul lungo periodo il rischio di creare situazioni di auto-esclusione e modesta mobilità verticale delle giovani generazioni di immigrati.

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