Gli animali abbattuti durante la caccia di controllo da quest’anno non possono più finire sulle tavole dei cacciatori, ma dovranno essere consegnate ad un macello autorizzato. A stabilirlo è l’Unione europea. La Regione ha dovuto quindi attrezzarsi e di recente ha messo a norma un macello già esistente nei locali, di proprietà della regione, sede della cooperativa la Kiuva di Arnad.
“La cooperativa si è dotata delle attrezzature necessarie per lo smaltimento delle carcasse e ha svolto piccoli lavori di manutenzione per poter dare il via all’attività di smaltimento e di rivendita della carne” spiega il presidente Ivo Joly. La vendita della carne, che la cooperativa acquisterà pagando alla regione un corrispettivo di tre euro al chilo, avverrà sia all’ingrosso che al dettaglio. Per ora la convenzione con l’amministrazione regionale è di un anno, rinnovabile per un altro anno.
La questione è stata oggetto di un’interpellanza del consigliere regionale del PD Raimondo Donzel nell’ultima seduta del consiglio. Al centro della vicenda il mancato smaltimento delle carcasse di cinghiale cacciate dal corpo forestale durante la cosiddetta fase di “controllo” e abbandonate vicino a luoghi di passaggio e centri abitati.
“Fino ad ora la mancanza di un centro specializzato ha costretto la Regione a modificare da gennaio ad oggi le modalità di attuazione del piano di controllo” aveva ammesso l’assessore regionale all’agricoltura e alle risorse naturali Giuseppe Isabellon in risposta a Donzel. “È stata scartata la possibilità di rivolgersi ad un macello al di fuori della Valle, il più vicino è quello di Biella, per l’eccesiva onerosità che un’operazione di questo genere avrebbe comportato. D’altro canto la non attuazione del piano di controllo della specie avrebbe certamente accresciuto la portata dei danni causati, danni che incidono anche sulla spesa pubblica perché indennizzati da parte della Regione quale proprietaria e responsabile della fauna selvatica”. Così in questi mesi la decisione è stata di abbandonare in loco le carcasse degli animali cacciati, poco più di settanta a detta di Isabellon.